Il GP dell’Arabia Saudita ha visto una Mercedes migliore rispetto al Bahrain, ma ancora non all’altezza delle aspettative mondiali. Il quarto posto di Russell, che per alcune ore è stato terzo, e il quinto di Hamilton sembrano infatti non bastare. Il team di Brackley è al momento la terza forza in pista; un risultato che, come accaduto anche in alcuni episodi dello scorso anno, appare quasi come un regalo da parte di altri più che come un vero e proprio miglioramento.
GP Arabia Saudita, Mercedes: quasi a podio
La diversità tra il circuito del Bahrain e quello dell’Arabia Saudita ha sicuramente giovato alle prestazioni della W14. Sia Russell che Hamilton sono infatti parsi più a loro agio a Jeddah nonostante sia ormai chiaro che questo progetto non abbia un sequel previsto per il futuro. Le sessioni di prove libere hanno infatti mostrato una W14 in grado di poter fare meglio, anche se distante da chi al momento sembra irraggiungibile. Confermarsi terza forza del mondiale non è più un obiettivo a cui ambire in casa Mercedes.
Come accaduto anche nel 2022, Russell è apparso meno affaticato alla guida della sua Mercedes. In qualifica il giovane pilota inglese è infatti stato in grado di chiudere ancora una volta davanti a Hamilton. Una situazione che poi è stata confermata anche in gara, anche se con meno posizioni di differenza tra i due. Russell, per qualche ora, è stato inoltre coccolato da un terzo posto giunto dalla penalità , poi revocata, data ad Alonso. Un risultato che il numero 63 di Brackley ha però riconosciuto non essere davvero suo.
Hamilton, dall’altro lato, si è mostrato un po’ meno contento. Risultati a parte, la gara ha messo in evidenza una W14 leggermente migliore ma comunque in grande difficoltà . Il sette volte campione del mondo è stato comunque in grado di guadagnare due posizioni, giungendo quinto alla bandiera a scacchi proprio alle spalle del suo giovane compagno. I punti ottenuti in Arabia Saudita, grazie anche al ritiro di Stroll, hanno così portato alla parità le due inseguitrici di Red Bull. La classifica però non sembra poter portare ottimismo nella scuderia guidata da Toto Wolff, ormai pronta a cambiare completamente direzione.
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GP Arabia Saudita, Mercedes: vera forza o semplice illusione?
Sbagliando si impara. E forse per Mercedes è davvero giunto il momento di portare a casa una lezione che forse per tempo si è provato a rimandare. Il passaggio dalla W13 alla W14 sembra infatti non essere andato a buon fine; la monoposto portata in pista nel 2023 è ancora troppo figlia di un concetto che ormai appare come il vero e grande problema del team di Brackley. La diversità del circuito arabo, rispetto a quello di Sakhir, ha permesso di vedere una prestazione migliore. Il quarto posto di Russell e il quinto di Hamilton permettono infatti alla Mercedes di restare attaccata a chi sembra poter inseguire davvero la Red Bull, ossia Aston Martin. L’attuale terzo posto appare però frutto di un’illusione, quasi fosse un caso trovarsi in quella posizione.
Le aspettative precedenti all’avvio del mondiale avevano infatti previsto una Red Bull da battere. Ciò che non si era immaginato erano però dei passi falsi da parte degli altri due top team. La Ferrari, quasi inspiegabilmente, sembra aver fatto un passo indietro rispetto al 2022; una situazione che permette quindi a Mercedes di brillare in confronto ad una Rossa che sembra essersi persa. Confermarsi terza forza in pista non è però un obiettivo accettabile da parte di chi per anni ha dominato; soprattutto se tale risultato appare come un dono in seguito allo sbaglio di altri.
Accontentarsi anche quest’anno non sarà dunque possibile, così come non lo sarà continuare su una strada che non può portare alla vittoria. Il limite del progetto ad effetto suolo sembra infatti non poter essere superato, motivo per cui ad Imola è attesa una nuova versione della W14. Sapere di essere terzi in pista non è infatti un motivo per cui sorridere troppo alla corte di Toto Wolff, anche se le Ferrari restano alle spalle delle Frecce Nere. Il lavoro sembra dunque pronto a ripartire da zero, chiedendo al team di Brackley quel coraggio in più che serve per dichiararsi “sconfitti” e cambiare le proprie sorti. A un team vincente come Mercedes non può infatti bastare l’idea di inseguire aspettando che siano altri a commettere un errore. A una scuderia come Mercedes serve vincere. E le serve farlo con le sue forze.
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