La Scuderia Ferrari ha chiuso il GP del Messico portando a casa solamente 18 punti, un risultato deludente che può spiegarsi facendo attenzione a preziosi dettagli come spiegato da Umberto Zapelloni, ospite durante l’ultima puntata di Paddock GP.
Errori in Messico? Secondo Umberto Zapelloni aspettative sbagliate per Ferrari
Quella vista durante il weekend del Messico è stata una Ferrari sottotono e sotto le aspettative. Il team di Maranello ha chiuso la propria gara ad un giro di orologio da Max Verstappen, un lasso di tempo esiguo nella vita di tutti i giorni, ma un’eternità rapportato alla Formula 1. Le ragioni di questo distacco, a prima vista ingiustificato, può essere ritrovato in svariati motivi partendo dalla mappatura conservativa fino a passare ad un assetto che non ha dato gli effetti sperati come ha fatto notare Umberto Zapelloni, ospite a Paddock GP.
“È mancata la prestazione in qualifica che, bene o male, aveva sempre salvato il weekend della Ferrari coi due piloti della Rossa sempre in lotta per la pole, ma questa volta sono stati lontanissimi da essa. È stata una Ferrari coerente nella sua mancanza di competitività dal venerdì alla domenica. Questo è avvenuto perché hanno deciso di giocare in difesa per paura di rompere il motore e il turbo visti i 2.200 metri di altezza dove sorge il circuito messicano. Ragion per cui hanno deciso di cambiare la mappatura del motore utilizzandone una più conservativa. A questo va aggiunto anche il problema di assetto che non si pensava di avere. Un problema più l’altro ha portato la Ferrari a chiudere la gara ad oltre un minuto di distacco dal vincitore, senza farla mai entrare nel vivo dell’azione. Penso che quanto visto possa ritenersi un caso isolato e dovuto alle sole caratteristiche del tracciato messicano, mentre in Brasile e Abu Dhabi potremmo vedere una Ferrari più competitiva, ma di certo non per la vittoria”.
Minaccia fantasma: attenzione a Mercedes
Mercedes è stato il team che maggiormente ha implementato lo sviluppo della propria vettura al rientro dalla pausa estiva. La Casa di Stoccarda era data per dispersa e spacciata nella prima metà della stagione, con una vettura – la bisbetica W13 – molto al di sotto delle aspettative rispetto alle sorelle gloriose e vincenti delle edizioni passate. Ma, proprio dal Belgio, abbiamo assistito ad una evoluzione concreta e costante e, gara dopo gara, la Mercedes si è ripresa, ma non ha ancora dominato, il confronto con Ferrari che adesso dista solo 40 punti di distacco.
“A differenza della Mercedes che è riuscita a progredire dopo la pausa estiva, stessa cosa non possiamo dire della Ferrari. Questo si è concretizzato perché hanno investito meno sul motore e si è puntato molto sull’affidabilità che resta il problema principale per la prossima stagione. Anche tutti gli aggiornamenti aerodinamici portati in pista non hanno dato gli effetti sperati. È una Ferrari che, in prospettiva, deve lavorare ancora molto sull’affidabilità del motore per poter usare la stessa potenza usata all’inizio del campionato quando era sicuramente la più veloce delle auto in pista perché poteva contare sul 100% del motore ed era gentile sulle gomme. Dal prossimo anno si dovrà quindi lavorare sull’affidabilità del motore, sul degrado delle gomme e sugli sviluppi della monoposto perché non è un caso che nelle ultime stagioni dal rientro della pausa estiva non sia più progredita. Attenzione anche a Mercedes che dalla prossima stagione tornerà in forma”.
Ascolta Paddock GP!
Nell’ultima puntata di Paddock GP Raffaello Caruso e Chiara Zambelli hanno parlato della gara del GP del Messico di Formula 1 assieme al giornalista Umberto Zapelloni.
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