Marc Marquez sembra tornato ad una forma fisica quasi ottimale dopo la quarta operazione condotta dal chirurgo Joaquín Sánchez-Sotelo. È lo stesso Marc a constatare questa sensazione dopo la tre giorni di test svolti a Sepang. Anzi, il #93 si è detto più felice del suo fisico che dalla RC213V portata in pista da HRC. Dopo un calvario durato praticamente due anni, ora Marc sembra essersi lasciato tutto alle spalle e voglioso di trovare la cura alla sua fidata Honda.
Le parole e le preoccupazioni del chirurgo che ha salvato la carriera di Marc Marquez
Joaquín Sánchez-Sotelo è l’ormai famoso chirurgo della Mayo Clinic in Minnesota che ha operato per la quarta volta il #93 del team Honda Repsol. Per Marc era forse l’ultima possibilità che, se fosse andata per il peggio, lo avrebbe sicuramente costretto a ritirarsi dalle competizioni. Grazie a Motorsport.com che lo ha intervistato, possiamo riportare le parole ed i pensieri del chirurgo nel periodo che ha preceduto l’operazione:
“Marc mi chiamò e mi disse che, nonostante avesse risolto l’infezione, aveva problemi di mobilità. Allora mi ha inviato una TAC di entrambe le braccia. Grazie alla stampa 3D, abbiamo riprodotto in plastica i suoi due omeri: quello sano e quello infortunato, che presentava una notevole rotazione. Abbiamo avuto una videochiamata, gli ho mostrato le ossa e mi ha detto subito che voleva operarsi. Quando ha visto l’immagine 3D dei due omeri, è stato molto coraggioso ed ha capito che la soluzione migliore era l’operazione. È una prova molto visiva. La sua operazione è rara e la faccio una o due volte all’anno ed è molto utile fare una scansione del lato sano. Poi il programma al computer è in grado di creare un’immagine speculare. Questa viene poi stampata in 3D, in modo che il chirurgo veda l’aspetto dell’osso prima che si rompesse. Questa tecnica è estremamente utile.” – Joaquín Sánchez-Sotelo
“Marc ha una così grande capacità di sacrificio che non credo gli rimangano limitazioni. Penso che le precedenti operazioni alle spalle gli causeranno più problemi di quest’ultima. Da un punto di vista medico, l’omero ora è come prima della caduta. L’unico dubbio che ho è che abbia qualche timore a salire sulla moto. Ma, conoscendolo, mi sembra che la parte mentale sia abbastanza sotto controllo. Dal mio canto ho cercato un modo per rendere l’intervento il meno invasivo possibile, il meno rischioso dato che c’era stata anche un’infezione. L’osso è un cilindro, quindi ho deciso di effettuare il taglio un po’ più in alto per limitare il rischio di complicazioni. Anche se in sala operatoria possono sempre esserci problemi, avevo la sensazione che avrebbe funzionato. Naturalmente, la notte prima dell’operazione non ho chiuso occhio.” – Joaquín Sánchez-Sotelo
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