Negli ultimi anni Honda e Yamaha hanno subito una battuta d’arresto, nonostante nomi come Marquez e Quartararo nei box, mentre le case europee sono diventate via via dominanti, Ducati la prima tra tutte. Dorna, con le nuove concessioni, vuole cercare di dare una mano alle giapponesi sempre più in crisi.
Honda e Yamaha tra declino e concessioni
In pista conta anche ciò che non si vede: una strategia di sviluppo efficace che manca nelle RC213V (HCR e LCR Honda) e YZR-M1 (Monster Energy Yamaha). Negli ultimi anni, Ducati, Aprilia e Ktm hanno compiuto grandi progressi a discapito delle giapponesi, grazie a un massiccio investimento nella ricerca e sviluppo, dato anche da rapidi adattamenti ai cambiamenti normativi che hanno permesso di sviluppare al meglio potenza e aerodinamica.
Al contrario, le case giapponesi si trovano a operare in una vasta gamma di settori e gli investimenti nel racing risultano spesso penalizzati. Oltre alle risorse finanziarie limitate, vi è poi una cultura aziendale tradizionale che rende difficile abbandonare velocemente una strada per intraprenderne una nuova allo scopo di ottenere miglioramenti nelle prestazioni. Il gap con le case europee si è ampliato così sempre di più nel tempo, con delle Yamaha M1 con deficit di potenza e le Honda RC213V con poco grip e una difficoltà estrema della gestione ingresso curva da renderle “inguidabili”. Ma le concessioni del nuovo regolamento potrebbero aiutare le giapponesi a ridurre questo divario?
Un recap del 2023
Facendo un passo indietro, il 2023 è stato un anno sovrastato dalla presenza di Ducati, con otto moto in pista, insieme ad Aprilia e KTM sempre più protagoniste. Le giapponesi, nel mentre, hanno arrancato fino alla fine, posizionandosi nella classifica costruttori quarta Yamaha e quinta Honda.
Fabio Quartararo, El Diablo, è stato lontano dalla zona podio per gran parte della stagione, riuscendo a salire sul terzo gradino solo quattro volte con una moto che ha definito più volte “lenta”.
Anche nella casa Alata, prima della separazione dopo 11 anni insieme, il numero 93 Marc Marquez ha dovuto fare i conti con una RC213V difficile da gestire, 29 cadute (che dimostrano quanto lo spagnolo abbia guidato al “limite”) e un 14esimo posto nella classifica di fine campionato con 96 punti, lontano anni luce dai 420 punti del 2019.
Se poi Joan Mir, dal passaggio da Sukuzi a Honda, pensava di poter portare a casa grandi risultati, si è probabilmente dovuto ricredere. Il campione del mondo 2020 ha concretizzato come miglior risultato un magro quinto posto nel GP d’India.
La vittoria registrata, quella di Alex Rins nel team satellite HONDA LCR al Red Bull Grand Prix of The Americas, l’unico scorcio di luce in una stagione di risultati opachi.
Concessioni Honda e Yamaha, il punto della situazione
Quest’anno, invece, la musica cambierà? Le concessioni sembrano promettere grandi vantaggi alle case del Sol Levante. Questo nuovo sistema si basa sulla percentuale di punti ottenuti nella classifica Costruttori dell’anno precedente. Le case svantaggiate avranno la possibilità di effettuare un maggior numero di test privati, insieme ad un aumento delle gomme a loro disposizione e alla partecipazione dei piloti titolari ai test.
Honda e Yamaha, trovandosi nella fascia D del sistema delle nuove concessioni (riservata ai costruttori che hanno ottenuto meno del 35% dei punti possibili), possono beneficiare di tutto ciò. Con un’ampia quantità di gomme a disposizione per i test (260) e la possibilità di far girare i piloti titolari su qualsiasi circuito durante i test privati, le due case giapponesi possono adattare le loro moto alle esigenze specifiche di ogni tracciato, migliorando così le prestazioni complessive.
Anche sul lato motore, rispetto alle case della fascia A, B e C, possono beneficiare di 9 o 10 unità , a seconda del calendario delle gare, e hanno la possibilità di apportare modifiche. Inoltre, con due possibilità di sviluppo aerodinamico, hanno la flessibilità di adattare costantemente le loro moto alle esigenze.
Un 2024 di nuovi volti e speranze
Oltre alle concessioni, ci sono novità per quanto riguarda Honda e Yamaha. In HCR ci sono Luca Marini e Joan Mir, la casa dei tre diapason ha Fabio Quartararo e Alex Rins tra le fila, mentre in LCR Honda troviamo Johann Zarco e Takaaki Nakagami. In particolare, gli uscenti dai team satellite Ducati, Marini e Zarco, potrebbero rivelarsi utili grazie al loro know how per ridurre il divario tecnico. Già dai test le speranze erano altissime , vediamo ora le impressioni dopo il primo banco di prova nel weekend del Qatar.
Mir e Zarco, si sono mostrati fiduciosi. L’ex pilota Prima Pramac si è dimostrato abbastanza soddisfatto della 12esima posizione che sembra mostare del “potenziale”. Dietro di lui al 13esimo posto Mir ha affermato: “La nostra moto è migliorata rispetto all’anno scorso, ma gli altri sono migliorati molto (…) All’interno del team però stiamo lavorando sodo“.
Marini invece, dopo aver concluso in ventesima posizione ha dichiarato: “C’è stato un problema che non dirò, comunque è qualcosa di semplice e di facile risoluzione. Penso che ci sia del positivo da trarre (…) Stare dietro alla KTM, che adesso è molto forte, mi ha permesso di studiarla e portare informazioni alla squadra, così da poter migliorare il più possibile. Ho notato che stando in scia ad un altro la mia RC213V cambia comportamento.”
ll vero insoddisfatto, ancora una volta, è Quartararo fuori dalla Top Ten: “Il risultato è quello che è, purtroppo siamo peggiorati rispetto alla scorsa stagione… siamo troppo indietro“.
Tra fiducia e delusione, le due case giapponesi sembrano però voler sfruttare al massimo i vantaggi delle concessioni per tornare, o almeno tentare, nei posti più nobili della classifica in una stagione che già dal primo weekend di gara, promette nuove sfide e protagonisti.
Ascolta Paddock GP Motomondiale
Potete recuperare l’episodio andato in onda martedì 12 marzo alle ore 21:30 sul canale YouTube di Rossomotori. Nel corso della puntata abbiamo analizzato il GP del Qatar della MotoGP e molto altro insieme al pilota MotoE del team Tech3 E-Racing Alessandro Zaccone.
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Alice Salvoni