Ospite durante l’ultima puntata di Paddock GP dedicata all’appuntamento nipponico di Formula 1, Mario Donnini ha analizzato l’attuale situazione Ferrari sottolineando la necessità di creare delle linee gerarchiche tra i piloti della Dama Rossa solo quando questa sarà una monoposto in grado di competere per il titolo mondiale.
Donnini analizza la situazione Ferrari ed i piloti Leclerc e Sainz
La Scuderia Ferrari ha dimostrato a Singapore di poter sacrificare Leclerc e a Suzuka Sainz. Questo fatto narra alla perfezione come, a differenza delle passate stagioni, l’equilibrio nella gestione dei piloti sia inequivocabilmente partizionato a dovere dall’occhio attento e vigile di uno svalutato Frédéric Vasseur.
L’ex uomo Sauber non è stato accolto fin da subito con palme e tappeto rosso ai cancelli di Maranello. Non era lui il messia eletto, il nuovo Todt (seppur della stessa nazionalità) capace di far tornare agli albori e nefasti tempi gloriosi la Scuderia Ferrari, ma Fred qualcosa la sta dimostrando: polso ferreo e determinazione.
Il nativo del cantone di Draveil sa bene che in questo momento storico è insensato creare linee gerarchiche ben definite tra Sainz e Leclerc. Adesso, i due devono essere lasciati liberi di combattere tra di loro ed anche divertirsi come abbiamo visto tutti a Monza. Fin quando i due “Carli” della Scuderia Ferrari non avranno una vettura da titolo mondiale che porterà uno dei due a surclassare l’altro è abbastanza inutile creare malcontenti, e questa è anche il parere di Mario Donnini come ci ha riferito in esclusiva a Paddock GP.
“Fin quando i due piloti non sono in lizza per il mondiale non c’è bisogno dare un ordine gerarchico“, dice Mario Donnini. “Viceversa, come dice Mario Andretti, i piloti vanno lasciati liberi di correre finché uno dimostra che può vincere il mondiale e l’altro no. A quel punto bisogna dare una mano a quello vincente, partire senza preconcetti e schierarsi col vincitore. È esattamente questo che bisogna fare in Formula 1: parti con due piloti che hanno le stesse chance poi sono le corse che ti vengono incontro e ad un certo punto indicano loro chi dei due è più meritevole. Bisogna tenere i piloti liberi e concentrarsi poi su quello che può avere la chance iridata. Va benissimo così, perché sono liberi entrambi, sono motivati e si rispettano oltre che ad essere elastici e aiutarsi di volta in volta”.
Con una spiccata e notevole chiave di lettura, la nota penna di Autosprint ha definito a dovere il quadro generale della situazione anche se, come sappiamo, non tutti i piloti si prestano prontamente nell’aiuto del proprio compagno di squadra riconoscendone la superiorità. Non tutti sono Jody Scheckter e GiIlles Villeneuve distinti da altri compagni di squadra per il loro ottimo rapporto di amicizia in cui, proprio quest’ultimo, si è sempre rivelato essere una persona molto corretta nei riguardi del sudafricano e questo fece nascere un sodalizio sportivo e umano senza precedenti.
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