La RB20 non si è rivelata la vettura perfetta, presentando alcuni problemi che, come riportato da Formu1a.uno, Adrian Newey aveva già individuato dando alcuni consigli che il team non ha però seguito. La sua ricomparsa in pista potrebbe infatti celare un ostacolo ben più grande di quanto sembri.
Passo indietro RB20: consigli di Newey ignorati
I consigli di Adrian Newey sembrano essere stati ignorati, motivo per cui ad oggi la Red Bull si ritrova per le mani una RB20 ostica. L’ingegnere britannico resta uno dei nomi più chiacchierati all’interno del paddock, in attesa di scoprire la sua futura sfida. Fin da inizio anno Newey è però stato protagonista, in particolare dopo l’unveiling di una monoposto inaspettata. La RB20, come ormai noto, ha infatti fin da subito destato stupore per le sue forme molto estreme e quel nuovo concetto portato in pista nonostante la monoposto precedente fosse stata più che dominante. Qualcosa però non sembra aver funzionato nel modo corretto. Gli aggiornamenti non hanno infatti portato a quell’atteso passo avanti. Al contrario, i rivali si sono avvicinati, mentre in casa Red Bull sembra essere stata adottata la camminata del gambero.
Quasi come fosse una coincidenza, i primi problemi sono venuti alla luce a seguito dell’annuncio ufficiale della separazione tra Newey e la Red Bull. Una storia che però alla parola fine non è ancora realmente giunta. Il genio aerodinamico avrebbe infatti dovuto occuparsi della sola Hypercar RB17, presentata di recente a Goodwood. Così però non è stato. Newey ha fatto capolino tra i box Red Bull sia a Monaco che in Gran Bretagna, quaderno rosso alla mano. Nonostante gli elogi fatti sin dai primi rumors sul lavoro di Waché e Balbo, a Milton Keynes l’idea di poter proseguire senza Newey e senza problemi sembra infatti essere stata ridimensionata.
In Gran Bretagna il campanello di allarme è stato più grande del previsto, con la Red Bull risultata terza forza in pista, alle spalle sia di McLaren che di Mercedes. Il team di Woking ha poi sbagliato a livello strategico con il solito Verstappen che non si è fatto trovare impreparato, andando oltre i limiti di una vettura che qualcosa, ad oggi, deve temere. Un assaggio di realtà lo si può infatti avere guardando Perez, i cui risultati rispecchiamo forse al meglio il problema in casa Red Bull.
La RB20 è un’evoluzione delle precedenti monoposto ad effetto suolo, ma la direzione ben diversa dalle recenti stagioni ha comportato scelte che forse iniziano a creare problemi. L’indagato maggiore, come riportato da Piergiuseppe Donadoni su Formu1a.uno, sembra essere il nuovo sistema di raffreddamento, o almeno parte di esso. Questo risulta infatti molto estremo, forse troppo. Un pensiero che sembra aver esplicitato anche Adrian Newey prima della realizzazione della RB20. L’ingegnere britannco, sempre secondo quanto scritto, avrebbe infatti fin da subito mostrato dubbi su alcune delle scelte che la vettura presenta attualmente. I tanto discussi inlet sarebbero stati addirittura definiti come una strada non buona da seguire. Una cosa che Ferrari sembra provare ad oggi sulla sua SF-24.
Nonostante i consigli di Adrian Newey, Pierre Waché e il suo staff tecnico hanno comunque deciso di proseguire su quella strada. Senza quindi un’approvazione da parte dell’ingegnere aerodinamico che oggi sembra pesare molto. Sempre secondo quanto riportato da Donadoni, questo potrebbe inoltre essere uno dei motivi che hanno poi portato all’allontanamento di Newey da Red Bull. Il non essere più protagonista, con la squadra tecnica affidata a Waché e Balbo, potrebbe infatti aver influito non poco sulla decisione comunicata ufficialmente lo scorso primo maggio. Il passo indietro è però evidente e il ritorno di Newey in pista potrebbe essere quell’ammissione di un errore inaspettato di cui gli altri dovranno saper approfittare.
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