La mattinata di martedì 18 aprile si è conclusa con l’attesa per il verdetto a seguito del ricorso fatto dalla Ferrari in merito alla penalità data a Sainz quasi al termine del GP d’Australia. Il team di Maranello ha infatti chiesto il diritto di revisione, discussione che si è conclusa con il non annullamento della penalità. La Scuderia Ferrari, tramite un comunicato, ha poi risposto alla FIA in merito alla decisione sulla penalità di Sainz, ma i Commissari hanno sottolineato l’errore fatto dal team nel presentare nuove prove.
Penalità Sainz: Ferrari risponde al verdetto della FIA
La richiesta di revisione fatta dalla Ferrari per provare ad ottenere la revoca della penalità data a Sainz in Australia si è conclusa con un nulla di fatto per il pilota spagnolo. Nella mattinata di martedì 18 aprile il Consiglio dei Commissari Sportivi ha infatti discusso in merito all’accaduto, esaminando le nuove prove presentate dal team di Maranello. Il verdetto non ha però cambiato l’esito del GP d’Australia; i Commissari hanno infatti ritenuto inefficaci i nuovi elementi, motivo per cui la sanzione è stata ufficialmente confermata. In seguito, tramite un comunicato, la Scuderia di Maranello ha voluto rispondere a quanto deciso dalla Federazione.
“Prendiamo atto della decisione della FIA di non concederci il diritto di revisione in relazione alla penalità inflitta a Carlos Sainz nel GP d’Australia 2023. Siamo naturalmente delusi e riteniamo di aver fornito sufficienti elementi nuovi e significativi affinché la FIA riesaminasse la decisione, soprattutto nel contesto delle particolari condizioni e dei molteplici incidenti verificatisi durante la ripartenza finale. Rispettiamo comunque il processo e la decisione della FIA. Ora siamo ansiosi di avviare discussioni più ampie con la FIA, la F1 e tutti i team, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente il controllo del nostro sport, al fine di garantire il massimo livello di equità e coerenza che il nostro sport merita”. – Scuderia Ferrari
Penalità Sainz: l’errore commesso dalla Ferrari
Il finale del GP d’Australia ha visto sorgere molti dubbi, oltre ad alcune contestazioni come quella fatta in seguito dalla Ferrari. La penalità data a Sainz per aver colpito la Aston Martin di Alonso è stata infatti ritenuta severa ed ingiusta, visto anche come si è conclusa la gara corsa a Melbourne. Per questo motivo il team di Maranello si è appellato al diritto di revisione, situazione che implica la presentazione di nuovi elementi rilevanti non a disposizione dei Commissari nella prima valutazione che ha portato alla sanzione.
La casa di Maranello ha così portato tre nuove prove all’attenzione del Consiglio dei Commissari Sportivi, ossia la telemetria di Sainz, la testimonianza dello spagnolo e quelle di altri piloti al termine della gara, tra cui Alonso, che già aveva espresso il suo giudizio sulla sanzione, ritenuta molto severa. I commissari della FIA, oltre a non aver trovato efficaci le nuove prove portata dalla Ferrari, hanno inoltre sottolineato un errore commesso dal team di Maranello. La telemetria del pilota spagnolo, come sottolineato dagli stessi commissari, li ha infatti aiutati nel confermare quanto già era stato deciso a Melbourne.
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