Niente di nuovo sul fronte Marc Marquez. Oramai lo spagnolo sembra puntare più al 2024 che all’anno corrente e del resto, come possiamo biasimarlo? Dopo le recenti parole di Watanabe, presidente HRC, su Marc e sulle condizioni della Honda, sono davvero poche le cose da aggiungere se non dal lato del beniamino. Riflessioni, autocritiche, un Marc più vulnerabile che non avevamo mai visto prima che si lascia andare in una breve dichiarazione dal significato molto ampio.
La schiettezza di di Marc
Da Top a Flop, questa è la carriera di Marquez riassunta in un paio di parole. Un incidente come innesco di una catastrofica sequenza di infortuni, operazioni ed eventi che hanno portato Marc Marquez dall’essere il migliore in pista, ad essere uno dei peggiori. Anche se non gliene possiamo fare una colpa, siamo certi che per il famoso “Cabroncito” non è un bel periodo.
15 punti, mai così pochi. La colpa, se così la si può definire, va però spalmata su più fronti. Il primo di tutti: Honda. Lamentele su lamentele da parte di tutti i piloti, LCR compresi, che (porelli, ndr) non riescono a finire nemmeno un weekend senza sgrugnare la tuta sul brecciolino o senza baciare con il sedere l’asfalto di ogni nazione ospitante. Malcontento, delusione, rabbia, frustrazione: sentimenti che hanno tutti un comun denominatore che indovinate un po’?! Ha come simbolo un’ala.
“In un certo senso ho il problema di Quartararo dello scorso anno. Un giro veloce è possibile, ma i duelli contro gli altri piloti sono incredibilmente difficili… Se devi frenare dieci metri prima degli altri, allora non puoi sorpassare. Anzi, gli altri arrivano da dietro e ti sorpassano“.
Poche parole, semplici, concise che hanno un mondo dietro. Portano con sé l’espressione di una stagione difficile e deludente. Honda, Marc, Alex, Joan, Takaaki, è ora di alzare la testa, da soli, senza aiuti.
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