In un’intervista rilasciata al De Teelegraf, Il responsabile del circuito di Zandvoort, Robert van Overdijk, ha parlato del rischio di vedere lo storico tracciato escluso dal calendario di F1 dopo il 2025. Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni dall’Olanda, i promoter potrebbero aver trovato un accordo, alternando l’appuntamento olandese con il GP del Belgio.
GP di Zandvoort rischia di non essere rinnovato dopo il 2025, salvo rotazione con Spa
I circuiti europei che ospitano i Gran Premi di Formula 1 non stanno certo attraversando un periodo facile. Con nuovi paesi e circuiti che scalpitano per accogliere la categoria, nonché la decisione di Liberty Media di limitare il numero di gare in Europa a favore di America e Medio Oriente, la permanenza in calendario è diventata una vera e proprio lotta di sopravvivenza.
Anche la storica pista di Zandvoort rischia di essere tagliata presto fuori dalla Formula 1. Il circuito di casa del campione del mondo Max Verstappen ha un contratto in scadenza alla fine della stagione 2025 che, nonostante la sempre alta affluenza di pubblico, non è stato ancora rinnovato. Parlando al De Teelegraf, Il responsabile del circuito, Robert van Overdijk ha ammesso che non ci sono garanzie in merito alla possibilità di proseguire oltre tale data.
“Al momento i rischi sono troppo grandi, ma ovviamente stiamo facendo tutto il possibile per vedere se possiamo organizzare una gara anche nel 2025. È chiaro che la situazione è precaria. Non è a causa del nostro rapporto con la Formula 1, perché è ancora fantastico. Ma non è scontato organizzare un evento del genere nei Paesi Bassi, che negli anni precedenti ha avuto successo perché diverse parti si sono impegnate”.
Tuttavia, secondo recenti indiscrezioni riportate dalla testata giornalistica olandese Formule 1, i promoter del GP olandese potrebbero aver trovato un accordo sulla permanenza in calendario, che prevede però un’alternanza con il GP del Belgio. Se così fosse, si aprirebbe un altra strada in Formula 1, quella della rotazione dei GP. L’ipotesi, non del tutto estranea ai vertici della categoria, è stata infatti diverse volte suggerita per consentire la sopravvivenza delle storiche tappe europee, dinanzi all’inarrestabile avanzata dei circuiti di nuova costruzione.
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