Luca Cordero Di Montezemolo ha rilasciato una lunga intervista al “Quotidiano Nazionale” e Leo Turrini. L’ex presidente della Scuderia Ferrari ha ripercorso il suo periodo d’oro trascorso a Maranello al fianco di Enzo Ferrari e Niki Lauda. Ha parlato dell’attuale gestione del cavallino rampante, che sta attraversano un periodo di crisi, e il futuro di Charles Leclerc, che dovrebbe rinnovare il suo contratto in scadenza il prossimo anno.
Luca Cordero di Montezemolo sulla sua esperienza alla Scuderia al fianco di Enzo Ferrari
Ospite di Leo Turrini per una lunga intervista al “Quotidiano Nazionale“, Luca Cordero di Montezemolo ha ripercorso la sua esperienza da dirigente della Scuderia Ferrari. In particolare si è soffermato sulla figura del fondatore Enzo Ferrari, detto il “Drake“. Il 15 agosto saranno trentacinque anni dalla sua scomparsa.
“Enzo Ferrari è stato uno dei pochi fuoriclasse italiani del Novecento. Conoscerlo è stata una delle fortune della mia vita. E’ stato unico nel suo genere. Ha conquistato il mondo rimanendo sempre fedele alle sue radici, alla sua terra. Credo che gli farebbe piacere i livello della sua azienda in Borsa. Non guardava tanto ai dividendi ma al futuro della fabbrica. Quando siglò l’accordo nel 1969 con Gianni Agnelli non lo fece per puro interesse. Voleva garantire un domani al marchio, ai suoi dipendenti“. – Luca Cordero di Montezemolo
“Molti pensano che io sia stato raccomandato dagli Agnelli. Ma non è così la storia. Dipese tutto da una telefonata che feci ad un programma di Radio Rai. Nel 1972 la Ferrari in Formula 1 andava male e il Commendatore veniva continuamente criticato. Io ero un giovane tifoso e per difenderlo intervenni in diretta. Lui sentì le mie parole. Mi chiamò e mi offrì il ruolo di team principal. Avevo solo 25 anni e zero esperienza. Enzo Ferrari era fatto così: tanto lungimirante quanto coraggioso. Non era la prima volta che faceva una cosa del genere. Nello stesso modo era andata anche per Mauro Forghieri. Mi manca tantissimo. Non era un semplice ingegnere ma un genio. Con lui e con Piero Ferrari ho vissuto momenti bellissimi“. – Luca Cordero di Montezemolo
“Enzo Ferrari mi ha insegnato tantissimo, soprattutto a non accontentarsi mai. Dopo una vittoria, lui pensava subito alla prossima gara. Dopo un GP vinto chiamava sempre la mia mamma, emiliana come lui. Non scorderò mai il suo ringraziamento commosso per il mondiale riportato a Maranello nel 1975 con Niki Lauda. Molti parlano di lui senza averlo nemmeno conosciuto. A me fece capire che la Ferrari è un sentimento, è un valore umano e sociale sul suo territorio, è un simbolo della ricerca e della innovazione. Da presidente, tra il 1991 e il 2014, ho cercato di essere fedele alla sua lezione“. – Luca Cordero di Montezemolo
Montezemolo e Niki Lauda: in nome della Scuderia
Il connubio perfetto che riportò la Scuderia Ferrari sul tetto del mondo, dove meritava di essere, è stato quello formato da Luca Cordero di Montezemolo e Niki Lauda. L’austriaco, in realtà, non sarebbe dovuto essere nei piani del Cavallino Rampante. Il Commendatore Ferrari, infatti, aveva in mente un altro pilota che avrebbe dovuto affiancare Clay Regazzoni. Quest’ultimo, però, era di tutt’altra opinione. Lauda sarebbe dovuto essere colui che sarebbe dovuto diventare suo compagno di squadra. La scelta, col senno di poi, è stata quella vincente, ma non senza qualche screzio interno al team.
“La prima scelta di Enzo Ferrari per la stagione 1974 sarebbe dovuta essere un francese: Jarier. Avevamo già preso come prima guida Regazzoni. Fu proprio Clay a farci cambiare idea. Per lui avremmo dovuto puntare su Niki Lauda, che era stato già suo compagno alla Brm. Poi, però, si pentì della scelta. Niki era un fenomeno e andava nettamente più forte di lui“. – Luca Cordero di Montezemolo
La Ferrari di oggi per Montezemolo
Proprio come nell’anno dell’arrivo di Montezemolo, la Ferrari sta attraversando un momento molto critico. Dopo la passata stagione, conclusa come seconda forza nel mondiale costruttori e Charles Leclerc vice-campione del mondo, la Scuderia sta faticando a raggiungere il podio. La SF-23, che sarebbe dovuta essere un’evoluzione della F1-75, sta portando noie al team di Maranello che non riesce a trovare la quadra giusta che permetta ai suoi piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, di essere incisivi in gara e in qualifica. Un’ulteriore problematica che il cavallino rampante deve affrontare è il cambio di gestione. L’arrivo del nuovo team principal Frédéric Vasseur, con conseguenti cambiamenti nelle figuri dirigenziali, ha scombussolato l’assetto generale del team. Ritrovare la scia vincente, proprio come successe con Montezemolo, assicurerebbe alla Ferrari un futuro con tanto di rinnovi delle sue stelle, entrambe in scadenza.
“Mi dispiace che si festeggi per un terzo posto, come è successo a Spa ad esempio. Non è nello stile Ferrari e il Drake non lo avrebbe mai e poi mai accettato. Confermerei certamente Charles Leclerc. E’ bravo e non credo siano attualmente disponibili piloti più forti di lui. Nel presente, però, chi guida la monoposto della Rossa è l’ultimo dei problemi. Io quando era presidente avevo costruito un vero e proprio Dream Team, da Schumacher a Todt, da Brown a Byrne. Da tifoso della Ferrari sogno che non vinca sempre, ma che sia in lotta per il mondiale fino all’ultima gara. Perdere si può , ma da protagonisti, non da comparse. Non ho mai sentito l’attuale presidente John Elkann. Zero, neanche per un semplice consiglio”. – Luca Cordero di Montezemolo
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Mara Giangregorio