Luca Dal Monte, giornalista e autore, racconta la Ferrari tra passato e futuro nella terza puntata di Paddock GP.

Nella nostra terza puntata di Paddock GP dedicata al GP d’Austria e alla F1, abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare Luca Dal Monte, giornalista e autore di libri come “Belli e Dannati” e “Ferrari Rex”. Tra una chiacchiera e l’altra, Luca Dal Monte ha portato noi e i nostri ascoltatori a fare un tuffo nel passato, tra ricordi e opinioni soprattutto riguardo la Scuderia Ferrari. Abbiamo raccolto le dichiarazioni esclusive di Luca in questo articolo con cui vogliamo portarvi a pensare a ciò che può significare davvero “essere Ferrari”, a prescindere da risultati e digiuni da vittorie. 

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Luca Dal Monte – Photo Credit: Luca Dal Monte Offical Facebook Account

Differenze di tempo: Ferrari, regina dei test su pista

Ferrari è certo quel nome che chiunque conosce, appassionato o meno di macchine e corse. Luca Dal Monte, attuale giornalista e autore nel mondo della F1, ha raccontato durante la nostra terza puntata di Paddock GP, ciò che è ed è stata la Ferrari. I suoi ricordi partono dal presente, legati al cambiamento che la F1 attuale sta vivendo, soprattutto per quanto riguarda i test su pista nei quali Ferrari era regina.

Adesso non si può più provare tra una gara e l’altra. Mi ricordo la prima estate che ho passato a Maranello, dovunque tu fossi durante la giornata sentivi il rombo costante; erano Michael, Rubens, Luca Badoer che provavano a Fiorano. Una cosa meravigliosa, viene la pelle d’oca a raccontarlo. Fino a che faceva buio, ovunque fossi a Maranello sentivi il motore nell’aria.

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Todt, Schumacher, Barrichello e Montezemolo – Photo Credit: Scuderia Ferrari Official Facebook Account

Dal Monte, in seguito ad una nostra domanda su quanto possono migliorare i team al giorno d’oggi, ha spiegato le difficoltà attuali. Computer e tecnologia infatti, non sono e non saranno mai allo stesso livello di una prova su pista; per questo motivo, secondo l’autore, diventa difficile prevedere miglioramenti, anche se i team riescono a stare al passo con i continui cambiamenti. 

Oggi queste cose (test in pista, ndr) non sono più consentite, quindi diventa anche difficile migliorare di gara in gara; la maggior parte dello sviluppo ora è fatto tutto al computer e in quelle rapidissime prove che adesso hanno anche ridotto. Certo, questo ha reso il tutto più godibile perchè c’è più movimento, ma noi siamo telespettatori, pensa a chi ci deve lavorare. Non è una cosa semplice; penso che i team, Ferrari compresa, si stiano superando per cercare di ovviare a questi regolamenti; anche perché capisco il discorso legato al budget cap, ma è punitivo per una squadra.

Luca Dal Monte e i digiuni Mondiali targati Ferrari

Ferrari è la nazionale in rosso. Una delle frasi più significative detta da chi è anche tifoso oltre che spettatore. Così Dal Monte ha esordito il suo racconto inerente alle difficoltà che la Ferrari sta affrontando, spiegando che i digiuni ci sono sempre stati e ci saranno. 

Ferrari è la nazionale colorata di rosso. Se si prendono 70 anni di storia della F1, la Ferrari è di fatto l’unico comune denominatore. I digiuni ci sono sempre stati; io ho iniziato a guardare la F1 nel ’74 e nel ’75 è arrivato questo straordinario titolo Mondiale colto da Lauda con Montezemolo come direttore sportivo, Regazzoni sulla Ferrari numero 11 e Forghieri come direttore tecnico. Il mondiale mancava da 11 anni, di fatto fu il digiuno più lungo con Ferrari ancora in vita.

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Ferrari 1000 GP – Photo Credit: Scuderia Ferrari Official Facebook Account

Mi ricordo bene anche i 21 anni. Ad un certo punto vincere il Mondiale Costruttori divenne il pallino di Marchionne, ma lui era un signor uomo di numeri; dal punto di vista delle corse però prestava il fianco a tante critiche. Ad un certo punto spingeva per il Mondiale Costruttori che nella storia della F1 non è mai importato tanto come quello Piloti. Certo, il ragionamento ci può anche stare, ma la storia insegna che il Costruttori è un Mondiale minore.

