Singapore Ferrari Red Bull
Di ritorno da Singapore la certezza è che Ferrari può ancora dire la sua; Red Bull ormai non ha più piste deboli.

Dopo un rocambolesco GP di Singapore, come da tradizione ormai sul tracciato di Marina Bay, è la Red Bull di Sergio Perez a portare a casa la vittoria, nonostante una Ferrari pimpante in tutte le condizioni di pista. L’allentamento della TD39 potrebbe aver consentito alla rossa di ritrovare lo smalto della prima metà di stagione, ma su una pista teoricamente favorevole, ancora una volta la vittoria è andata al team austriaco, seppur non con la vettura #1.

In quel di Singapore segnali di risveglio per Ferrari, Red Bull la spunta col brivido

Neanche il limite delle due ore è stato sufficiente a decretare l’esito del diciassettesimo appuntamento stagionale. Si è dovuta attendere la decisone finale dei giudici di gara in merito alle irregolarità compiute da Perez in regime di Safety Car. Dopo svariate ore è arrivata la conferma della vittoria per il messicano, seppur le motivazioni ufficiali e soprattutto le modalità con cui il verdetto è stato emesso dimostrino, ancora una volta, come dal punto di vista della direzione gara siano molti i passi avanti necessari.

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Singapore Ferrari Red Bull Perez
Photo Credit: Red Bull Oracle Racing Team Twitter

Concentrandosi su quanto successo in pista però, non si può fare a meno di notare come Ferrari abbia sicuramente trovato sulla sua strada un weekend più positivo rispetto agli ultimi appuntamenti. La correzione relativa alla famigerata TD39 può certamente aver aiutato il team di Maranello, anche se questo fattore di per sé potrebbe non essere sufficiente a spiegare una simile differenza rispetto alla tripletta europea di settembre.

La correlazione tra simulatore e pista è tornata, la supremazia sui tracciati lenti no

Sin da venerdì è apparso subito evidente come l’assetto di base sulle monoposto di Maranello fosse decisamente a punto: quello della buon correlazione tra dati e riscontri in pista è stato uno dei principali punti di forza del cavallino nella prima parte del campionato. Dopo le enormi difficoltà nel trovare il giusto compromesso in Belgio, tra i muretti della metropoli asiatica si è vista subito una buona Ferrari, capace di portare in pista un assetto più morbido rispetto alle ultime uscite, seppur non al livello di Red Bull.

LeaderInseguitoreGap
Monaco (Q3)LeclercPerez>0.500 s
Singapore (FP2)LeclercVerstappen+0.131 s

Sin dalle libere si è visto come nelle curve da medio/alta velocità le rosse potessero contare su un vantaggio rispetto alle vetture di Milton Keynes, le quali però hanno evidentemente conservato un margine nel lentissimo. Il risultato è stata una supremazia di Red Bull nella prima metà di pista e di Ferrari nella seconda. La sensazione è che con condizioni stabili e asciutte si sarebbe trattato di un testa a testa, il che comunque è un fattore da tenere in considerazione se si pensa a quanto consistente fosse il vantaggio delle monoposto italiane a Monaco ad esempio. Nella tabella un confronto dei giri più rappresentativi tra le due vetture sui tracciati citati, ovvero gli ideal lap del Q3 nel principato e il miglior tempo sull’asciutto fatto registrare in FP2 a Marina Bay.

Gara equilibrata anche sul bagnato, Red Bull “accende” la gomma come nessun altro

Un altro aspetto positivo per Sainz e soprattutto per Charles Leclerc, più a suo agio rispetto allo spagnolo nel corso di tutto il weekend, è sicuramente la competitività dimostrata dalle loro auto in condizioni umide. Il monegasco ha tenuto il passo di Perez fino al gioco dei Pit Stop, con una leggera flessione solo sul finale dello stint. È importante sottolineare comunque come ogni ripartenza fosse un’occasione soprattutto per Max Verstappen di far valere la capacità della sua macchina di generare rapidamente temperatura soprattutto all’asse anteriore.

Singapore Ferrari Red Bull Leclerc
Photo Credit: Scuderia Ferrari Twitter

Poco si può dire sul bellissimo duello per la vittoria dopo la ripartenza, se non che sicuramente il portacolori della scuderia emiliana è stato costretto a sfruttare oltremodo le sue coperture per tentare l’attacco alla prima posizione, allontanandosi sul finale oltre i fatidici 5 secondi. Nel terzo settore, il vantaggio in termini di grip per il monegasco era a dir poco evidente, ma purtroppo per lui la difficoltà a seguire da vicino l’auto che precede nella percorrenza delle ultime due pieghe verso sinistra non gli ha mai consentito l’attacco in curva uno. La prossima pista in calendario è Suzuka, tracciato estremamente tecnico; sarà necessario un alto livello di carico generato dal fondo, con Ferrari che porterà delle novità proprio su questa componente.

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Francesco Corona

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