In occasione della serie Sprint a Misano del GT WC Europe (GT World Challenge) il pilota ufficiale Ferrari Andrea Bertolini ci ha raccontato la sua esperienza come pilota, collaudatore e “uomo” del Cavallino Rampante. Grazie al suo occhio tecnico e attento da sviluppatore, abbiamo ripercorso la storia di Competizioni GT Ferrari, fino ad arrivare ad una piacevolissima chiacchierata sulle due vetture che stanno rivoluzionando l’attualità della Casa di Maranello nelle competizioni motoristiche: la 296 GT3 e la 499P.
Andrea Bertolini racconta la sua esperienza in occasione del GTWC a Misano
Andrea, la tua storia da pilota automobilistico parla da sé: pilota e collaudatore Ferrari, 4 volte campione del FIA GT, e sei tra i piloti italiani ad aver vinto più titoli nel motorsport. Parliamo di un totale di 10 campionati vinti. Com’è sentirsi essere Andrea Bertolini?
“Beh, ci si sente benissimo, ma ci si sente anche in modo normale. Quando affronti le sfide, ma soprattutto lo sport con grande passione, è la cosa più bella che ad un pilota possa capitare. Io ho la fortuna di avere un percorso di tantissimi anni sempre legato a Ferrari, quindi mi sento un privilegiato”, ci racconta molto emozionato e col cuore di chi sembra salire in auto sempre per la prima volta. “È qualcosa di unico, speciale ed anche difficile descrivere. Vivo questa emozione da tantissimi anni ed ancora oggi non la considero mai scontata”.
Come hai visto lo sviluppo della storia recente delle vetture GT Ferrari, iniziando sin da prima della 360 GT, passando per la 458 Italia GT3, procedendo alla prestigiosa e vincente 488 GT3 (che inclusa la Evo 2023 ha vinto oltre 500 gare in totale) fino a terminare con la neonata e ambiziosa 296 GT3?
“Il periodo è importante perché dalla 360 GT ad arrivare alla recente 296 GT3 parliamo di un arco temporale davvero notevole. Ognuna di queste vetture ha segnato la storia nelle competizioni GT. Pensare oggi alla 360 GT, che ho avuto la fortuna di guidare di nuovo qualche mese fa in occasione di uno shakedown da uno dei nostri clienti, ci fa comprendere quanto enorme sia stata l’evoluzione, qualcosa che continua nel corso del tempo. Basti pensare da quando siamo passati dalla F430 alla 458 Italia GT3 e da quest’ultima alla 488 GT3 (e alla successiva Evo 2020) ci chiedevamo: «Ma qui dobbiamo far meglio, come facciamo?! Abbiamo sempre avuto la fortuna di aver fatto molto bene coi modelli precedenti.».
“E guarda che bello come si ripete la storia perché accade la stessa cosa adesso col passaggio dalla 488 GT3 Evo 2020 alla 296 GT3. La Ferrari 488 GT3 ha segnato un record importantissimo di oltre 500 vittorie totali nei suoi anni di servizio, e con la neonata 296 GT3 abbiamo il target di far meglio di quanto fatto con la precedente auto. Come avete visto, la 296 GT3 è davvero incredibile ed è un concetto importante per il futuro a livello aerodinamico e costruttivo”, ci spiega con l’occhio di chi questa vettura l’ha vista nascere dagli albori e muovere i primi km in pista. “Siamo solo all’inizio di un nuovo ciclo e abbiamo ancora tanto da fare, ma sarà una vettura che segnerà un periodo importante per noi di Ferrari”.
Quali sono, secondo te, le principali differenze tra queste ultime due vetture?
“La 488 GT3 ha segnato un periodo molto importante per noi. Adesso abbiamo la 296 GT3 la cui base stradale, la 296 GTB, nasce con soluzioni ‘corsaiole’. Le differenze tra le due sono diverse, innanzitutto il progetto di base stradale tra le due vetture, come ti dicevo. Senza dimenticare la parte aerodinamica che è molto dissimile senza escludere, ovviamente, il motore che è un forte sviluppo di quello stradale. La piattaforma di partenza è la medesima: il V6 da 3 litri che rappresenta l’ultima nostra ‘frontiera’, il quale con diverse nuove soluzioni, di fatto, è la base del propulsore termico della nostra Hypercar, la 499P vincitrice alla 24 Ore di Le Mans”.
“Tra i vari reparti dell’azienda c’è una stretta collaborazione. C’è un know how forte e condiviso e riusciamo a interagire in modo aperto per migliorare il prodotto finale sia nel reparto corsa che in quello stradale. La 296 GT3 è una vettura che guarda al futuro e per i prossimi 4 o 5 anni ci regalerà tantissime emozioni. I risultati in pista? La vettura ha già ottenuto successi importanti, come quello storico alla 24 Ore del Nürburgring. Nei primi mesi, alle prime uscite stagionali a partire dal debutto alla 24 Ore di Daytona, abbiamo faticato un pochino. Del resto partecipiamo a campionati dove è previsto il BoP (Balance of Performance ndr). Abbiamo sempre la fortuna di partire da un progetto stradale molto avanzato; questa vettura è di un livello davvero importante e nel futuro ci darà tantissime emozioni, ma ad oggi ci scontriamo con questo BoP che in diverse serie di penalizza oltre misura. Il motivo? C’è sempre molta attesa di fronte a una nuova Ferrari da competizione, quindi all’inizio dello sviluppo delle vetture veniamo parecchio penalizzati in gara”.
Sei in Ferrari da moltissimi anni. Cosa pensi degli sforzi che la casa di Maranello sta intraprendendo nelle competizioni con le “ruote coperte”, in particolare nel FIA WEC col debutto della499P nella stagione in corso?
