Charles Leclerc ha fatto sognare i fan a Monza grazie alla sua seconda vittoria in carriera sul circuito brianzolo. La sua SF-24 è riuscita a battere le McLaren che hanno sofferto l’usura gomme, mentre il coraggio del team Ferrari ha avuto la meglio nella strategia.
Charles Leclerc vince a Monza, ma è abbastanza? Le parole di Vandone
Durante il Gran Premio d’Italia, Charles Leclerc ha ottenuto un risultato degno di nota a Monza sfruttando appieno una performante Ferrari SF-24, che poco consuma le gomme grazie ai nuovi aggiornamenti installati sulla monoposto, optando per una strategia ad una sosta che si è rivelata essere vincente.
Ciò che ha fatto Leclerc va oltre i suoi limiti o quelli della sua vettura? Secondo Fabiano Vandone, ospite durante l’ultima puntata di Paddock GP, ha discusso con noi come Leclerc sia migliorato durante la gestione delle proprie gare, rimanendo però nel suo: ovvero compiendo il suo lavoro e vincendo solo quando la vettura glielo permette.
“Lo step che abbiamo visto dopo Monte-Carlo, gara perfetta di Leclerc, è quello di sbagliare meno. Sta facendo il suo lavoro: ovvero quello di portare al limite la macchina e vincere con una vettura che gli permette di farlo. Non sta facendo il lavoro di Verstappen, ovvero quello di vincere anche con una macchina che non gli permette di farlo”.
“Con questo non voglio sminuire un pilota, perché quando si vince anche con una strategia che non era certa, si è fatto un ottimo lavoro, ma alla fine è la macchina che ha fatto un gran lavoro. Charles ha fatto un bel lavoro, non ha lasciato decimi in giro facendo la gara perfetto, ma ha fatto il suo non di più”.
Questo cosa significa? Che ad ora, la differenza tra l’olandese e il monegasco rimane ancora sostanziale e Max riesce a fare la differenza laddove la macchina non permette di essere vincente. Proprio come accadde a Imola, gara in cui il tre volte iridato è riuscito a portare a casa una vittoria da cardiopalma a bordo di una Red Bull RB20 che soffriva terribilmente quando aggrediva i salsicciotti del Circuito del Santerno.
Hamilton la chiave del successo in Ferrari?
L’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello segnerà una profonda svolta per la Casa del Cavallino Rampante. Il nativo di Stevenage che quest’anno vivrà la sua ultima stagione come pilota della Mercedes, team col quale ha segnato la storia della Formula 1 contemporanea, è molto abile nello sviluppo di una monoposto vista la sua grande esperienza.
Al suo fianco, Charles Leclerc avrà l’occasione di crescere tanto e includere un tassello che manca nel suo ramo delle conoscenze ed esperienze. Seppur corra dal 2018, il monegasco pecca ancora nello sviluppo della monoposto e nella sua comprensione. Un pilota che guida col cuore, a volte poco analitico durante le dichiarazioni dei weekend di gara, o forse che gioca e bluffa tanto per ingannare gli avversari.
“Leclerc è un gran pilota poiché vincente ed è in grado di prestazioni straordinarie, ma sbaglia tanto. Con le vittorie ed i successi si tende a dimenticare ciò che è successo nelle gare precedenti. Sia in Olanda, sia a Monza il venerdì alla fine delle prove dichiara ‘La macchina ha dei problemi, non riusciamo a metterla a posto e dovremmo fare una gara in difesa cercando di andare a punti‘, e la domenica la macchina arriva al podio. Quindi mi chiedo quale sia il reale contributo del pilota nella lettura del potenziale della macchina. […] Aspettiamo Hamilton che è in grado di fare le radiografie delle macchine, capire qual è il limite di esse in varie configurazioni ed è capace di ottimizzare il pacchetto della vettura. Pur essendo un ottimo pilota, ad oggi a Leclerc manca questo”.
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