Charles Leclerc e Carlos Sainz riportano la Ferrari in auge alla gara di apertura grazie ad una sbalorditiva doppietta che non si vedeva da Singapore 2019. La Squadra dei Carli ha regalato la prima bandiera esposta ai cancelli d’ingresso della GES di Maranello, il tutto seguito da un corteo di appassionati e tifosi Ferrari che sono scesi tra le strade di Maranello come se quello vinto fosse stato un titolo mondiale e non la prima gara di una nuova ed entusiasmante stagione. Questo lo sfogo di tutta la rabbia e delle sofferenze che ogni singolo tifoso ha dovuto sopportare nelle ultime stagioni. Ma sarà solo un fuoco di paglia, oppure la Ferrari è veramente tornata?
La Scuderia Ferrari segna di rosso il GP del Bahrain
All’indomani del GP del Bahrain, i cieli di Al Sakhir e di tutta Manama si tingono di una particolare tonalità di rosso: quella Ferrari. La storica Scuderia di Maranello, che bazzica sui circuiti di Formula 1 fin dalla sua prima edizione a Silverstone nel 1950, sembra essere tornata. E dico “sembra” perché con la Ferrari bisogna sempre andar cauti e, soprattutto, perché quei tipi lì, ovvero Mercedes e Red Bull, di certo non rimarranno a guardare l’avanzata Rossa rimanendo con le mani in mano.
Viene proprio difficile pensare che una Ferrari così solida, affidabile e veloce sia solo un fuoco di paglia. Già dai test di Barcellona la F1-75 ha fatto un gran parlare di sé, con le sue linee uniche e le pance con dei veri e propri condotti d’aria per i flussi aerodinamici. Una roba quasi spaziale, che denota una grande e meticolosa cura nei dettagli da parte dei meccanici della stessa Scuderia.
Nella gara di ieri, la Ferrari non ha fatto altro che confermare i risultati mostrati durante i test e le prove libere sul circuito del Sakhir in Bahrain. La F1-75 è un concentrato di potenza e affidabilità, certo, ma è anche frutto di un lavoro no-stop che va avanti dal 2019. I tecnici ed ingegneri della Rossa hanno avuto tutto il tempo per assemblare una vettura competitiva e, perché no, capace di conquistare il titolo mondiale; trofeo che non viene portato a casa a Maranello dal lontano 2008.
Sembra che le parole di Mattia Binotto, e anche quelle di John Elkann che ha voluto addossarsi tutte le colpe ed il peso di non avere una vettura competitiva entro il 2022, non siano state così false. Questa Ferrari inizia a far sognare, dopo i tanti incubi vissuti soprattutto nel 2020, però quanto ci sarà di vero?
È davvero l’anno della Ferrari?
Ma, come tutte le belle storie, c’è sempre un enorme “ma” di mezzo. Andiamo a scovare nel baule dei ricordi un po’ di aneddoti. Torniamo al 14 marzo del 2010. In quella stagione la Formula 1 iniziava proprio in Bahrain, anche se si correva di giorno e non di notte, e subentrava un nuovo regolamento tecnico. Notate anche voi qualcosa di familiare, vero? Ma non è finita qui…
La Ferrari F10, pilotata da Felipe Massa e Fernando Alonso, siglava una doppietta nella gara di apertura al cospetto di una Red Bull, quella di Vettel e Mark Webber, in netta difficoltà. Nulla di diverso da ciò che abbiamo visto 12 anni dopo, durante lo stesso GP del Bahrain dove a cambiare sono solamente i protagonisti in gioco, le uniche varianti di una danza infinita come la Formula 1. Ma quella lontana stagione del 2010 iniziata benissimo per la Ferrari sembrava essere l’inizio di una nuova alba rossa, eppure sappiamo benissimo come è andata a finire.
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