Nel giorno di oggi di 28 anni fa, ci lasciava James Hunt, il talentuoso e ribelle campione del mondo di Formula 1 1976.

Nel giorno di oggi di 28 anni fa, ci lasciava James Hunt, il talentuoso e ribelle campione del mondo di Formula 1 1976. Un vero e proprio Titano della Formula 1, sopravvissuto agli anni ’70, il decennio più pericoloso del motorsport, aveva resistito agli eccessi degli anni ’80 e aveva scoperto una modesta sobrietà e amore prima di morire di infarto il 15 giugno 1993, a soli 45 anni.

James Hunt “Hunt-the-shunt

Conosciuto come Hunt-the-shunt nei suoi spericolati giorni in F3, non c’era nessuno più veloce di lui. Tuttavia, aveva bisogno della McLaren per affinare il potenziale del campione, e ha continuato a correre sui nervi che spesso lo facevano vomitare prima dell’inizio di una gara. Durante la sua carriera in F1, dal 1973 al 1979, James ha vinto 10 Gran Premi, nove dei quali sono al volante di una McLaren. McLaren nel 1976 gli regala il suo primo ed unico campionato del mondo di F1. Il titolo del ’76 ha rappresentato l’apice della sua carriera. Quando si parla di Hunt si parla di vita vissuta al limite. James non avevi freni sia in pista che fuori dalla pista.

James Hunt e Niki Lauda
Niki Lauda e James Hunt – Photo Credit: McLarenOfficialTwitterAccount

Uno stile di vita da playboy, i suoi controversi messaggi sulle magliette, accessori per la birra e sigarette. In pista era un duro, andava forte, spingeva la sua vettura al limite, aveva un grande talento. “Ci sono buoni piloti e cattivi, e poi ci sono quelli veramente talentuosi che sono difficili da battere, e James era uno di loro”, ha detto una volta Niki Lauda. Tutti ricordiamo la loro accesa battaglia negli anni ’70. C’è chi l’ha vista in diretta e chi ha assistito alle grandi prodezze tra i due solo in video.

James Hunt un’icona della F1

L’obiettivo di Hunt era quello di vincere almeno un titolo mondiale, dopo aver lottato con tutto se stesso e dopo aver portato a casa il fantomatico titolo mondiale ha corso in F1 per altri due anni e mezzo. All’inizia del 1979 Hunt lasciò la McLaren per passare alla Wolf, in sostituzione di Jody Scheckter. Il pilota inglese voleva rilanciarsi dopo una brutta stagione in McLaren e sperava di poter competere, se non per la vittoria del titolo mondiale ma almeno per salire sul podio in qualche gara. Purtroppo la sua nuova vettura non era per niente competitiva. Dopo 7 gare, 6 ritiri e un ottavo posto, James fa una tipica mossa alla Hunt, annuncia il suo ritiro a fine stagione ma alla fine della stagione non è mai arrivato. A metà stagione, alla fine del GP di Monaco, Hunt lasciò il mondo della F1 con queste parole “Lascio ora e definitivamente perché , nel mondo della F1 , l’uomo non conta più!”

James Hunt
James Hunt su una motocicletta durante un servizio fotografico – Photo Credit: McLarenOfficialTwitterAccount

Con questa frase l’inglese chiude la sua carriera in F1, in pista. La sua passione per i motori però resta dentro di lui, da pilota diventa commentatore sportivo in F1. Aveva anche un lato sensibile, passava ore nella sua voliera a parlare con i suoi amati pappagallini e ad amare i suoi due figli, Tom e Freddie. Dopo aver divorziato due volte, Hunt ha trovato una nuova ragazza che lo ha aiutato a smettere con l’alcol e le sigarette. Ma proprio quando Hunt sembrava finalmente ricominciare la sua vita è morto per un attacco di cuore all’età di soli 45 anni. A 28 anni dalla sua scomparsa James Hunt è sempre presente nei pensieri e nei ricordi di tutti gli appassionati di F1.

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Mara Romano

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