Mauro Forghieri morte
Una conversazione interessante ed esclusiva quella che l'ingegnere Mauro Forghieri ha concesso a noi di rossomotori.it parlando della Ferrari di ieri e di oggi.

Molti descrivono l’ing. Mauro Forghieri come una persona burbera e poco cortese. Io penso che queste persone non sappiano cosa dicono e parlano senza dar la possibilità di collegare la bocca al proprio cervello, un passaggio assai basilare ma a quanto pare non per tutti.

In esclusiva l’ingegnere Mauro Forghieri parla a Rossomotori.it

Conosciuto durante un pranzo Ferrari, organizzato dalla Scuderia Ferrari Club di Catanzaro, a Maranello durante lo scorso luglio, l’Ingegnere si è rivelata essere una persona completamente diversa rispetto a come viene descritto solitamente. Lui ama passare del tempo con persone che amano la Ferrari tanto quanto la ama lui, e questo basta a rendere l’idea della straordinarietà di quest’uomo che ho avuto la fortuna di intervistare telefonicamente, durante un torrido pomeriggio estivo.

Mauro Forghieri pranzo ferrari
Io e l’ingegnere Mauro Forghieri durante il pranzo organizzato dalla Scuderia Ferrari Club Catanzaro – Photo Credit: autore

Grande ciuffo nero che nascondeva tanta, tantissima genialità. Una mente brillante capace di portare una notevole dose di tecnica, e non solo, nel mondo delle corse automobilistiche spaziando dalla Formula 1 al Campionato Europeo della Montagna, dalle Corse Prototipi fino a giungere alle vetture stradali. Questo è Mauro Forghieri, un uomo esemplare, con la U maiuscola, che ha contribuito a scrivere un importante capitolo della storia Ferrari, un capitolo lungo ben 30 anni. Assieme all’Ingegnere abbiamo chiacchierato in maniera completa, durante una telefonata rilassante e piacevole, di quel particolare e magico trentennio trascorso a Maranello, senza dimenticare quello che è il presente del Cavallino Rampante cercando anche di capire cosa vuol dire Essere Ferrari. Buona lettura.

È qui che la storia ebbe inizio..

Ingegnere ricorda che sensazioni ha provato quando ha varcato per la prima volta la soglia della fabbrica di Maranello in quanto uomo Ferrari?

Sai mi sentivo molto orgoglioso, anche se ero molto preoccupato perché mi chiedevo se sarei stato all’altezza.

A 26 anni il Commendatore l’ha nominata resp. di tutto il Reparto Corse, una bella responsabilità a quell’età. Secondo lei perché il Commendatore credeva in lei così tanto da volerla fin da subito in Ferrari senza farla andare in America appena terminati gli studi universitari?

Io feci presente che ero molto giovane e inesperto, però Ferrari, con cui c’era un certo rapporto, mi disse: «Tu non ti devi preoccupare. Fai quello che sai fare, io sarò sempre con te». E devo dire che ha mantenuto la parola.

Mauro Forghieri Enzo Ferrari
Mauro Forghieri assieme il Commendatore durante un weekend di corse – Photo Credit: web

Nella storia la Ferrari ha partecipato a tantissime competizioni come il campionato prototipi, l’endurance, il Campionato Europeo Montagna e, ovviamente, da sempre in F1. Pensa che sia veramente la Formula 1 la vera essenza della Ferrari?

È una domanda estremamente difficile. Direi che la Ferrari ha avuto qualcosa da tutte le attività a cui ha partecipato. Non è diventata Ferrari perché faceva la Formula 1 o altri sport. Ha saputo prendere qualcosa laddove era necessario prendere qualcosa.

Quali piloti si è trovato più a suo agio gestire, e con quali invece ha dovuto mantenere più un polso fermo?

 Io direi di essermi trovato bene con tutti loro, globalmente. È chiaro che dovevano comportarsi in un certo modo.

Ha qualche ricordo in particolare che la lega a Lauda? So che eravate molto affini.

Di Niki Lauda ho dei ricordi estremamente importanti. Niki era un uomo di cui sapevo ed ero certo che se gli davo una macchina competitiva lui vinceva. Ed inoltre, se la macchina fosse stata competitiva, molto merito lo avrebbe avuto lui. Era il pilota con cui lavoravo meglio perché sapevo cosa voleva. Praticamente io e lui vivevamo in un mondo in cui si parlava una lingua molto chiara. Quindi sapevamo cosa fare, anche in fretta, e tutto sommato abbiamo commesso pochi errori.

Mauro Forghieri e Niki Lauda
Mauro Forghieri assieme a Niki Lauda – Photo Credit: Ferrari

Lei crede nel destino?

Sai, il fatto che il destino lo abbiano creato gli uomini la qual cosa mi dice che pieno di errori, quindi non mi fido molto. Io trovo che il destino che ti prende è sempre globalmente un risultato di quello che sei riuscito a fare e preparare.

Lei raccontò durante il pranzo Ferrari che si impara di più dagli errori che dai successi. Da qual errore ha tratto il suo migliore insegnamento personale?

È una domanda a cui automaticamente ti rispondi da solo. Ma è pacifico che tu fai tesoro dell’esperienza che hai avuto la fortuna di incontrare. Non è solo importante, ma determinante e quindi non puoi fare diversamente.

Parliamo della Ferrari del presente

Cosa penserebbe oggi Enzo Ferrari di Schumacher, Vettel e Leclerc che sono stati, fino adesso, i piloti più amati dai tifosi Ferrari?

Io penso che lui sarebbe estremamente soddisfatto, perché sono i piloti che hanno saputo dare alla Ferrari cose molte valide ed erano cose che lui voleva. Avrebbe fatto anche i conti e dopo averli fatti avrebbe esclamato: «Ecco, questo è quello che preferisco perché mi ha dato di più». Era un uomo che era considerevolmente attaccato a quella che era la somma dei risultati.

michael schumacher suzuka
Michael Schumacher vittorioso durante lo storico GP di Suzuka 2000 – Photo Credit: Ferrari

Cosa incolpa alla Ferrari di adesso?

Penso che “incolpare” non sia la parola corretta. La Ferrari non fa certe cose volutamente, è una conseguenza delle situazioni in cui si trova. Non ha più gli uomini di basso livello che aveva una volta. Quando dico di “basso livello” molto bravi, meccanici ecc… E soprattutto per me, in questo momento, non ha chi li sappia comandare nel modo giusto. Quando una persona comanda, deve farlo in base a ciò che vuole.

Secondo lei cosa vuol dire ‘Essere Ferrari’?

È una grossa responsabilità. Perché il verbo “essere” vuol dire molto di più di quanto una persona non possa capire così. Essere Ferrari vuol dire non solo comportarsi come Ferrari, ma anche interpretare le cose come le interpreterebbe lui ed anche come le interpreterebbero i suoi uomini. Questa è una responsabilità molto pesante.

La conversazione avuta con l’ingegnere Mauro Forghieri si è rivelata essere una delle più gratificanti mai fatte, anche se questo era molto prevedibile. Le sue risposte sono state tutte memorabili ed interessanti, ma ha fatto soprattutto riflettere sulla differenza della Ferrari di ieri e di oggi, argomento chiave su cui si è sviluppata l’intera intervista. Come da lui detto, essere Ferrari è una grossa responsabilità poiché ormai di persone capaci di vivere per il Marchio ne sono rimaste ben poche e senza una giusta persona al vertice, non tornerà facilmente ad essere quella di una volta. Ma sia io che l’ingegnere vogliamo sperare poiché di sognatori veri ne son rimasti pochi.

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Raffaello Caruso

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