Remy Gardner avanza delle critiche nei confronti della MotoGP. Il figlio d’arte di Wayne, campione del mondo nel 1987 della classe 500, ha sfogato la sua rabbia nei confronti della classe regina delle due ruote. Ecco le parole dell’australiano, attuale pilota in SBK del team Yamaha GYTR GRT.
La grande delusione
“La grande delusione”: un titolo che starebbe bene anche su una copertina di un libro o sulla locandina di un film al cinema, eppure non stiamo parlando di niente che richiami la filmografia. Il protagonista di questa storia è Remy Gardner, ex pilota di MotoGP della KTM abbandonato dalla propria squadra dopo appena un mondiale corso; che ne dite, potrebbe essere avvincente come trama? Magari per un libro si ma per il pilota australiano decisamente no, visto il finale. Figlio del campione della classe 500 Wayne Gardner, Remy ha deciso sin da piccolo di ripercorrere le orme del padre entrando a far parte dell’immenso circus della MotoGP. Esordito nel 2014 come wild card, è riuscito anno dopo anno a migliorarsi ottenendo sempre più confidenza con quel mondo e soprattutto con la classifica.
Un talento cresciuto lentamente ma in maniera costante che gli ha permesso nel 2021 di ottenere il titolo mondiale del campionato Moto2. Un risultato straordinario considerando il calibro dei piloti che ne facevano parte. La vittoria nel campionato è stata notata immediatamente da KTM che l’anno seguente gli ha permesso di fare il grande salto nella classe massima, la MotoGP. Fin qui tutto bene, potrebbe sembrare la solita trama tutta rose e fiori ma è qui che avviene il fattaccio. Il primo anno in MotoGP, Remy lo termina al 23° posto con solo 13 punti, un risultato che non ha convinto i vertici di KTM che hanno deciso di abbandonarlo appena concluso il mondiale non dando modo all’australiano neanche il tempo di ambientarsi alle 1000.
Fortunatamente a rimediare ci ha pensato la Yamaha, che gli ha offerto l’opportunità di correre in SBK con il team GYTR GRT. Il suo mondiale non sta andando proprio benissimo ma con tutte queste vicissitudini è normale che Remy si senta ancora un po’ spaesato.
Lo sfogo del campione
Remy non ha però mai digerito la delusione avuta in MotoGP, e dopo un anno ha deciso di dare libero sfogo a tutti quei pensieri che non l’hanno fatto dormire la notte. Eccoli qui.
“In passato c’erano piloti che restavano nelle categorie inferiori alla MotoGP e oggi è cambiata tanto la situazione. Tutti i piloti sognano la top class e il problema è che le case sfruttano la loro speranza, li fanno salire rapidamente e per pochi soldi. Se le cose non vanno bene, dopo un anno sei fuori, sulla strada. Sarei potuto tornare in Moto2, avevo questa opzione ma il vataggio? Avevo già fatto quattro anni e non avevo molto altro da fare, avevo già vinto il titolo. Sicuramente sarei andato bene ma avevo bisogno di una nuova sfida e per questo mi sono trasferito in Superbike”.
Il discorso si è poi spostato sulla MotoGP e sul periodo complesso che sta vivendo:
“La MotoGP è in un momento critico. Per questo hanno introdotto la gara sprint, per dare più emozioni. Sta vivendo una fase simile a quella passata dalla F1. In MotoGP con tanta aerodinamica e tecnologia è molto difficile sorpassare, inoltre le moto emettono tantissimo calore e fanno surriscaldare la gomma anteriore del pilota che sta dietro. Le gare sono noiose, dovrebbero cambiare il regolamento tecnico delle moto“.
Remy si è anche lamentato della parte economica, nello specifico degli stipendi:
“Considerando i sacrifici fatti e quello che ci giochiamo, oggi gli stipendi sono bassi. In Moto3 penso che 3/4 della griglia paghi invece di essere pagati, ad eccezione della top 5. In Moto2 invece, credo che 3/4 dei piloti venga pagato. Io nel team Ajo prendevo 80-100 mila euro. In MotoGP ti aspetti un grande salto, ma se non sei in top 10 prendi al massimo 300 mila euro annui. Se stai costantemente in top 7 puoi prendere 800-900 mila euro o anche 1 milione“.
Uno sfogo liberatorio, che gli ha permesso di mettere in chiaro tutto quello rimasto in sospeso. Ora deve pensare solo alla Superbike, a prendere confidenza e a fare bene. Remy ha ancora molto da fare.
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