Mattia Binotto: un realista tuttofare 

Continuando una semplice analisi su questi anni difficili per la Scuderia di Maranello, Luca ha voluto sottolineare un aspetto importante che forse spesso e volentieri suona alle nostre orecchie come una resa. Il protagonista è Mattia Binotto, team principal della Ferrari, tanto criticato in queste due stagioni per ipotetiche scelte sbagliate, oltre che per vetture non vincenti. Dal Monte ha però messo sotto i nostri occhi ciò che nel mondo della F1 viene dimenticato, in quanto l’immagine del team risulta più importante: il realismo. 

Binotto è un gran realista, sicuramente lui è il primo al quale non fa piacere dover lottare per le posizioni attuali. Ma è realista, non è un uomo marketing, non si nasconde dietro a slogan o frasi d’effetto, lui racconta la storia com’è; ovviamente non è una bella storia o una di quelle che fa piacere ascoltare. Il nostro sforzo è quello di scrivere, guardare e leggere le riviste; questi ragazzi lavorano 25 ore al giorno senza riuscire a trovare la quadratura del cerchio, in questo momento. Certo che non fa piacere sentire Binotto dire che la Ferrari più di così non può fare; però è un realista in un mondo dove spesso e volentieri l’immagine è tutto.

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Mattia Binotto, Team Principal Scuderia Ferrari, GP Stiria – Photo Credit: Scuderia Ferrari Multimedia

Il nostro ospite, con un tuffo nel passato, ha provato anche a dare una sua personale spiegazione di quelle che forse potrebbero essere le mancanze attuali all’interno del team di Maranello.

Forse quello che effettivamente manca alla Ferrari ora sono determinate persone in determinare posizioni. Binotto continua a fare troppe cose, ad avere troppi incarichi; è un signor direttore tecnico. Ma anche ai tempi, sono stati molto pochi i periodi in cui un genio come Forghieri coniugava insieme più responsabilità; di fatto lui quasi sempre faceva il direttore tecnico.

Quando ero in Ferrari, nella gestione sportiva c’era innanzitutto Montezemolo che era un ex uomo di corse; poi Jean Todt come capo della GES, poi Domenicali come direttore sportivo. C’erano molte più posizioni di quelle che ci sono oggi, quindi secondo me per facilitare Binotto e la sua meravigliosa squadra, alla Ferrari servirebbero almeno due posizioni in più.

Ferrari: testa al 2022 o al terzo posto Costruttori? L’opinione di Luca Dal Monte

Legandoci alle dichiarazioni rilasciate da Binotto dopo il GP d’Austria, è stato quasi naturale chiedere se l’obiettivo della Scuderia Ferrari fosse quello giusto. Il team principal della squadra di Maranello ha infatti detto che lo scopo è quello di migliorarsi per il 2022 e non arrivare terzi nel campionato Costruttori. La dichiarazione ha ovviamente diviso i tifosi, ma Luca Dal Monte ha invece appoggiato il cambio di direzione.

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Luca Dal Monte con il suo libro “Belli e Dannati” – Photo Credit: Luca Dal Monte Offical Facebook Account

Penso che il terzo posto costruttori sia come la finale 3/4 posto agli Europei o ai Mondiali, non conta assolutamente niente. Certo, c’è poi un discorso legato ai premi in denaro, però può avere un senso pensare all’inizio di un nuovo ciclo, di una nuova era. Se si parte male l’anno prossimo, la possibilità che si faccia male per altri anni c’è, come successe con l’ibrido dal 2014 in poi. Penso che anche se ovviamente non fa piacere sentirlo dire, per la Ferrari come casa madre ha un senso pensare all’era che si aprirà nel 2022, sperando di poter dare un’impronta a quel ciclo.

Il nostro ospite ha poi aggiunto un ragionamento, portando come esempio la Ferrari di Jean Todt.

Oggi da un lato c’è un anno già iniziato e forse partito già compromesso, mentre dall’altro deve iniziare un ciclo, con il congelamento dei motori. La grande qualità dei leader è quella di riuscire a guardare oltre. Mi ricordo di Todt, che credo fosse già a.d., che venne a dirmi che voleva arrivare al punto di non muoversi da Fiorano per lavorare sulla macchina nuova e mandare in giro gli altri. Nella sua testa c’era già tutto pronto, con tutte le possibili situazioni ben chiare. La visione di questi personaggi ha fatto la differenza. Toto Wolff non sarà Jean Todt, ma ha fatto la stessa cosa in Mercedes insieme a Lauda, personaggio da non sottovalutare in quella che poi è diventata l’armata Mercedes.

Ferrari 2022: quali prospettive ci sono?

