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A metà della stagione 2023, i nostri top & flop tra i piloti Formula 1. Cinque promossi, cinque rimandati a novembre e una bonus track

Dopo la gara del GP del Belgio, stravinto in casa da Max Verstappen, la Formula 1 va in vacanza per quattro settimane: appuntamento a Zandvoort il 25 agosto per il Gran Premio dei Paesi Bassi, di nuovo in casa Verstappen (ve lo ricordate, vero, che ha il doppio passaporto?). Al giro di boa della stagione, ecco i nostri top & flop tra i piloti visti in pista in questi primi dodici Gran Premi.

Top & Flop piloti F1 2023: i cinque promossi

5. Alexander Albon

Complici i lenti miglioramenti della Williams, si sta riappropriando del suo posto nel mondo, che non è mai stato in fondo alla griglia. In qualifica mette varie volte la macchina in Q3; con due prestazioni spettacolari, arriva primo degli “altri” a Montréal e a Silverstone, dove si tiene dietro entrambe le Ferrari. Roba da non far parlare del colore dei suoi capelli.

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Photo Credit: Williams Racing Twitter

4. Oscar Piastri

Dimentichiamoci un attimo di Spa: se Sainz non gli avesse tagliato la strada, staremmo parlando di un’altra corsa. Magari avrebbe tenuto la macchina davanti a Norris, come tutto il resto del weekend. Arriva in Formula 1 dopo tre titoli in tre anni (F. Renault, F3 e F2), un anno da riserva Alpine e un teatrino contrattuale che lo ha visto accasarsi in McLaren. Appena gli hanno messo in mano una macchina completa ha iniziato a mostrare chiare ambizioni da podio. Vedremo di cosa sarà capace nei prossimi GP, nei prossimi anni, nelle prossime ere della Formula 1.

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Photo Credit: McLaren Twitter

3. Lewis Hamilton

Lo sport non è solo matematica: senza emozioni, nessuno guarderebbe mai un Gran Premio. In lizza per il titolo di primo dei terrestri, dato che le Red Bull sono di un altro pianeta, Sir Lewis si riconferma il migliore a catalizzare le emozioni del pubblico, e il giochino del “siete il pubblico migliore del mondo” – ripetuto sempre uguale davanti a ogni pubblico – c’entra poco. Anche al netto di tutti i discorsi sociopolitici che si potrebbero fare sul personaggio e sulla location, nella sua pole position a Budapest, e nel boato che l’ha salutata, c’è tutto quello di cui ha bisogno la Formula 1.

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Photo Credit: Mercedes F1 Media Site

2. Fernando Alonso

Il giorno del suo 42esimo compleanno è stato da dimenticare, e l’Aston Martin degli ultimi weekend sembra non tenere il passo con gli altri team di testa, ma appunto: quest’anno l’Aston Martin fa parte dei team di testa, e chi se lo sarebbe mai immaginato prima dell’inizio di questa stagione? Fernando sta vivendo la sua ennesima giovinezza, e quest’anno è tanto impegnato a guidare da doverci privare dei suoi siparietti in team radio, che più di un sorrisetto amaro ci hanno strappato ai tempi dell’Alpine. Meglio per lui, meglio per noi.

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Photo Credit: Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team Twitter

1. Yuki Tsunoda

La FIA non ama le dichiarazioni “politiche” dei piloti: sono divisive, mettono a rischio i preziosi rapporti con gli sponsor. Lo dimostra bene la presenza di un pilota la cui stessa esistenza è “politica”, per motivi visibili a occhio nudo. Sì, è Lewis Hamilton; sì, è per il colore della pelle. Ma allora, che c’entra Tsunoda?

C’entra perché, alla luce degli ultimi duemila anni di storia, nessuna federazione internazionale di nessuno sport può insegnare a un giapponese a compiere atti politici senza dichiarazioni e senza destare scandalo. Mettersi a spalare fango dopo l’alluvione in Emilia-Romagna è stato un signor atto politico, come tutto quello che si sceglie di fare, specialmente al suo livello di fama e di esposizione. Ed è divisivo nel migliore dei modi: divide le persone di buon senso da tutti gli altri.

