Roberto Tamburini ci ha raccontato della sua prima parte di stagione e di come ha affrontato il passaggio inaspettato in Superbike

Roberto Tamburini è approdato nella Superbike in questa stagione con la Yamaha R1 del team MotoXRacing dopo anni tra Superstock e National Trophy. In questa intervista esclusiva ci ha raccontato come è nata questa occasione di correre nel massimo campionato delle derivate di serie, com’è stato l’impatto con i campioni presenti sulla griglia SBK e non solo.

La prima parte di stagione

L’annuncio di Roberto Tamburini in Superbike è avvenuto all’improvviso, un fulmine a ciel sereno vero e proprio. Dopo il titolo conquistato con BMW nel National Trophy 1000, il riminese dopo mesi di silenzio approda al team MotoXRacing, su una Yamaha R1.

Il riminese non sta sfigurando in questa sua prima parte di stagione, sfiorando a più riprese la top10 e sopravanzando piloti con moto più performanti e con più esperienza sulle SBK. C’è da sottolineare come sia il pilota sia il team sono entrambi rookie del campionato. “Tambu” ci ha raccontato così come sta vivendo questa importante vetrina mondiale.

Impatto importante, affronti un campionato che è al top. Il livello di moto e team è altissimo e c’è da considerare che ci sono 10 piloti ufficiali, con team indipendenti che hanno pacchetti molto competitivi. Stare tra il 15esimo e il decimo posto non è scontato ed è già buono che riesca a starci. Per me e il team è il primo anno in SBK e abbiamo un pacchetto che avrà un paio di anni. Di base corriamo con la moto di Loris Baz del 2020 con qualche aggiornamento. Cerchiamo di sfruttare al massimo quello che abbiamo, abbiamo del margine, anche da parte mia. Abbiamo fatto pochi test ad Aragon quindi sono contento di quello che stiamo facendo”.

Tamburini Superbike
photo credits: worldsbk.com

Il suo percorso di crescita ha avuto una battuta d’arresto in Estoril per via dell’infortunio al piede destro rimediato in allenamento, dovendo intervenire chirurgicamente per risolvere il problema. Il pilota MotoXRacing ha accelerato il recupero per poter correre la sua prima gara di casa a livello mondiale e nonostante la condizione fisica precaria, ha sfiorato ancora una volta la top 10 in gara2 a Misano. La pausa estiva, in attesa del gran premio che si correrà a Donington, cade a fagiolo per far sì che il riminese possa ritornare in una condizione migliore.

Il piede va meglio, non è al top, non ho molta mobilità ancora, ma sta migliorando. Per me la pausa è utile per recuperare al meglio. Tornare a Misano è stato molto importante perché era da Assen che non correvo più e ci ho tenuto essere a Misano, anche se avrei preferito arrivarci in una condizione migliore. Davanti al pubblico di casa, in Superbike, è stato molto bello ed emozionante, anche se in condizioni precarie. In Gara2 sono arrivato 12esimo, ma sono contento del risultato perché era molto tempo che non salivo in sella a una Superbike e le sensazioni sono state buone“.

L’approdo in SBK

Dopo la vittoria nel 2021 nel National Trophy, l’arrivo in Superbike è stato inaspettato, ma di certo meritato dopo gli anni di gavetta tra Superstock e campionati nazionali. Il talento non è mai mancato a Tamburini, ma il motociclismo di un certo livello, come per altri sport, guarda anche ad altri aspetti non prettamente sportivi.

Da quanto si evince dalle parole del “Tambu”, l’accordo tra pilota e team per correre in SBK è nato per puro caso, rivelandoci un retroscena curioso riguardo al suo ingaggio nel team MotoXRacing.

Il tutto è nato per caso. Io con il team MotoXRacing avevamo trovato un accordo e avevamo iniziato a girare a inizio anno perché dovevamo fare il mondiale SSP600. Loro dovevano prendere Isac Vinales in SBK. Le cose erano così fino a metà marzo, poi è successo qualcosa tra di loro e al team è venuto in mente di lanciarmi in Superbike direttamente, questo a fine marzo. E’ stata una notizia inaspettata, è stato bellissimo e devo ringraziare Sandro Carusi (team manager team MotoXRacing n.d.r) per l’opportunità che mi ha dato. Nel motociclismo a volte non basta andare forte, c’è molto business. Ce la godiamo a pieno”.

Le differenze tecniche tra Superstock e Superbike

Nonostante l’enorme esperienza accumulata nel corso degli anni, approdare in un contesto mondiale è differente, sia dal punto di vista dell’impegno in pista sia dal lato prettamente tecnico. Anche se Tamburini ha corso già in passato con una Yamaha R1 nel campionato Superstock 1000, guidare una moto preparata SBK evidenzia delle differenze sostanziali.

