GT Italiano | AF Corse, i sogni di Eliseo Donno: "Voglio arrivare a Le Mans"

Alla scoperta di Eliseo Donno: il racconto a Rossomotori.it del giovane talento italiano che sta ben figurando nel CIGT e nel GTWC.

Eliseo Donno è uno dei talenti più osservati del Campionato Italiano Gran Turismo. L’ACI Racing Weekend di Imola ci ha dato modo di scoprire perché sia tanto apprezzato, di conoscere le motivazioni dei sui passi nella carriera, e per vedere cosa c’è nella sua mente per il futuro. Seguito da AF Corse, a soli 19 anni ha ancora tanto potenziale, ed i risultati già ottenuto gli formano già un grande curriculum.

A tu per tu con Eliseo Donno: una carriera in ascesa

Nel 2021, la Scuola Federale dell’ACI selezionò i 6 migliori talenti mondiali per il Supercorso. Tra questi, ecco Eliseo Donno, classe 2005 con una qualità alla guida che da lì a poco sarebbe esplosa a livelli ancora superiori. Due anni dopo, nel 2023, il giovane leccese vince il Ferrari Challenge Europe, ed arriva appena secondo nelle Finali Mondiali Ferrari. Durante l’ACI Racing Weekend ad Imola, Rossomotori.it ha avuto la possibilità di conoscerlo bene: un ragazzo con doti da campione, ma nonostante ciò, pieno d’umiltà.

Eliseo, la tua carriera è stata un rapido aumentare di esperienza, con il passaggio netto dai kart alle vetture GT. Quanto è stato complesso effettuare questa transizione?

“Sono stato selezionato nel 2021 tra i migliori piloti italiani dall’ACI, nel Supercorso Federale. Da lì, attraverso la preparazione fisica ed i test in Formula 4 siamo riusciti a prendere un aggancio nel mondo delle auto. Lì è stato un susseguirsi di eventi… Io mi sono lanciato nelle auto a ruote coperte perché è stato ciò che sin da piccolo mi ha spinto a fare bene, e con Ferrari perché da bambino ci giocavo con le macchinine. E’ stato bellissimo. Il passaggio dai kart alle auto non è stato facile, poiché sono passato da vetture super leggere ad altre molto più pesanti, con un diverso carico aerodinamico. Però, ci stiamo difendendo bene”.

Il Ferrari Challenge è stato il palcoscenico dove ha potuto dimostrare subito tutto di te. Mi ricordi la tua gara preferita, e mi racconti perché lo è?

“Quasi tutte le gare sono state le mie preferite, perché siamo andati bene ovunque. Però, quella che non dimenticherò mai nella vita è Le Mans, poiché abbiamo gareggiato nello stesso weekend della 24 Ore. Quindi è stato un evento bellissimo, con uno scenario mai visto. La gara più complessa è stata Estoril, dove non avevamo potuto provare, c’era molto caldo, è stata un po’ difficile con le pressioni”.

Nel 2023 hai vinto il Ferrari Challenge Europe e sei arrivato secondo nella finale mondiale. Cosa ti ha permesso di fare la differenza in Europa e cosa pensi ti sia mancato a livello mondiale?

“Innanzitutto, il Campionato Europeo è un insieme di gare, la Finale Mondiale è una gara secca. L’impegno che ci metti in un campionato, la costanza, è molto più difficile da mantenere rispetto al tentativo unico, nel quale per esempio puoi avere un problema tecnico e buttare via tutto. Nella Finale Mondiale, quello che ci è mancato un po’ è stato il setup giusto, una gara difficile con tanta Safety Car. Tutto sommato direi sia andata bene”.

Nel CIGT, è ormai la terza stagione. Avendo vissuto sia la categoria Sprint, che quella Endurance, mi dici quale tipologia di gara preferisci?

“Se guardassi al mio futuro, preferisco l’Endurance perché voglio arrivare a gareggiare nelle 24 Ore come a Le Mans, o a Spa-Francorchamps. Le gare Sprint sono belle poiché puoi dare tutto senza dover gestire nulla, mentre nelle gare di durata entrano tanti fattori in ballo, quali la gestione delle gomme, dei freni. Quelle sono cose complicate, a me le cose complicate piacciono di più”.

Due vetture, la 488 e la 296, ma sempre Ferrari. Puoi spiegarci quali sono le differenze principali che senti alla guida?

“Le differenze sono tante. Una delle prime che senti appena entri nella 296 GT3 è che sia molto più rigida, con un passo più corto, hanno fatto un salto di qualità davvero impressionante. Quando la guidi, è difficile tornare indietro sulla 488. Ma comunque, ci stiamo difendendo, la 488 ha stravinto tutto, è ancora una macchina molto competitiva. La 296 è come un prototipo, non è più facile da guidare, ma ti adatti meglio come su un kart”.

In un’intervista riportata da Ferrari, hai menzionato l’uso del simulatore per prepararti alle gare. Quanto influisce la simulazione virtuale sulle tue performance reali in pista e credi che questo approccio diventerà sempre più centrale nel motorsport?

“Sì, è molto importante. Per fortuna, due anni fa ho potuto installare un simulatore a casa, devo dire che mi ha fatto fare un salto di qualità perché, soprattutto nelle piste dove non puoi provare, ti aiuta molto a capire dove passare. E’ normale comunque che una buca o un avvallamento difficilmente la senti al simulatore. Ad esempio, a Brands Hatch quest’anno, molti sali-scendi al simulatore in realtà sono delle discese impressionanti”.

Imola è un tracciato sul quale, secondo i risultati ottenuti, ti trovi davvero bene. Confermi che sia così? È il tuo tracciato preferito?

“In Italia, il mio circuito preferito è il Mugello, perché ci sono sali-scendi, molte più curve in appoggio, molte curve veloci. Però se penso ad Imola ed alla sua storia, mi piace essere qui”.

Abbiamo potuto constatare che tu abbia un rapporto di amicizia particolare con Andrea Kimi Antonelli, che presto approderà in Formula 1. Le ruote scoperte sono un obiettivo anche per te, o vuoi continuare il cammino su questi bolidi?

“Con Kimi ci conosciamo molto bene, da quando eravamo sui kart, lui è arrivato fino alla Formula 1. Alle macchine a ruote scoperte non direi comunque mai di no, però c’è un legame, anche con la mia famiglia, questo legame con le macchine a ruote coperte. Avevo i modellini da bambino, e dicevo: ‘Un giorno voglio vedermi qui sopra’. Guidarle è un’emozione incredibile”.

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Alessio Auriemma