La nuova regola sui pit stop più lenti in F1 avrebbe dovuto debuttare al GP del Belgio, ma il pomeriggio vissuto a Spa non ha di fatto permesso una vera e propria gara. Il cambiamento era stato annunciato a giungo dalla Federazione che aveva cambiato le direttive sui pit stop per questioni di sicurezza; le gomme avvitate male possono infatti avere conseguenza pericolose, inoltre il dubbio sorto in seno alla FIA era quello che implicava un uso maggiore, e illegale, delle tecnologie. Dal GP d’Olanda ci saranno dunque i pit stop più lenti, fattore che in particolare colpirà Red Bull, scuderia più veloce nelle soste ai box.
Pit stop F1 troppo veloci: l’intervento della FIA
Il cambio totale del regolamento di F1 è sempre previsto dal 2022, ma già da quest’anno la FIA si è mossa per evitare alcune furbizie. Prima le ali posteriori, poi le pressioni delle gomme ed infine i pit stop considerati troppo veloci per essere “umani”. Dai dati analizzati dalla Federazione era emerso infatti che i tempi impiegati per il cambio delle gomme risultavano troppo bassi; il timore era infatti quello che alcuni team usassero procedure più automatizzate di quanto permesso dal regolamento tecnico.
Per questo motivo la FIA, a fine giugno, aveva deciso di intervenire catalogando la questione “pit stop veloci” come un problema di sicurezza; infatti, quando qualcosa può compromettere la sicurezza, è permesso cambiare la regola anche a stagione iniziata. La Federazione aveva valutato come impossibile una sosta ai box per il cambio dei quattro pneumatici inferiore ai 2 secondi. Non per demerito dei meccanici, ma soprattutto per i tempi di reazione che un essere umano ha.
Soste più lente: cosa vedremo dal GP d’Olanda?
La regola ha subito un cambiamento dopo le preoccupazioni della FIA, secondo cui procedure troppo automatizzate possono rendere meno sicuri i pit stop perché non sotto il pieno controllo delle persone. Il regolamento, appunto, recita che “i dispositivi usati per montare o rimuovere i dadi di fissaggio delle ruote possono essere alimentati solo da aria compressa o azoto. Qualsiasi sistema di sensori può agire solo passivamente”; questo significa che la maggior parte del lavoro deve essere fatto dall’uomo senza mezzi troppo automatizzati.
Il GP del Belgio doveva fare da palcoscenico per il debutto dei pit stop “lenti”, ma la gara non svolta ha rimandato tutto al GP d’Olanda; a Zandvoort quindi le soste ai box dovranno avere determinate tolleranze per permettere i tempi di reazione umani. Nello specifico, la FIA ha parlato di 0″15 da quando è stato fatto il serraggio di un dado con pistola fino a che non si rilascia la vettura; inoltre, sono anche chiesti 0″2 da quando viene abbassato il martinetto fino a che il pilota non riceve il via alla ripartenza.
La scelta di questi valori non è stata casuale ma il risultato di analisi dettagliate. In particolare la FIA ha voluto allinearsi agli stessi valori usati per decretare la falsa partenza; infatti se un pilota parte 0″2 prima dello spegnimento dei semafori, vuol dire che è stata anticipata la partenza e che dunque si incorrerà in una penalità. Dall’annuncio dei nuovi pit stop ad oggi, le scuderie hanno avuto modo di provare le soste con le tempistiche richieste, non senza polemiche soprattutto da parte di Red Bull, team più veloce nel cambio gomme.
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Non dimenticare di ascoltare l’ultima puntata di PaddockGP. Durante il quarto episodio, abbiamo commentato tutti i punti salienti che hanno animato il weekend del GP del Belgio.
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