L’autodromo Enzo e Dino Ferrari si è riempito di appassionati e auto indimenticabili nelle giornate dedicate alla storia del motorsport. Durante l’Historic Minardi Day, Rossomotori.it ha avuto l’opportunità di intervistare Gian Carlo Minardi: dal successo dell’evento alle opinioni sulla Formula 1 attuale, Minardi ci ha raccontato il suo punto di vista.
Gian Carlo Minardi: il successo dell’Historic Minardi Day
Il 24 e il 25 agosto è andato in scena l’evento più atteso dagli appassionati del motorsport. L’Historic Minardi Day è stato un successo, tra grandi ospiti, come “Matitaccia”, Mario Donnini e Nicola Villani, e la presenza di auto storiche. Gian Carlo Minardi, con la sua forte personalità e le sue idee ben chiare, ha raccontato a Rossomotori.it come il weekend sia riuscito a riportare nell’autodromo quell’atmosfera del passato che tutti volevano riassaporare.
“Devo ringraziare le 17.000 persone che sono venute qui e hanno capito lo spirito del Minardi Day. Devo dire che in questi due giorni tra autografi e selfie mi hanno tutti gratificato dello spettacolo e della manifestazione e questo è molto gratificante per tutte le fatiche fatte. Ricordatevi sempre che io ho 77 anni e ho un male alle gambe he non riesco a trasmettervi fisicamente”.
L’Historic Minardi Day è stata un’occasione per viaggiare nel tempo, nella storia dell’automobilismo, e per incontra persone che hanno toccato con mano la Minardi: “È un motivo di soddisfazione sia la presenza di macchine prestigiose, come avete visto nei box, sia la presenza dei piloti e non tutti sono stati legati alla Minardi. Cioè, quelli che sono stati legati alla Minardi hanno più o meno tutti, non dico affetto e riconoscenza, ma sono stati miei collaboratori. Ma vengono anche tanti piloti che negli anni Ottanta e Novanta erano avversari e che oggi, invece, mi dimostrano la loro amicizia. Per noi questo è importantissimo“.
La passione di Minardi per la Formula 1
Gian Carlo Minardi conosce bene ciò che accade all’interno di un paddock e la sua passione non è mai svanita. Durante l’Historic Minardi Day, che ha avuto luogo in concomitanza con il Gran Premio d’Olanda, abbiamo chiesto al fondatore del team di esprimere un giudizio su cosa rappresenti la Formula 1 oggi.
“Guardi io non sono una persona corretta e giusta per esprimere giudizi, perché sono in questo mondo da 53 anni. Ho fatto 21 anni di Formula 1 e, come diciamo in Romagna, ho la botta in testa per il motore. Per cui io, oggi, di questo weekend sono dispiaciuto perché non ho visto le prove. E tra due ore non mi troverete per un’ora e mezza, perché io devo vedere il Gran Premio. Ma io credo che oggi la Formula 1 sia la massima espressione della tecnologia“.
“È ovvio che è difficile comprenderla ed è ancora più difficile raccontarla, ma visto che ho vissuto 21 anni sul muretto dei box, io vivo ancora durante il Gran Premio, possibilmente da solo, quello che facevo sul muretto dei box. Perché, in realtà, guardavo una televisione, guardavo i dati che la televisione mi dava e prendevo delle decisioni. Ecco, nella mia botta in testa, come ho detto prima, faccio la stessa cosa. Capisco che non è facile raccontarla ed è ancora più difficile interpretarla“.
La Formula 1 è cambiata: l’opinione di Gian Carlo Minardi
La Minardi ha fatto parte del Circus dal 1985 al 2005 e diverse cose sono cambiate rispetto alla Formula 1 che conosciamo oggi. Il cambiamento era inevitabile, con la presenza sempre più importante dei team e dei piloti sui social media, l’arrivo di serie tv e film sull’argomento e tutta la tecnologia che ora serve a una monoposto. Gian Carlo Minardi, durante l’Historic Minardi Day, ci ha confessato che, nonostante questo sia un mondo dinamico e in continua evoluzione, lui crede che la Formula 1 sia comunque affascinante.
“Oggi, vi ricordo, che negli ultimi tre gran premi, in prova, in un secondo e quattro c’erano 20 macchine. Ai miei tempi con un secondo e quattro partivi in seconda fila o al massimo in terza fila. Negli ultimi Gran Premi, escluso chi ha sbattuto o chi ha rotto la macchina, sono arrivate tutte le macchine quasi tutti a pieni giri. Ai miei tempi io sono andato a punti anche con un giro o un giro e mezzo. Quindi, la Formula 1 è cambiata. La dimostrazione è questo nuovo oggetto qui, il telefono, che io non so fare usare, ma che è determinante e che vent’anni fa non usavamo come lo stiamo usando adesso”.
“La Formula 1 è la massima l’espressione del motorsport, ma anche dell’automobilismo. Quindi tante cose che oggi sono in Formula 1 vengono poi portate alla serie, per cui è indispensabile, forse, spiegarlo meglio. Aggiungo che, in questo momento, c’è una lotta tra 4 o 5 pretendenti ed è una lotta affascinante, sportivamente parlando. Poi è chiaro che, vedendovi anche qui davanti, quelli vestiti di rosso sono delusi dalla Ferrari. Questo è lo sport, è sempre stato così. Ci sono dei cicli e questi cicli sono difficili da combattere. La dimostrazione che siamo alla fine di un ciclo è che si è compattato in alto il livello di quattro squadre. Però la Formula 1, per me, è ancora bella“.
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