Santi Hernandez, capotecnico di Joan Mir nel Repsol Honda Team, vede com’è cambiato e maturato il suo pilota rispetto alla stagione passata: “Non so se si senta diverso dall’anno scorso. Ora Joan ha un po’ più libertà nel fare ciò che pensa“. E riguardo a Marc Marquez afferma: “Siamo amici e il nostro buon rapporto non è cambiato”.
Hernandez: “Joan ha voglia di ascoltare e provare cose, ha una mente aperta”
Santi Hernandez, ex storico capotecnico di Marc Marquez in Honda HRC, continua ad offrire il suo inestimabile lavoro al giovane alfiere della casa nipponica Joan Mir. L’ingegnere spagnolo è infatti rimasto nel box dell’Ala Dorata, e dopo tredici anni assieme a Marquez ora si trova ad affiancare un altro pilota, cosa che per lui non è stata un problema e che gli ha permesso di entrare in contatto con un ragazzo che sta crescendo e maturando, come ha dichiarato a ‘Relevo’: “È normale che il primo giorno sia stato un po’ strano. L’anno scorso vedevo un ragazzo molto introverso, serio e poco comunicativo. Sono stato sorpreso di trovarlo molto aperto e con voglia di fare cose. Soprattutto mi ha sorpreso la sua voglia di ascoltare e di provare cose, ha una mente aperta“.
“Non so se si senta diverso dall’anno scorso. È vero che Marc, con quello che ha fatto, era il leader del progetto. Ora Joan ha un po’ più libertà nel fare ciò che pensa“. Rispetto al 2023 L’atteggiamento di Mir è cambiato, ora appare più maturo e positivo, anche se il momento che sta passando è tutt’altro che facile: “Honda è un marchio a cui non piace essere dove si trova –afferma Hernandez – e sta lavorando duramente. Ma in MotoGP servono almeno sei-sette mesi per fare le modifiche che ti servono. Stiamo cercando di capire e risolvere il problema principale per poi iniziare a costruire“.
Tornando invece alla Sprint di Jerez, Mir è stato colpito della Ducati di Marc ed è finito largo in curva 13. Santi Hernandez ha spiegato: “Il mio club è la Honda e il mio pilota è Mir. Potevamo finire in una buona posizione e il contatto con Marc ci ha fatto perdere posizioni. Certamente mi ha fatto arrabbiare. Sono cose che accadono. Io difendo i miei colori“. La manovra dell’otto volte campione del mondo lo ha irritato, ma il loro rapporto rimane buonissimo.
“Siamo amici e il nostro buon rapporto non è cambiato. A volte ci chiamiamo, ma per parlare di cose personali più che di lavoro. Il suo adattamento alla Ducati? Non mi ha sorpreso. Penso stia lavorando bene e che sia più maturo di prima. Per consolidare tutto, avere più fiducia e sicurezza ha bisogno di vincere. Ma non deve ossessionarsi. Penso che il suo obiettivo sia divertirsi e lo sta raggiungendo“. – Ha concluso Hernandez
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