Sebastian Vettel
Sebastian Vettel chiude la sua carriera in Formula 1 rendendoci testimoni dell'evoluzione avuta da quel ragazzino perennemente col sorriso e con l'indice alzato.

È stata un’avventura lunga 299 GP, un viaggio emozionante ed inaspettato che ha portato a Sebastian Vettel tantissime gioie e dolori. In questo articolo non parleremo di numeri, non parleremo di record, bensì parleremo di ciò che Sebastian Vettel ha significato per la Formula 1. È stata un’avventura bellissima, ma c’è un’ultima gara da vincere.

Danke für die Erinnerungen, Seb

Cordiale, spontaneo e vero. Questi sono solamente tre dei numerosi aggettivi con cui si potrebbe descrivere Sebastian Vettel. Un campione, dentro e fuori, non solo per i 4 titoli iridati vinti, ma soprattutto per essere un campione nella vita vera, quella di tutti i giorni nel paddock assieme ai suoi amici, colleghi e compagni d’avventura.

Sebastian Vettel Abu Dhabi 2022
Photo Credit: F1.com

Chi ha avuto la fortuna di vivere Sebastian Vettel sa bene il cuore grande che questo pilota ha nei confronti di tutti. Alla viglia dell’ultimo weekend di gara della stagione, ogni pilota ha espresso solamente parole positive nei confronti del 4 volte iridato come testimonianza di aver avuto con lui uno splendido e solidale rapporto. Basti pensare al racconto di Grosjean, il quale afferma che durante l’orrendo incidente di cui fu vittima in Bahrain, Sebastian Vettel lo andava a trovare diverse volte in ospedale per accertarsi dello stato di salute del pilota franese.

Sebastian Vettel Ferrari
Photo Credit: Scuderia Ferrari

Ma cosa rende Seb un vero pilota seppur non abbia dalla sua i grandi numeri e record di Michael Schumacher e Lewis Hamilton? L’umanità. Sebastian Vettel è il pilota più umano, vero e sincero tra tutti i 20 presenti in Formula 1. È un uomo capace di ammettere i propri errori, andando ben oltre il suo ego da campione del mondo e, con grande umiltà è capace di crescere anche durante l’ultima gara della sua carriera in Formula 1, la qual cosa è testimoniata dall’ultima conferenza stampa della stagione in cui ha ammesso pubblicamente l’errore – ed il brutto gesto – fatto a Baku nei confronti del suo rivale Lewis Hamilton.

Magari Sebastian Vettel non è stato apprezzato molto dalla F1 e dai suoi team, in particolare da Ferrari che lo ha bistrattato in malo modo in piena pandemia, ed anche Red Bull, soprattutto da Helmut Marko (le cui dichiarazioni a volte risultano essere poco professionali e umane) che ha ribadito più volte quando non valesse poi molto all’interno della casa di Milton Keynes se paragonato a Max Verstappen. Le critiche, la disapprovazione è accettabile, ma alla fine ci rendiamo conto delle cose belle che avevamo sottomano e riuscivamo a vivere nel nostro quotidiano soltanto quando le perdiamo per sempre. E così sarà anche per Sebastian Vettel.

La lettera del direttore di Rossomotori.it

Ed ora passiamo al lato più personale di questo scritto. Da giornalista, per pura deontologia, bisognerebbe essere quanto più distaccati possibili dai fatti di cronaca che su questo sito internet sottoponiamo quotidianamente alla vostra attenzione così da farvi esprimere il vostro parere più puro senza influenzare le vostre idee. Anche per questo scritto vale la stessa regola, ma non posso esimermi nel rimanere totalmente indifferente da quest’ultima magica danza di Sebastian Vettel. Per cui scusatemi se verrò meno ad un giuramento fatto davanti ad un tesserino e ad un Ordine, apprezzerò le vostre critiche ed i vostri commenti a riguardo, ma cercate anche di essere empatici e leggere, qualora vogliate, quest’ultimo tributo fatto ad un pilota e uomo vero.

GP Italia 2008 Sebastian Vettel
Photo Credit: F1.com

Da giornalista ho sempre analizzato con occhio critico le gare del buon Seb andando a evidenziare (a malincuore) ogni suo errore e sfumatura, soprattutto negli ultimi anni corsi con la Ferrari. Ma l’amore per Vettel non nasce solo dal momento in cui vestì per la prima volta la tuta della Scuderia Ferrari, ma molto prima.

Avevo solamente 14 anni quando il ragazzino della Toro Rosso riuscì a vincere Il GP d’Italia, forse una tra le edizioni più ostiche di sempre, su una vettura che non era assolutamente in grado di ambire alla vittoria. Già in quel momento – seppur giovane e inesperto e non ancora avviato in quella che sarebbe stata solo in seguito la mia carriera di scrittore – capii che il nativo di Heppenheim avrebbe fatto parlare di sé.

Vettel Red Bull
Photo Credit: Red Bull Content Pool

Da allora guardai con occhi diversi Sebastian Vettel ed esultai ad ognuno dei suoi 53 successi, con la stessa foga ed amore di quello avvenuto nel 2008 a Monza. Dai suoi 4 titoli mondiali con la Red Bull, ai successi in Ferrari ed al capitolo finale della sua carriera in Aston Martin, Sebastian ha rappresentato da sempre un saldo punto di riferimento grazie ai suoi ideali ed alla sua “faccia tosta” nell’imporsi ad organi ben più superiori di lui.

Negli anni, oltre alle gioie si sono susseguite una moltitudine di momenti di dolore, principe tra tutti la sua ultima gara con la Ferrari ad Abu Dhabi, conclusasi con quel toccante team radio in cui Seb ha reinterpretato a modo suo l’iconica canzone italiana “Azzurro”. Perché Sebastian è anche questo, una persona di cuore. Pura. Un “flow”, come direbbero gli inglesi, di energie positive che sprigiona da ogni suo poro. Seb è una persona bella.

Concludo dicendo che col suo sorriso ed i suoi modi di fare, Sebastian è stato in grado di lasciare un segno nella vita di ogni fan della Formula 1, ogni appassionato, ogni suo rivale e persona che non lo reputa “simpatico”. Ma voglio chiudere questo scritto parafrasando e reinterpretando quanto detto da Sebastian durante il GP di Canada del 2016: “Chiunque è un fan di Sebastian Vettel. Anche chi non dice di esserlo è un suo fan”. Danke Seb, du bist weltmeister.

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Raffaello Caruso

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