Arrivata a San Paolo baldanzosa e certa di fare il colpaccio sul circuito di Interlagos, in Brasile la Red Bull si ritrova a fare i conti con una sconfitta netta, un Hamilton in forma strepitosa nonostante la doppia penalità e una Mercedes rinata dopo il cambio del motore sulla W12 del campione del mondo. Max Verstappen ce la mette tutta per resistere all’attacco di Lewis, tiene botta nel primo tentativo di sorpasso dell’inglese, ma deve arrendersi al secondo per manifesta superiorità dell’avversario. Dopo il GP del Brasile, la Red Bull si ritrova dietro alla Mercedes nella classifica costruttori, mentre Verstappen vede il vantaggio da Hamilton ridursi a 14 punti.
GP Brasile: la Red Bull ora teme il ritorno della Mercedes
Sulla carta doveva essere una vittoria facile facile. E invece il GP del Brasile si è trasformato in un calvario per la Red Bull, sconfitta ieri su una pista dove era data per favorita. Il weekend era iniziato bene, con la notizia della penalità a Lewis Hamilton dopo la sostituzione del motore termico sulla sua W12. Il primo campanello d’allarme arriva venerdì con la splendida pole conquistata da Hamilton, Max è secondo. Poco male, avranno pensato nel box Red Bull: l’ala posteriore della Mercedes di Lewis è irregolare – Verstappen la controlla personalmente mettendo le mani dove non dovrebbe e beccandosi pure una multa salata – e l’inglese è costretto a partire dal fondo della griglia nella Qualifica Sprint. E qui arriva il secondo campanello d’allarme per il team austriaco: Hamilton il sabato è velocissimo e in 30 minuti di gara risale dall’ultimo al quinto posto.
Il copione si ripete il giorno dopo per il GP: il pilota inglese parte decimo ma, dopo pochi giri è già incollato a Verstappen che pure era stato autore di una bella partenza, bruciando Bottas al via. La Red Bull fa tutto bene, il muretto non sbaglia strategia, Mad Max resiste come un leone fino al giro 59 quando viene sopravanzato da Lewis. Hamilton trionfa al GP del Brasile, rifilando 10 secondi di distacco a Verstappen in appena 11 giri. Una superiorità netta, schiacciante sia del pilota, autore della sua miglior gara in stagione, che della monoposto della Stella. Alla Red Bull non rimane che accontentarsi del secondo posto di Max, apparso comunque tranquillo al termine del GP. Il pilota olandese mantiene la leadership della classifica iridata, ma vede il suo vantaggio ridursi a 14 punti.
Red Bull, Mercedes e l’incognita di Qatar e Arabia Saudita
Il weekend del Brasile, oltre alla sfida in pista tra Verstappen ed Hamilton, è stato caratterizzato anche da quella, altrettanto infuocata, tra i due team. Veleni, sospetti, pressioni sulla FIA da ambo le parti. E’ da inizio stagione che Red Bull e Mercedes combattono una battaglia politica come non se ne vedevano da anni. La vittoria netta di Hamilton, nonostante le 25 posizioni di penalità accumulate in due giorni, ha riacceso la polemica sulla superiorità del motore Mercedes, tornato inarrestabile proprio ad Interlagos dopo aver sofferto negli ultimi GP. Con alle porte due appuntamenti, Losail e Jaddah, che sono un’incognita per tutti, la ritrovata competitività della W12 diventa un serio problema per le ambizioni iridate della Red Bull.
Sui GP di Qatar e Arabia Saudita è molto difficile fare pronostici: Losail è un circuito dove la potenza del motore conta e dove la Mercedes potrebbe dire la sua. Ancora più complicate le previsioni per la gara di Jeddah, con i lavori ancora in corso e un enorme punto interrogativo su come sarà la pista. La Red Bull dovrà inoltre preoccuparsi della tenuta della power unit Honda che Verstappen ha sostituito in Russia. Pensare di arrivare fino ad Abu Dhabi e giocarsi il titolo con questo motore è francamente un po’ troppo ottimista, soprattutto dopo la potenza fatta vedere dalla Mercedes dopo il cambio dell’ICE.
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Rosanna Greco