Marc Marquez è il vincitore della seconda tappa di Misano; una vittoria favorita dalle numerose cadute ma che di fatto hanno portato sul gradino più alto del podio il pilota di Cervera. Dopo la vittoria di Austin nel GP delle Americhe e ancora prima nel GP tedesco, Marquez sale anche sul podio di Rimini ma a festeggiare non è più lo stesso Marc di 2 anni fa.
Marquez prima e dopo
Nel suo anno più difficile, Marquez è riuscito, dopo un anno di stop a causa dell’incidente al braccio, a ritornare a vincere. Quest’anno è stata veramente dura sia fisicamente che mentalmente e, considerando che non è ancora al 100% della sua forma fisica, questo lungo periodo di riabilitazione continuerà ancora per svariato tempo. A raccontare com’è stato risalire sul gradino più alto del podio è stato lo stesso Marquez ammettendo di essere cambiato, il Marquez orgoglioso di prima non c’è più.
Prima vincere non era una routine ma lo vivevo come un “Ok, ho vinto , ora la prossima”, ora invece è un “Wow, ho vinto, festeggiamo perché non sappiamo quando riaccadrà”. Ora vincere è più speciale.
Marc Marquez, pilota Honda HRC
Ovviamente l’incidente si fa ancora sentire, specialmente nelle curve destrorse:
Sento troppa differenza tra le curve a destra e quelle a sinistra, è qui che voglio migliorare. Non è colpa della Honda, ma della mia posizione sulla moto. Guidare così è difficile per me. Quando voglio essere naturale faccio degli errori, vado fuori linea. È frustrante finché non lo capisci, sono caduto perché cercavo di andare più forte di quanto potessi, poi ho capito che non si poteva fare. Anche a Silverstone sono stato troppo stretto e non è andata come mi aspettavo. Non perché non sappia farlo, ma perché ho cercato di fare qualcosa che ancora non posso fare. Devo capire la situazione in cui sono ed essere realista. Devo ingoiare il mio orgoglio.
Marc Marquez, pilota Honda HRC
La reazione di Marc all’infortunio
La domanda è sorta spontanea: Marc pensa ancora all’incidente? Ne è frenato?
Mentalmente l’infortunio non mi frena affatto. non corro pensando di essere infortunato finché non sento il dolore, è quello che mi impedisce di guidare come prima. Non è la stessa cosa guidare e pensare solamente alla moto e all’assetto invece di fare i conti per risparmiarmi fisicamente. Ciò è estenuante. Mi piace controllare le mie emozioni ma a volte esplodo. Una delle mie debolezze era di non essere in grado di accettare di non essere più vincente, di non poter andare verloce. Quest’anno lo sto capendo, se in un turno sono 9° lo accetto, verranno tempi migliori. Prima era tutto o niente, ora ci sto lavorando e spero che ciò mi aiuti in futuro.
Marc Marquez, pilota Honda HRC
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