Cristian Gabarrini, tecnico campione del mondo al fianco di Francesco Bagnaia in questa stagione, è tornato di un altro suo pupillo, Casey Stoner. Con l’australiano il tecnico italiano ha portato il primo titolo in MotoGP alla casa di Borgo Panigale, segnando una pagina importante della storia del marchio.
Le parole di Gabarrini su Stoner
Un ingegnere da titolo. Si potrebbe definire così Cristian Gabarrini, che dopo i due titoli conquistati con Stoner nel 2007 in Ducati e nel 2011 in Honda, ha fatto tris con il campionato del mondo 2022 di Pecco Bagnaia. Un rapporto quello fra i due nato ai tempi dell’esordio in Pramac del pilota di Chivasso e cresciuto nel tempo fino ad ottenere il massimo risultato possibile.
Tornato in Ducati per seguire la parte tecnica del box di Jorge Lorenzo, l’ingegnere italiano arrivava da una esperienza Honda con Casey Stoner e precedentemente, sempre con l’australiano, in Ducati. Il titolo del 2007, all’esordio delle MotoGP 800, fu una vera impresa inaspettata. Una classe regina molto differente a quella a cui siamo abituati ora. Poca elettronica e quella Desmosedici GP7 imbizzarrita per la pista. Ma Stoner ce la fece a portarla a vincere, ma non fu una passeggiata. Il problema più grande, il consumo del carburante secondo il tecnico, come riportato da Motorsport.com.
La Ducati del 2007 era una moto estrema, con un motore molto potente, ma quasi inguidabile. Quel motore aveva una sete sfrenata di carburante, ne consumava molto. Nel corso degli anni, la gestione del motore è stata messa a punto, ed è per questo che la Ducati è ora una delle migliori moto in griglia
La gestione dell’elettronica era affidata al polso destro e Casey Stoner interpretò al meglio la cosa, distinguendosi per una guida spettacolare ed efficace.
All’epoca l’elettronica non era così evoluta come oggi, quindi abbiamo dovuto fare meno affidamento su di essa, eliminando l’elettronica. Quando Casey è passato alla Honda, ha chiesto di avere la maggior parte del controllo sull’acceleratore e sulle modalità di comunicazione con il motore. All’epoca era più efficace perché tagliava l’acceleratore prima di quanto potesse fare l’elettronica
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Simone Massari