Negli ultimi anni il calendario del motomondiale sta via via ampliandosi, con il Circus che punterebbe a svolgere 22 weekend di gara in una singola stagione, Sprint Race inclusa. Uno sforzo non indifferente anche per i piloti più allenati e in forma, che hanno difficoltà a portare a termine una stagione così intensa. In passato era molto diverso e, proprio per questo, abbiamo chiesto un’opinione a Rubén Xaus su quanto stia diventando impegnativo per team e addetti ai lavori rispettare i ritmi di questo mondo. Il microcosmo del motomondiale non è sicuramente un ambiente facile ma, come per ogni professione, è necessario scendere a compromessi.
Rubén Xaus: “Il calendario della MotoGP sta diventando pesante”
Dal 2022 ad oggi la MotoGP si è assestata su un ritmo di 20 weekend di gara stagionali, il numero più alto di sempre. Questa dato dovrebbe essere ancora più elevato, contando i vari annullamenti subiti dai GP del Kazakistan e dell’India. In un momento in cui il motomondiale è forse al suo massimo per quanto riguarda l’interesse e la visibilità, a pagare il prezzo di queste trasferte sono soprattutto gli addetti ai lavori. Certo, lavorare all’interno del paddock del motomondiale non è proprio un impiego come un altro, ma per alcuni la fatica inizia a farsi sentire.
In un intervento al podcast “Duralavita” di Jorge Lorenzo, Rubén Xaus e Ramon Forcada avevano parlato di come molti dipendenti di Aprilia e KTM stiano uscendo dai relativi progetti a causa della troppa mole di lavoro. Approfittando del tempo che Rubén Xaus ci ha dedicato per un’intervista, abbiamo chiesto la sua opinione sull’attuale calendario del motomondiale, contando che nel 2005, sua ultima stagione in MotoGP, le gare erano solamente 17:
“Il calendario della MotoGP sta diventando pesante, sia per quanto riguarda i costi che i team devono sostenere ma anche per la fatica che si fa. Molte persone stanno facendo fatica, e molti di quelli che vorrebbero cambiare lavoro non ci riescono. Torni a casa e cosa fai? Lo stipendio sarebbe molto più basso. Si tratta di fare un compromesso, si tiene duro finché si può e poi si molla. Ultimamente l’impressione è che sempre più persone facciano fatica a portare avanti questo ritmo“.
Ma il numero di gare alle quali stiamo assistendo è diventato troppo? Ogni weekend di gara inizia il mercoledì e termina la domenica notte per gli operai e i meccanici. Inoltre, le gare sono diventate due per fine settimana, aumentando il rischio di dover incappare in degli straordinari. A questo si aggiungono anche le varie giornate di test, tenute sia in inverno che durante la stagione, e le trasferte extra-continentali che non ammettono pause tra i vari appuntamenti:
“Non sono in grado di dire se il numero di gare sia giusto o sia troppo. Il motomondiale si trova in un momento di successo incredibile. Il motociclismo sta diventando uno degli sport più seguiti al mondo, quindi chiunque abbia in mano questo tipo di campionati lavora nella direzione che porta più successo. Gli operai, i tecnici e tutti i dipendenti in generale sono parte del gioco. “Se ti piace questo mondo bene, se non ti piace sai dov’è la porta”, alla fine la scelta è sempre questa.”
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