Il team Alpine non sta attraversando al periodo migliore della sua intera storia in Formula 1. Attraverso questo testo, come da noi riportato per Chrono GP, abbiamo cercato di analizzare la situazione della Casa transalpina con i possibili scenari.
Alpine inizia male la stagione 2024 di F1
Non stiamo assistendo di certo alla più gloriosa e splendente delle Alpine. La Casa di Enstone sta attraversando un turbolento avvio di stagione che la vede a quota zero punti nella classifica costruttori con i due francesi, Pierre Gasly ed Esteban Ocon incapaci di concretizzare un buon risultato in gara.
Dopo il disastroso GP del Bahrain, anche il secondo appuntamento del calendario svolto in Arabia Saudita non ha portato i risultati sperati e la A524 sembra essere la peggiore monoposto sulla griglia, anche perché gli inizi non sono stati dei più rosei con la prova del telaio al crash test inizialmente fallita ed una livrea quasi full-carbon per cercare di sgrassare laddove è possibile una vettura al limite dell’obesità. Come se non bastasse, anche i membri importanti del team quali il direttore tecnico Matt Harman, il capo aerodinamico, Dirk de Beer e il consulente Bob Bell, iniziano a levare le tende, consci del fallimentare progetto.
È strano però come la conduzione di Luca De Meo non stia dando i frutti sperati. Ad Enstone, il reparto telaistico forse non riesce a coordinarsi a dovere con Viry Chatillon sede della produzione del motore Renault, anima della squadra? Pare assurdo, perché nel periodo vincente con Fernando Alonso, quella tra i due quartier generale era una sinergia che funzionava senza troppi problemi. Ma, evidentemente, qualcosa si è incrinato da tempo ormai.
L’epurazione di Alpine è iniziata durante il GP del Belgio scorso, quando furono licenziati di tronco il team principal, Otmar Szafnauer, il direttore sportivo Alan Permane e anche il direttore tecnico Pat Fry.
Quali i poissibili scenari futuri?
Alpine è adesso un porto di mare in acque poco sicure, con tante navi pronte a lasciare via gli ormeggi speranzosi di attraccare su lidi più sicuri. Servono forze fresche capaci di far rimettere in carreggiata un Costruttore blasonato e vincente ormai relegato al fondo della griglia. Sono davvero tanti gli scenari che potrebbero verificarsi da qui al medio periodo. Innanzitutto la figura del ferrarista ed ex direttore tecnico della Haas Simone Resta, adesso impegnato in un ruolo non ben definito a Maranello, potrebbe tornare di nuovo in Formula 1 portando ad Enstone un bagaglio di esperienza non indifferente e consentirebbe, con molta probabilità, di risollevare le sorti del team transalpino. Inoltre non bisogna escludere una possibile riesumazione della figura di Mattia Binotto, attualmente coordinatore della divisione e-Powertrain del gruppo Texa, ma la Formula 1 non l’ha proprio dimenticata.
Infine, nella peggiore delle ipotesi per i francesi, il team Alpine potrebbe essere acquisito da chi nella massima serie vuole entrarci a tutti i costi, ovvero il team Andretti i cui contatti con la casa francese erano già aperti visto che, in caso di ingresso nella serie, avrebbe dovuto essere motorizzato Renault per via dei regolamenti in atto. L’ingresso in scena del team americano potrebbe essere ciò che serve per risollevare gli animi a Enstone, ma seppur questo sia lo scenario meno probabile, Bruno Famin ha espresso che le file di Alpine saranno presto rinvigorite da nuovi uomini, non di chissà quale calibro, ma con un profilo interessante. Ma servirà questo piccolo sforzo per placare un’emorragia che sta dissanguando un Costruttore vincente?
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