Rubén Xaus King of the Baggers
Rubén Xaus ci racconta gli sviluppi della sua avventura negli Stati Uniti, tra King of the Baggers e Baggers Racing League.

Il 2024 ha segnato il debutto di Rubén Xaus nel King of the Baggers, il campionato riservato alle cruiser americane nel contesto del MotoAmerica. In questa categoria così particolare e poco conosciuta in Europa, il pilota andorrano ha trovato un nuovo stimolo che lo ha convinto a tornare ad indossare casco e tuta a tempo pieno. In un’intervista esclusiva concessa a noi di Rossomotori.it è stato lui stesso a raccontarci di questa sua nuova avventura.

Rubén Xaus e il King of the Baggers: una carriera dopo la carriera

Dopo qualche anno di inattività, Rubén Xaus ha deciso di rimettersi in gioco in uno dei campionati più “pazzi” del mondo motociclistico, il King of the Baggers. Come ci aveva già raccontato in una precedente chiacchierata, Rubén è stato da subito molto coinvolto nel nuovo progetto, lavorando a stretto contatto con Harley-Davidson e i ragazzi del Team Feuling, appoggiato da GoEleven, per creare una moto che lui stesso ha definito essere “una Superbike”. Sia l’andorrano che i suoi partner vedono un grande potenziale nel Campionato e sono convinti che questo riuscirà ad affermarsi anche in Europa:

“Tutti i miei partner italiani stanno partecipando alla grande, perchè credono in questo campionato e lo vedono come un’occasione per mettere in mostra i loro prodotti”.

Rubén Xaus King of the Baggers
Photo Credits: Rubén Xaus profilo Instagram

Uno degli obiettivi principali per Rubén Xaus, oltre a suscitare interesse nel Vecchio Continente per questa tipologia di competizione, è dimostrare come al termine di una lunga carriera ci si possa sempre reinventare, trovando nuovi stimoli e motivazioni:

Io non sono nel mezzo della mia carriera agonistica, non devo vincere domani. La mia carriera agonistica è già finita. Questa è un’opportunità per dimostrare a tutti che dopo una carriera che finisce ai 35 anni ce ne può essere un’altra, diversa, in un campionato che sta avendo tanto successo negli Stati Uniti e che a breve penso arriverà in Europa. Pensiamo che in uno o due anni il King of the Baggers possa diventare un Campionato interessante anche qui, per molti marchi diversi. Al prossimo EICMA dovrebbero essere presenti un paio di versioni delle nostre moto, e questo sicuramente ne aumenterà la visibilità“.

Una sfida divisa in due categorie

Oltre al King of the Baggers, Rubén Xaus compete nel Baggers Racing League, anch’esso un campionato di moto cruiser americane. La differenza tra le due categorie è che la prima orbita nell’universo MotoAmerica mentre la seconda ne è indipendente ed è più economicamente accessibile. Il progetto dell’andorrano era di poter competere regolarmente in entrambi i Campionati ma, strada facendo, i piani sono cambiati. Attualmente Rubén Xaus corre a tempo pieno nella Baggers Racing League, dove è primo in classifica della propria categoria, ed è protagonista solamente in alcune occasioni dei weekend di gara del King of the Baggers.

Rubén Xaus King of the Baggers
Photo Credits: Rubén Xaus profilo Instagram

Nonostante ciò, il pilota è molto contento del lavoro che sta facendo e sa esattamente dove è necessario lavorare per migliorare:

“Sono molto contento di questa nuova avventura. Il primo giorno ho pensato: “Cosa ci faccio qui? Questa moto sembra un camion!”. Con il passare del tempo però siamo migliorati, stiamo facendo dei bei setup, stiamo sviluppando la moto in una direzione molto interessante. Abbiamo anche introdotto delle novità che hanno attirato l’attenzione dei nostri rivali come per esempio l’altezza della moto. Ora nel MotoAmerica sono tutte geometricamente un po’ più basse come la nostra, più verso una Superbike.”

La grossa differenza tra la sua moto, indipendente, e le altre, ufficiali, è la mancanza di un motore performante. In termini di guida e setup le prestazioni si somigliano ma la disparità di potenza è determinante:

“Gli altri hanno una potenza in termini di motore che noi non abbiamo, ma a livello di guida sono alla pari dei top riders del Campionato. È un discorso di potenza e di quanto si riesce ad investire, non c’entra il talento o la messa a punto. Per vincere delle gare nel MotoAmerica a noi servono motori performanti e quindi abbiamo bisogno di investire molto, cosa che al momento non è la nostra pretesa. Penso che il mio azzardo di buttarmi in questa categoria sia andato molto bene e credo a breve sarà una tendenza che crescerà anche in Europa“.

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Beatrice Vanzella

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