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Photo Credit: RB Content Pool

Top&Flop piloti F1 2023: i cinque rimandati

5. Sergio Pérez

A un certo punto della stagione, con due vittorie nei primi quattro Gran Premi più la sprint race di Baku, pareva quasi che Checo fosse seriamente in competizione con Verstappen per il titolo. Da quel momento, Verstappen non ha più lasciato un punto per strada. Chi dà la scalata all’Olimpo dovrebbe almeno fare attenzione a dove mette i piedi.

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Photo Credit: RB Content Pool

4. Charles Leclerc

A volte è la macchina, altre volte la testa, altre ancora pura e semplice sfiga. E poi, come oggi a Spa, c’è la manifesta superiorità tecnica della Red Bull, con Pérez e Verstappen che lo infilano senza sforzo e spariscono all’orizzonte a regolarsi i loro conti per la vittoria finale. Il 2023 del monegasco sembra un film di Fantozzi, e in una situazione del genere, può farti danno anche sentirti ripetere che in realtà sei un campione. Resisti, Charles, per carità. Oppure copia Piastri: quel ragazzo ha la testa d’acciaio.

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Photo Credit: Scuderia Ferrari Media Center

3. Lance Stroll

Non ci gireremo intorno: è il meno promettente fra i piloti dei top team. Mentre scriviamo, ha più punti di Piastri in classifica, ma – al contrario dell’australiano – le sue azioni non sono in costante rialzo: come ci ha abituato a fare da qualche anno, quando va bene fa tre passi avanti e due indietro (quando va male, viceversa). Almeno è un ragazzo di sani principi. Lo vedremmo bene come ministro della famiglia.

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Photo Credit: Alessandro Martellotta

2. Logan Sargeant

Dei due esordienti che non sono Oscar Piastri, è l’unico ad avere ancora un volante in mano a metà stagione, e quindi è l’unico di cui parleremo. Eppure, che dire di Logan Sargeant? Non gli abbiamo visto fare niente di rilevante in 12 Gran Premi, il tutto mentre Albon, con la sua stessa Williams, si danna l’anima e a volte riesce perfino a strappare qualche punticino. Gli auguriamo di fare tesoro di questa sua prima stagione e di crescere, così potremo finalmente imparare a pronunciare il suo cognome.

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Photo Credit: Logan Sargeant Twitter

1. Nico Hülkenberg

Nico. Nicolas. Hai tutto nella vita. Giovane, bello, ricco, famoso, una bella famiglia e una 24 ore di Le Mans. D’accordo, nella vita bisogna rimettersi in gioco, altrimenti si invecchia prima del tempo. Ma proprio con la Haas? Ci tenevi così tanto, ad aumentare il tuo record di 181 partenze senza mai vincere un Gran Premio? A sua parziale discolpa, la Haas dell’anno scorso era nettamente più competitiva di quella di quest’anno. Comunque sia, in questo momento quelle partenze senza vincere sono 193, e a fine stagione probabilmente 203. O forse, hai visto mai.

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Photo Credit: Haas Twitter

Bonus track: Max Verstappen

Colpo di scena: abbiamo scherzato. I nostri cinque top non sono i piloti migliori della prima parte del campionato. Il 2023 ha un solo top driver: ovviamente, Max Verstappen. Nessun altro può degnarsi di stargli vicino, quasi a suggerire l’esistenza di qualche remota categoria di cui quel mostro lì faccia parte insieme ad altri quattro esseri umani.

Tirare in ballo l’olandese volante, però, romperebbe irrimediabilmente il giocattolo. Il suo predominio è chiaro a tutti, e non se ne può più parlare senza superlativi. Max ci costringe a fare autocritica dei nostri stessi modi di dire: chi ha più il coraggio di chiamarlo “l’uomo da battere”? Ma chi lo batte, uno così? Aiutaci, autovelox: sei la nostra ultima speranza.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

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Filippo M. Ragusa

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