Cambia tutto tra superbike e Superstock. Rispetto alla Yamaha che guidavo in Superstock di uguale ha solo le scritte (ride n.d.r). E’ una moto più estrema in tutto, le forcelle, il forcellone, il telaio in generale, l’elettronica e anche un po’ all’impianto frenante. La moto è quella, ma è tutto un po’ più estremo, quindi se riesci a trovare il modo giusto di guidarla riesci ad andare molto forte. Essendo molto estrema come ho detto, è anche sensibile alle regolazioni, quindi per sistemarla bene bisogna essere sul pezzo. Pecca un po’ di motore, ma anche quella ufficiale. E’ il carattere della moto, ma bisogna sfruttare i lati positivi e ce ne sono“.

Roberto Tamburini ci ha raccontato della sua prima parte di stagione e di come ha affrontato il passaggio inaspettato in Superbike
photo credits: Roberto Tamburini profilo Facebook

Nonostante il National Trophy sia comunque un campionato competitivo, misurarsi con piloti del calibro di quelli presenti in griglia Superbike non deve essere assolutamente facile e scontato. E bisogna considerare che nel National Trophy ci sono meno appuntamenti e le gare sono singole e composte da 10 giri, quindi si parla di una preparazione fisica che cambia radicalmente.

Stando in pista con questi campioni vedi quanto c’è da imparare e questo mi stimola a fare sempre meglio. Toprak, Rea e Bautista, come si vede dalla televisione fanno veramente la differenza. Razgatlioglu ha una staccata impressionante. Vederli in pista non ti fa dire “Wow”, ma riescono a sfruttare al massimo il loro pacchetto. Avere tre gare nel weekend contando che arrivo dal National dove c’è una singola gara da 10 giri a weekend, è un altro fattore importante da considerare, anche perché avevo iniziato la preparazione per correre con le 600. E’ un weekend impegnativo e intenso, bisogna essere sul pezzo e stiamo lavorando per ritornare in forma”.

La mancanza della categoria Stock

Roberto Tamburini come detto in precedenza, sta avendo la sua occasione a livello mondiale a 31 anni di età. Il riminese lamenta l’assenza di un campionato a livello europeo come è stato quello delle Superstock, che dal 2018 ha chiuso i battenti, nonostante i molteplici piloti che attualmente corrono nelle massime serie o le hanno frequentate come Toprak Razgatlioglu, Franco Morbidelli, Michael Fabrizio, Lorenzo Savadori e Michael Ruben Rinaldi.

Io ci ho corso diversi anni e andavo anche forte, essendo stato anche vicecampione. Da pilota ti dico di sì, mancano questi tipi di campionato. Darebbe opportunità a più piloti di correre, il livello era comunque alto e dava l’opportunità anche a piloti come me che non avevano grande budget, di correre una categoria di contorno della Superbike, ma che dava visibilità”.

Obiettivi stagionali

La top-15 era l’obiettivo primario per Roberto Tamburini per il suo anno da rookie in Superbike. Diciamo che il riminese ha anticipato i tempi, riuscendo a centrare il target già dalla prima gara ad Aragon dopo i pochi test effettuati.

La prima volta che me l’hanno detto mi hanno preso contropiede, anche se è stata una figata. Vedendo i piloti che c’erano e i team ho pensato che sarebbe stato già molto importante riuscire ad entrare nei 15. Visto che questo lo abbiamo ottenuto subito, sicuramente sarebbe molto bello centrare la top-10 almeno una volta nel campionato e poi provare a riconfermarmi. Noi siamo lì per fare il massimo e questo mi spinge a fare sempre meglio”.

Mentre per il futuro, ancora incertezza, ma il focus per Tamburini è fare il massimo e sedersi al tavolo tra qualche mese per delineare dove correrà la prossima stagione.

Attualmente la mia priorità è questa stagione. Sicuramente a un certo punto della stagione dovrò sedermi al tavolo e vedere cosa fare. Dipenderà da diverse cose, dai piani del team, i loro progetti. Da parte mia correre in Superbike è il top, non posso chiedere di meglio. Questo sport lo conosciamo, quindi possono succedere diverse cose. Vediamo”.

SEGUICI SU:

📱 Facebook, la nostra pagina ufficiale.
📸 Instagram, foto a sfondo motoristico e non solo!
🎙 Spotify, per ascoltare il meglio dei podcast in cuffia.
📹 YouTube, per gustarti tutti i nostri video.
👔 LinkedIn, rimani aggiornato sulle nostre offerte e contenuti.
🐦 Twitter, per avere notizie flash sul mondo del motorsport.

Simone Massari

About Post Author