GP di Arabia Saudita mediocre per la Scuderia Ferrari che ha ottenuto bottino di 14 punti – sesto posto per Carlos Sainz e settimo per Charles Leclerc – e la consapevolezza di dover lavorare ancora parecchio per migliorare la prestazione in gara della SF-23, che come in Bahrain ha mostrato performance molto differenti fra qualifica e gara.
GP Arabia Saudita, Scuderia Ferrari: una quarta umile forza
La scelta azzeccata e poi la beffa. La prima parte di corsa ha visto Leclerc protagonista: il monegasco è scattato alla perfezione dalla dodicesima piazzola, forte di gomme Soft che nei primi giri gli hanno permesso di essere super aggressivo guadagnando tre posizioni al via e mettendolo in condizione, al giro 13, di essere già sesto alle spalle di Carlos – che al via aveva perso una posizione a vantaggio di Lance Stroll – dopo aver scavalcato Pierre Gasly, Lewis Hamilton ed Esteban Ocon. Nei giri 15 e 16 la squadra ha deciso di effettuare l’unico pit stop previsto con entrambi i piloti: Sainz è passato dalle gomme Medium alle Hard, Leclerc dalle Soft alle Hard e le due soste, velocissime, hanno permesso a entrambi di scavalcare Lance Stroll per salire in quarta e quinta posizione.
La soddisfazione per l’overcut riuscito ha però dovuto lasciare a breve il posto al sapore della beffa, poiché la Safety Car innescata subito dopo dallo stesso Stroll ha vanificato la mossa del muretto facendo scivolare le due SF-23 al sesto e settimo posto dopo che Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno potuto effettuare il proprio pit stop durante la neutralizzazione perdendo metà del tempo.
Finale in trenino. Dal restart alla bandiera a scacchi non è accaduto più nulla e la gara di Carlos e Charles è stata monotona e anche un po’ frustrante: i due ferraristi infatti hanno viaggiato ad un passo costante, che ha permesso loro di rimanere in contatto ma non di attaccare Fernando Alonso, George Russell e Lewis Hamilton. Prossimo appuntamento fra due settimane in Australia, sulla pista di Albert Park.
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