Luca Marini continua a soffrire con la sua Honda e i test al Mugello non hanno portato ad alcun miglioramento. “Non è una novità, ma non c’è ancora nulla di concreto che ci faccia pensare di poter uscire dal tunnel“. Il pilota guarda ai top rider per cambiare il suo stile di guida, ma la frustrazione aumenta vedendo i progressi del compagno di squadra Joan Mir.
Marini: “Al secondo giro gli altri fanno lo stesso tempo che noi facciamo in qualifica”
Luca Marini è in grossa difficoltà: è l’unico pilota titolare a non aver ottenuto nemmeno un punto dopo le prime cinque gare. Unica nota positiva è l’aver terminato tutte le gare lunghe e può dire di non aver visto la bandiera a scacchi solo nella Sprint di Jerez, dove è caduto assieme a tanti altri piloti in quella gara. Marini e Honda sembra stiano correndo un campionato differente rispetto alle altre moto in pista, in un altro mondo rispetto a chi detta il ritmo in testa. Dopo l’ultimo weekend di gara ha fatto un bilancio della situazione.
“Il gap accumulato nei primi due o tre giri è già enorme. Al secondo giro, gli altri fanno lo stesso tempo che facciamo noi in qualifica. Già nel primo giro perdiamo cinque o sei secondi, e lo stesso nel secondo”. Dopo il GP di Francia i piloti Honda sono volati al Mugello, dove hanno svolto una sessione di test privati. Marini ha lamentando che la RC213V continua ad avere gli stessi problemi e non è stata trovata una soluzione: “Sento di essere molto forte in frenata, ma poi faccio fatica a girare la moto a centro curva e perdo anche in uscita. Non è una novità, ma non c’è ancora nulla di concreto che ci faccia pensare di poter uscire dal tunnel”.
Marini in sella alla Honda: “Sto cercando di lavorare sul mio stile di guida”
Luca, nel frattempo, sta cercando di cambiare il suo stile di guida, per allinearlo a quello dei piloti più forti della griglia: “Dobbiamo cercare di continuare a sorridere. Sappiamo che stiamo lavorando, i giapponesi stanno facendo del loro meglio e gli aggiornamenti arriveranno nelle prossime gare, quindi spero che potremo puntare a posizioni migliori. Sto cercando di lavorare sul mio stile di guida, sulla mia posizione, perché oggi si vede che Pecco Bagnaia e Jorge Martin sono in grado di fare la differenza con i loro corpi. Sono gli unici che spingono in questo modo, mettendo il loro corpo ‘sotto’ la moto e facendola girare. Credo che questa sia la chiave per i prossimi anni in MotoGP, tutti stanno cercando di fare questo cambiamento e io ci sto lavorando. Sto dando il 100% a ogni giro”.
“Quello che non capisco è che io parto il venerdì con un ritmo e lo mantengo fino alla domenica, mentre Joan riesce a fare un passo avanti davvero enorme durante la gara lunga. Domenica ha fatto una grande gara, dal mio punto di vista. Purtroppo è caduto, ma fino a quel momento aveva fatto un’ottima gara. Dobbiamo capirlo. Luca Marini non è mai stato a meno di 1.4 secondi dalla testa per tutto il GP: 1.9 dal miglior tempo nella Sprint e 1.6 nella gara lunga. “Se guardiamo solo ai tempi migliori, Joan Mir è stato in grado di compiere un’evoluzione notevole a Le Mans, al punto da girare a meno di nove decimi dal miglior giro stabilito domenica, nonostante abbia completato solo metà della distanza”. – Ha concluso Marini
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