Max Verstappen è campione del mondo per la seconda volta in carriera. Consecutiva. Un altro titolo mondiale giunto tra le polemiche, così come accaduto ad Abu Dhabi nel 2021. Voci che il due volte iridato ha però messo a tacere, mostrando un raro talento in pista e quella maturità ormai raggiunta che lo ha portato sul tetto del mondo. Un talento che non può essere ridotto a quelle sole discussioni. Max Verstappen è campione del mondo.
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Verstappen campione del mondo: l’uomo che vinse due volte
9 ottobre 2022. Il GP del Giappone è pronto ad andare in pista. Una diciottesima tappa che scotta nonostante la pioggia, e non solo per quello che la FIA comunicherà il giorno dopo. Sul tracciato di Suzuka Max Verstappen ha infatti il secondo match point per vincere il titolo. Un obiettivo che il campione olandese, al di là delle polemiche, ha dimostrato di meritare fin da inizio stagione. Contro se stesso. Contro Leclerc e un compagno di squadra che ad inizio stagione sembrava potesse infastidire. E contro quelle polemiche a mettere in dubbio la forza del pilota di casa Red Bull.
Dopo qualche ora la gara riparte su quel tracciato di Suzuka che nella storia della F1 è stato palcoscenico di lotte memorabili. Max Verstappen, dalla sua posizione, non esita. Serve la perfezione per chiudere i giochi. E questa infatti arriva, pronta a scacciare le sbavature viste a Singapore, perché alla fine anche i grandi possono sbagliare. L’importante è poi sapersi rialzare subito. Una qualità che Verstappen ha sempre mostrato di avere. La freddezza in pista, forse nata in lui anche per i duri insegnamenti di papà Jos, alla fine ha premiato. Bandiera a scacchi. Il primo posto e la penalità che relega Leclerc in terza piazza bastano. Game over, Max Verstappen è campione del mondo.
Verstappen: un talento nella manica per spegnere le polemiche
Il talento è quella parte innata di una persona che esce allo scoperto soprattutto nei momenti più complicati, quelli definiti impossibili. Dove gli altri non arrivano, chi ha talento invece ce la fa. E che Max Verstappen ne sia dotato è innegabile. Vincere un mondiale di F1 non è mai semplice; ripetere l’impresa però lascia un marchio ben impresso, soprattutto quando oltre alle battaglie in pista ci sono anche le critiche fuori. Abu Dhabi, titolo rubato. Ha vinto solo grazie a Latifi. Facile vincere con la vettura migliore. Hanno barato, non si merita i titoli.
Frasi che in meno di un anno hanno continuato a risuonare fuori e dentro i box di F1. Convinzioni che hanno nascosto agli occhi di molti la vera realtà, ovvero quella rivelata dalla sola e univa pista. Max Verstappen, in Giappone, ha infatti battuto tutti, non solo i suoi colleghi e rivali. Tutti. Il pilota olandese ha così dimostrato la pesantezza che contiene un titolo mondiale. Un macigno che lui si è caricato sulle spalle ad Abu Dhabi lo scorso anno, guidando nel 2022 come se nulla potesse comunque scalfirlo.
Per vincere un titolo in F1 non basta avere la macchina migliore. Serve un intero team perfetto; serve non dimenticare anche i dettagli minimi a cui spesso non si fa caso. Oggi, si può dire, che serve avere un Max Verstappen. Lottare per il titolo, e vincerlo due volte, non può infatti essere pura fortuna o solo merito di una vettura quasi sempre perfetta. Un talento non può e non deve essere ridotto a questo; va riconosciuto e il mondo della F1 forse sta davvero imparando a vedere quello di Max Verstappen.
D’altronde, inchinarsi per la seconda volta al campione olandese, deve avere un significato. E oggi quel significato non è più così nascosto. Max Verstappen è campione del mondo per la seconda volta. Lo è, prima di tutto, per merito. Suo. Non vederlo è impossibile; dopotutto, quel tetto del mondo, porta ancora il suo nome. E forse, quello che manca, è il coraggio di ammetterlo. Polemiche o no, vettura migliore o no, Verstappen è campione del mondo. Meritato. Reale. Vero.
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