“L’impegno è sempre stato importante, fin dall’inizio con Antonello Coletta che è il nostro capo e dirige le Attività Sportive GT. Lui ha una passione importante per le gare endurance, conosce benissimo noi piloti e soprattutto l’ambiente. È stato un pilota di altissimo livello in kart e parliamo la stessa lingua (quella dei motori ndr) e riesce a percepire certe cose. Abbiamo un gruppo di lavoro capitanato a livello tecnico da Ferdinando Cannizzo con cui c’è un rapporto molto speciale e credo proprio che questo rapporto all’interno del nostro gruppo sia un nostro punto di forza.
“Ferrari crede tanto in queste gare e non solo, da quest’anno è anche nella classe regina del mondiale Endurance, la Hypercar, e aver vinto la 24 Ore di Le Mans al rientro ufficiale dopo mezzo secolo è stato un sogno”, racconta Bertolini con gli occhi lucidi e l’emozione in gola “che ho avuto la fortuna di vivere in prima persona. Nei box ci siamo abbracciati con Antonello, con Ferdinando, e tutta la squadra: quei momenti indescrivibili rimarranno per sempre nel cuore. Ci crediamo e sempre forte. Ho un punto di osservazione privilegiato su tutto quello che Ferrari svolge in seno all’ente Attività Sportive GT, che include non solo il dipartimento Competizioni GT, ma anche Corse Clienti incluso il monomarca Ferrari Challenge, F1 Clienti e il Programma XX. Impegni fantastici per chi ama le auto da corsa e le fuoriserie, abbiamo tante energie da portare avanti”.
Cosa pensi dello sviluppo della 499P? Quest’anno ha vinto la 24 Ore di Le Mans ed è in lizza per il titolo mondiale al debutto dopo 50 anni di assenza dalla top class.
“A Le Mans, come anticipavo, è stato qualcosa di davvero difficile da descrivere e ci siamo lasciati trasportare dall’emozione. Una volta transitati sotto la bandiera, la cosa incredibile è stato osservare tutti i componenti della squadra Ferrari – AF Corse che hanno lavorato in maniera maniacale ed esemplare. Tutti molto motivati anche quando eravamo in testa alla corsa, e in quei momenti può capitare che uno si lasci trasportare dalle emozioni, ma questo non è successo a noi. Le emozioni son venute fuori una volta tagliato il traguardo”.
Pensi che durante la prossima stagione, con l’ingresso di tantissimi marchi come Lamborghini, BMW e Alpine la lotta sarà ancora più serrata?
“Il livello è davvero notevole e anche i competitor dovranno lavorare duro per arrivare ai ‘piani’ più alti dove la sfida è ancora più complicata”, dice Bertolini con una punta di orgoglio nelle sue parole. “Sicuramente fa bene alla categoria avere tanti costruttori coinvolti, ma noi continueremo a migliorare perché siamo ambiziosi. Bisogna sì tenere d’occhio gli altri, ma in quanto Ferrari guardiamo in particolare al nostro lavoro e cerchiamo di alzare l’asticella sempre di più.
“Secondo me il FIA WEC diventerà un campionato sempre più seguito, considerato che al via vi sono le vetture endurance più belle in assoluto. È una nuova era d’oro per l’endurance, con vetture bellissime, piene di tecnologia. Tecnologia che per noi non è solo una parola, ma un concetto molto concreto: con certe vetture, come la 499P, abbiamo la possibilità di testare soluzioni all’avanguardia, nei contesti sportivi più impegnativi”.
Il GT World Challenge: lo scorso anno hai vinto un titolo, quest’anno prosegue il tuo cammino in questo campionato. Quali sono le tue ambizioni?
“L’ambizione è sempre quella di cercare di vincere. Io dico sempre ai nostri piloti di divertirsi. È una parola che bisogna interpretare, perché a livello sportivo quando ti diverti? Quando vinci”, dice ridendo colui che durante la sua carriera si è divertito davvero molto, “Come quest’anno abbiamo un obiettivo con Louis (Machiels ndr) che è quello di far crescere il figlio (Jef ndr) che corre con noi nell’endurance e credo che sia gran motivo d’orgoglio per lui gareggiare in questo equipaggio che un po’ come una ‘famiglia’ allargata. Louis è per me come un fratello: quando mi ha chiesto di aiutarlo a trasmettere a suo figlio tutti i ‘segreti’ e le tecniche che servono per far bene nel motorsport sono stato felice di accettare questo percorso”.
Cosa pensi del simulatore come strumento professionale per i piloti? E cosa pensi del sim-racing e l’interesse dei giovani verso questo mondo simulativo?
“Ho iniziato prestissimo a occuparmene perché fui uno tra i primi a lavorare su un simulatore della Formula 1 al centro ricerca FIAT a Torino, quindi ho passato anni a guidare al simulatore. È diventato un oggetto molto importante in tutte le categorie del motorsport, come in F1 dove i test si svolgono principalmente con questo strumento e tutti i vari team hanno uno sviluppo continuo sotto questo campo. Se invece parliamo dei simulatori più commerciali che una persona può acquistare per l’utilizzo a casa, il livello raggiunto è incredibile. Chiaramente la realtà è qualcosa di diverso, quindi penso sia importante ricordare che quando sei su una macchina reale se commetti un errore lo puoi pagare caramente, dunque il percorso di guida per le competizioni agonistiche tra i cordoli deve essere completo e accurato”.
Pensi che possa aver avvicinato molte persone alle corse?
“Assolutamente sì. Per esempio il GT WC sta facendo un ottimo lavoro anche nelle gare endurance con le prove dei piloti ‘reali’ e quelle dei professionisti dei team e-sports. Questo coinvolge molto i ragazzi più giovani e può portarli anche a vedere le nostre vetture in autodromo”.
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