Edoardo d’Amicis, portacolori di Viola Racing, torna a bordo della sua Formula Renault 2000 in occasione della tappa sul tracciato di Monza dell’ACI FR 2.0 Cup. Di seguito il racconto dello stesso pilota romano in occasione della sua prima esperienza maturata nel tempio della velocità che lo ha portato a conquistare un altro podio in questa stagione. Ecco il suo racconto.
ACI FR 2.0 Cup Monza, il racconto di Edoardo d’Amicis
Nonostante un ottimo terzo e quarto posto, sul sali e scendi toscano (qui il resoconto della gara) sono stato sempre troppo sotto pressione, troppo agitato soprattutto nei momenti più caldi e troppo passivo in praticamente tutte le occasioni che avevo. Quindi lo ammetto, finito Mugello ero davvero deluso della mia prestazione e quindi ancora più carico per Monza.
Le FP1 ed FP2 procedono come secondo i piani. Durante le FP1 imparo la pista (non avevo mai girato a Monza) ed ho capito quanto rispetto ci voglia per una pista del genere. Rispetto è proprio la parola giusta. Staccate al limite del bloccaggio, cordoli da prendere e non, macchina scarica che più scarica non si può sono un mix che solo Monza può regalarti. Tra l’altro guidi con la consapevolezza che le curve sono poche e se sbagli qualcosa ti porti lo svantaggio lungo tutto il rettilineo. In FP1 ottengo la P5 e in FP2 la P4, il primo di quelli che non avevano montato gomme nuove. Entrambe le prove libere si sono disputate in fasi diverse della giornata e questo ci ha dato modo di saggiare la pista in condizioni diverse, adattando il setup e la pressione ottimale delle gomme.
Qualifica alle 8:30 di sabato, ero molto fiducioso e in palla. Abbiamo messo più benzina del solito perché faceva freddissimo e aveva piovuto per tutta la notte; quindi, ci voleva un po’ per scaldare bene le gomme (che con i rettilinei si raffreddavano subito) e la pista si migliorava giro dopo giro. P3 fissa, all’ultimo minuto utile sparo un tempo da P2 ma mi danno track limit e retrocedo P5 per gara 1 e P6 per gara 2. Brutto vedere la scritta “deleted” dai tempi, un’esultanza e subito dopo un “No Edo, no, track limit, P6” in radio…non mi sono lasciato abbattere, ho pensato solo “Cavolo, lo vedi che te la batti ad armi pari con loro? Forza, bravo”.
Gara 1 inizia alle 14 dello stesso giorno. Azzecco un buona partenza, mi inserisco in bagarre con delle Formula 3 più lente e alla fine della favola mi ritrovo P4, a 2.2 dal terzo e il secondo che battagliavano con 5 minuti + 1 giro alla fine. Peccato che proprio lì inizio ad accusare un sottosterzo clamoroso e dentro di me penso “Diamine, le gomme anteriori”. Riesco ad adattarmi, mi avvicino sempre di più, all’ultimo giro gli sono a 0.4. Prima variante si danno fastidio tra loro, non riesco a partecipare alla festa a causa della carreggiata stretta in prima variante e quello che era in seconda posizione viene sorpassato. Approfitto del momento di difficoltà, lo affianco alla Roggia e in staccata rientro sulla traiettoria ottimale, tiro fuori tutta la percorrenza possibile in Lesmo 1 e Lesmo 2 e già al Serraglio ero avanti. Chiudo gara 1 in terza posizione con questo bel sorpasso dopo Lesmo 2, contentissimo. Il podio di Monza è speciale.
Gara 2 purtroppo succede il fattaccio. Praticamente replica di gara 1, ero quarto a 5 minuti dalla fine a 1.1 da seconda e terza posizione. Un doppiato, che prende bandiera già dall’Ascari, non si sposta in Parabolica e ci troviamo in quattro a trenino e lui che bellamente se ne sta all’interno. Il mio compagno di squadra deve frenare per non prenderlo, si innesca così una reazione a catena che fa frenare anche quello avanti a me e io che ero in pieno perché avevo appena ripreso il gas. Incidente e fuori dalla gara. Peccato, il campionato è ancora lungo ma questa proprio non ci voleva.
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Autore: Raffaello Caruso, Co-Autore: Edoardo d’Amicis