Il cambiamento del regolamento e il congelamento dei motori sono le due più grandi incognite che la F1 affronterà nel 2022. La Ferrari ha già la testa alla prossima stagione e le aspettative sono ovviamente alte, sia dentro che fuori da Maranello. 

Dipende tutto dai lavori che stanno facendo in questo momento e da come interpreteranno le regole. Il 2022 è un appuntamento che in Ferrari sanno essere basilare, penso che stiano prendendo tutte le precauzioni del caso per iniziare nella maniera corretta; anche perchè l’era dell’ibrido che iniziò male finì peggio. Qui l’importante è vincere e non partecipare, per tutta una serie di motivi. Sono molto fiducioso. Quando un’azienda, una squadra, un campione non vince da tanti anni, si fa presto a mettergli addosso il marchio del perdente.

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Sebastian Vettel, GP Bahrain 2017 – Photo Credit: Scuderia Ferrari Official Facebook Account

La Mercedes era perdente fino a che non c’è stata un’inversione di tendenze, complici anche tante cose come i nuovi regolamenti, e sono diventati imbattibili. Dunque non vedo perchè la Ferrari non possa fare altrettanto. I piloti ci sono, Leclerc è una conferma straordinaria ma l’amalgama che sta creando in squadra con Sainz è fantastica. Sainz si sta dimostrando un grande pilota che secondo me nel momento in cui avrà in mano una monoposto vincente, probabilmente creerà dei grattacapo al suo compagno di squadra. Avremo due prime guide come potevano essere nel ’74-’75 Lauda e Regazzoni, allora andranno gestiti ma questo è un discorso diverso.

Ferrari, 1975: Luca Dal Monte racconta i piloti fuori dalla “gabbia”

Una delle ultime tematiche affrontate nella puntata di Paddock GP è stata quella relativa alla differenza legata al mondo della comunicazione. Luca ha raccontato come sia cambiato anche questo aspetto, negli anni diventato importante perché legato all’immagine di un team. Dal Monte, che di esperienze ne ha avute tante, ha sottolineato come al giorno d’oggi i piloti sembrino quasi rinchiusi all’interno di una gabbia immaginaria, anche se un pilota è sempre un essere umano e di conseguenza libero di pensare con la propria testa.

La comunicazione è cambiata è vero, ma comunque dipende molto dal pilota. Abbiamo visto in Drive to Survive su Netflix che Vettel ha detto comunque quello che pensava nonostante le indicazioni. Per quanto la F1 sia squadra rimane di fatto uno sport individuale, per cui non si può mettere in bocca ai piloti ciò che si vuole.

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Clay Regazzoni e Niki Lauda – Photo Credit: Web

Il ricordo legato a questo lato della F1, ha portato Luca Dal Monte, e noi con lui, nel lontano 1975, in Ferrari ai tempi di Niki Lauda e Clay Regazzoni. 

31 dicembre 1975, l’ultimo di un anno in cui la Ferrari è tornata a vincere il Mondiale con Lauda. Mi ricordo che Regazzoni al mio amico Nestore Morosini, ha lasciato un’intervista talmente polemica nei confronti della Ferrari, per la quale Clay correrà anche nel ’76, che il titolista del Corriere della Sera ha intitolato “La baracca scricchiola”. Pensa oggi se Carlos o Charles dovessero rilasciare un’intervista di questo tipo, perderesti percentuali in borsa.

La cosa divertente è che il giorno 2 gennaio, Ferrari mandò un fax interno dicendo “Premesso che non si può negare ai piloti la possibilità di parlare con la stampa, sarebbe utile che quando parlano dell’azienda…” e ha elencato tutti i paletti. Diciamo che tra un pilota come Clay pronto a sparare a zero contro tutti e la situazione odierna, forse ci vorrebbe una via di mezzo dove il pilota è meno ingabbiato e più libero di esprimersi. Verrebbero fuori cose molto interessanti. Negli scritti passati trovi raramente delle dichiarazioni di facciata, mentre oggi è difficile.

Ascolta Paddock GP!

Paddock GP è il podcast che analizza i gran premi delle competizioni del motorsport! Nella terza puntata del podcast, Raffaello Caruso, Chiara Zambelli e Vincenzo Simonelli, in compagnia dell’ospite speciale Luca Dal Monte, hanno analizzato il GP d’Austria 2021 creando un bel dibattito grazie ai punti di vista del loro ospite ed ai commenti ricevuti dagli ascoltatori. Se lo avete perso lo trovate su Facebook, YouTube e Spotify.

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Chiara Zambelli

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