Era il 29 luglio 1981. Sono passati 40 anni da quando Oviedo ha visto nascere il suo campione personale. 40 anni dal momento in cui la Spagna ha messo al mondo quello che ad oggi è ritenuto uno dei più grandi talenti nel mondo delle corse automobilistiche. Il 29 luglio 1981 nasceva infatti Fernando Alonso, che dopo tutto questo tempo, oltre ad essere un giovane rookie, è ancora in grado di regalare un’emozione particolare che a volte in pista purtroppo viene a mancare.
Fernando Alonso: 40 anni di “El Nano”
La carriera di Fernando Alonso non ha certo bisogno di troppe presentazioni; dall’esordio in F1 nel 2001, il pilota di Oviedo si è fatto conoscere e ricordare, rendendosi indimenticabile per quella storia incredibile chiamata F1. Alonso di avventure certamente ne ha vissute, imparando e insegnando, rendendosi famoso anche per il voler sempre dire la sua, nel bene e nel male.
Poi i due titoli Mondiali vinti con Renault, diventando il pilota di fatto in grado di fermare il binomio Ferrari-Schumacher; e ancora la Spy Story, la convivenza mal finita con Hamilton, il ritorno in Renault, la Ferrari, di nuovo McLaren, la pausa e il ritorno in Alpine, comunque Renault. Il rally, il WEC, Le Mans. E quella 500 miglia di Indianapolis che forse è l’unica vera cosa che manca a Fernando per entrare in quella piccola élite di chi ha conquistato la Triple Crown.
Alonso e quel sogno rosso rimasto nel cassetto
La carriera di Alonso è stata ricca di piloti, di episodi, di vittorie, di sconfitte e di scuderie; tra i tanti ritorni che ha affrontato il pilota asturiano, uno solo al momento non è avvenuto. Le stagioni passate in Ferrari infatti rimangono solo quelle dal 2010 al 2014, senza ritorno e senza Mondiale.
Un sogno irrealizzato, quello di non aver conquistato il titolo con il Cavallino Rampante sul petto. Una storia anche finita male sotto alcuni punti di vista; una storia che però ha appassionato, fatto sognare, fatto anche soffrire, così come ogni bella storia d’amore spesso fa sentire. Un cavaliere in rosso, senza cavallo, senza la sua spada nel posto giusto, ma presente al momento sbagliato; un ritorno non destinato ad esserci per un sogno che rimarrà in quel cassetto mai aperto.
Fernando Alonso: il ritorno del samurai
La pausa che Alonso si è preso dalla F1 dopo il 2018 era chiaro a tutti che non sarebbe durata in eterno. El Nano non è comunque rimasto fermo, dimostrando il talento che ha sempre avuto nell’ambito delle corse automobilistiche. Solo la 500 miglia di Indianapolis resta fuori dalla portata di Alonso, chiudendo così in quel cassetto anche la Triple Crown. Per ora.
Nel 2021 Alonso è tornato in F1, come giovane sulla carta visti i test, appunto per i giovani piloti, a cui ha partecipato. Bollito. Vecchio. Ritirati. Eppure, ancora una volta, Fernando ha dimostrato a quel mondo quante volte l’età sia davvero solo un semplicissimo numero. 40, nulla di più, nulla di meno, nulla di serio.
Un ritorno da guerriero quello sui difficili tracciati del Circus; un guerriero, un combattente, come quello che spunta sul collo del pilota spagnolo. Nascosto, in disparte fino al momento giusto, fino a quando non è chiamato a combattere. Come quel samurai soltanto disegnato, così Fernando Alonso a 40 anni scende ancora in pista, ancora col cuore, ancora a lottare.
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