La Formula E continua a far parlare di sé ma in maniera negativa. Dopo l'accaduto durante l'ePrix di Londra, sono tante le critiche subite dai fan, e non solo.

La Formula E è quasi sicuramente la categoria motoristica più criticata e discussa dai puristi del motorsport. Le monoposto elettriche, che non fanno rumore per ovvi motivi, sono paragonate ad “aspirapolveri” o “lavatrici”, quando in realtà dietro la loro progettazione c’è molto più lavoro di quanto si pensi. Negli anni la categoria elettrica ha fatto passi da gigante riuscendo a diventare un campionato mondiale, eppure eventi come quelli accaduti a Valencia e Londra ne danneggiano l’immagine facendo piovere critiche controverse.

Bisogna andare oltre i pregiudizi

La Formula E è come quel figlio che nasce male, che è mal visto da tutti ma che ha del grande potenziale. Questa povera categoria, figlia di innovazione con uno sguardo attento ma soprattutto responsabile verso l’ambiante, nasce con ottimi intenti cercando anche di sensibilizzare l’essere umano alle problematiche ambientali avvicinando queste “aspirapolveri” ai centri cittadini delle più grandi metropoli mondiali, toccando ogni angolo del globo giungendo fino a Roma, New York, Londra, Berlino eccetera eccetera.

Nel corso degli anni, l’immenso potenziale della categoria è stato tirato fuori e la Formula E ha raggiunto vette e traguardi che all’inizio sembravano irraggiungibili. La massima categoria elettrica è divenuta un campionato mondiale, è stata riconosciuta dalla FIA come categoria ufficiale e, anno dopo anno, ha iniziato a vantare la presenza di grandi piloti e costruttori destando anche l’interesse da parte di grandi investitori provenienti dal mondo della Formula 1.

Formula E ePrix Londra
Pascal Wehrlein durante le qualifiche dell’ePrix di Puebla – Photo credit: Porsche Newsroom

Questo non basta ai fan medi, che non riescono proprio a guardare oltre la punta del proprio naso senza andare oltre a quello sciocco pregiudizio secondo il quale una vettura elettrica non può essere ritenuta un’auto da gara. Dove sta scritto esattamente?

Tutti osannano i poderosi motori endotermici V8, V10 e V12 che per carità, saranno ingegneristicamente dei baluardi dell’evoluzione motoristica, ma come capita nella vita di tutti i giorni ci si evolve ed evolvendosi ci si imbatte in scoperte sempre nuove e diverse tra loro che ci invitano a percorrere delle nuove strade. La Formula E è una di quelle.

EPrix Londra e Valencia, quando la Formula E si cerca di autosabotarsi

Una cosa è certa: quando vedo la Formula E e capita di assistere ad eventi come quelli accaduti durante l’ePrix di Londra o di Valencia, non biasimo quelle persone che sono pronte davanti allo schermo – manco fossero avvoltoi in procinto di scagliarsi su una carcassa – a far piovere tante di quelle critiche sulla categoria che il Diluvio Universale è nulla in confronto.

Calendario Formula E 2022
Vetture Formula E durante una partenza – Photo Credit: Formula E.com

La Formula E lo ha questo vizio, fa tanto per andare avanti, migliorarsi e creare un format degno di nota che poi si perde sulle cavolate e, come i gamberi, anziché andare avanti va indietro. Basti pensare all’accaduto durante l’ePrix di Londra con Di Grassi, oppure a Valencia con la regola della riduzione dei kW/h sotto regime di SC. Questi sono errori dettati dall’inesperienza di una categoria ancora giovane e fresca rispetto le altre che sovrastano il settore da più di mezzo secolo. A questo riguardo parla Frederic Bertrand, il direttore della Formula E della FIA per la testata di Autosport.com.

Fatti come questi magari possono influenzare negativamente la categoria. Il problema per me è che adesso, in termini di immagine globale, c’è di più su quello che è successo nella pitlane, cosa che non è andata bene alla fine. Per me il caso è chiuso da quella parte. Faremo in modo di non rischiare eventi analoghi per il futuro.

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Raffaello Caruso

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