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L'australiano non è d'accordo con il loro utilizzo, dato che non esiste più un vero e proprio limite.

Casey Stoner è stato sempre un pilota vecchio stampo. Lontano dai riflettori, di quelli che parlano poco ma che in pista danno anche più del 100%. Ritenuto da molti come il più grande per talento puro nel guidare una moto, Casey si è allontanato precocemente dal Motomondiale. Il ritiro a fine 2012, dopo il titolo vinto nel 2011 con la HRC surclassando tutti, era arrivato come un fulmine a ciel sereno. Stoner non sentiva più suo quell’ambiente, fatto ormai più di apparenze che di altro. Ora l’australiano vive serenamente la sua vita con la famiglia, dovendo comunque lottare con vari problemi fisici che lo attanagliamo. Quest’anno è tornato anche a visitare il paddock, in occasione dei GP di Portogallo e Valencia.

Per Casey Stoner le vie di fuga asfaltate porta il limite ad un livello troppo pericoloso

L’australiano ci va giù duro con le affermazioni contro le vie di fuga in asfalto. Queste risultano molto utili nel caso di corse automobilistiche come la F1, ma per le moto diventano un vero e proprio problema. Sia nella gestione degli episodi di gara, sia nella gestione di eventuali incidenti. Tante volte anche quest’anno, soprattutto in Moto3, i piloti divagavano aldilà del cordolo creando situazioni delicate dal punto di vista disciplinare. Ecco come la pensa il due volte campione del mondo:

Penso che ci debba essere più supporto da parte della direzione gara. Deve esserci un po’ più di chiarezza o decisioni definitive, perché questi problemi non c’erano stati per tanti anni. Ora c’è troppo margine di manovra, la pista non ha più confini. Si sposta sempre più in là ed è delimitato solamente da un po’ di vernice verde. I piloti non hanno più paura mentre prima, quando c’era l’erba, tutti dovevano controllarsi molto di più. Ora pensano: “Non importa se finisco fuori dalla pista, perché c’è molto asfalto”.

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Casey Stoner, dopo il ritiro, ha svolto anche il ruolo di tester per Ducati – Photo Credit: motogp.com

È meglio per tutti imparare ad avere un po’ più di rispetto reciproco. Non è solo legato solo ai giovani, perché ci sono anche tanti piloti maturi ed esperti che fanno ancora cose simili. Penso che tutto derivi dalle penalità, le quali probabilmente non sono abbastanza dure o abbastanza chiare. Per me la cosa peggiore che sia successa alle corse sono le via di fuga in asfalto. Non c’è più un limite chiaro della pista, quindi è molto difficile contenere tutti al suo interno.

Casey Stoner

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Riccardo Zoppi

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