Nico Rosberg è tornato a parlare del suo ritiro dalla Formula 1. Questo, avvenuto nel 2016, è stato l’ultimo evento della sua carriera nel motorsport, che conta comunque un campionato del mondo vinto. Oggi, l’opinionista sportivo è spesso al centro dell’attenzione mediatica per la sua presenza in televisione e sui social, ma nessuno potrà dimenticare di quando ha deciso di abbandonare l’ancora fenomenale progetto Mercedes dopo aver battuto il suo compagno di squadra Lewis Hamilton.
Nico Rosberg sul suo ritiro: “Avevo paura di non essere più valido per nessuno”
Nico Rosberg è stato uno dei piloti che ha vestito la tuta di Mercedes nella storia. A partire dalla stagione 2010, il pilota tedesco abbracciò il progetto delle Frecce d’Argento, al fianco della leggenda Michael Schumacher. I due hanno costruito delle basi solide, dalle quali poi partire per arrivare sino al dominio che il marchio della stella a tre punte ha poi avuto nell’era turbo-ibrida. Nico era stato destinato, però, ad intrecciare il suo destino ancora con il compagno di vecchia data, nonché rivale, Lewis Hamilton. La loro battaglia dal 2014 ha infuocato gli animi degli appassionati più e più volte.
Dopo due stagioni concluse al secondo posto, nel 2016 Nico Rosberg riuscì a raggiungere il sogno di vincere il campionato del Mondo di Formula 1, davanti proprio al suo acerrimo rivale. Alla fine di quell’annata, però, il nativo di Wiesbaden si è reso ancora più protagonista delle prime pagine di giornale, annunciando il suo ritiro immediato dalle corse. Una fine di carriera giovane per il figlio d’arte di Keke Rosberg, che dopo aver ottenuto il suo obiettivo di una vita, ha lasciato il paddock. Su questo tema è tornato recentemente, per la rivista Men’s Health, alla quale ha spiegato il perché di questa decisione, con le parole che seguono.
“Temevo che a un certo punto non sarei stato abbastanza bravo e che nessuna squadra mi avrebbe più voluto. Volevo decidere da solo. In un certo senso, nel corso della mia carriera ho rinunciato alla mia identità. Tutto nella mia vita era correre: i miei meccanici, i miei ingegneri, i miei compagni di squadra, persino il mio ambiente sociale. Azzerare tutto in un colpo solo è stato uno shock per il mio sistema. Poi c’era la dipendenza dal riconoscimento e dal successo. Non mi ero mai chiesto quali altre passioni avessi. C’era sempre e solo la prossima gara”.
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Raffaello Caruso e Gabriele Bassi commentano il GP di Australia assieme a Franco Nugnes, direttore e responsabile di Motorsport.com Italia.
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