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Max Verstappen ha dimostrato di essere superiore ai problemi Red Bull, secondo Horner ha la stessa capacità che aveva Michael Schumacher.

Le difficoltà che hanno attanagliato il team di Milton Keynes in questa stagione sono evidenti e riguardano le prestazioni della vettura. I problemi sono iniziati ben prima, ma il campione olandese è stato in grado di compensare agli squilibri della monoposto con la sua bravura. Christian Horner reputa che questa capacità di Max Verstappen sia comparabile con quella di Michael Schumacher negli anni Novanta: proprio come lui, il pilota Red Bull sa gestire la macchina meglio di chiunque altro.

Verstappen come Schumacher: le parole di Horner

Nonostante i risultati non del tutto positivi per Red Bull, il talento del 3 volte campione del mondo non è mai stato messo in discussione. Max Verstappen ha sempre dimostrato di essere un passo avanti a tutti, in termini di prestazioni. Tanto che, fino a un certo punto della stagione, era riuscito a compensare i problemi della monoposto grazie alle sue abilità alla guida. Il Team Principal riconosce la bravura del pilota olandese, che è riuscito a tenere in piedi tutto il team. Come il Christian Horner ha dichiarato nel podcast F1 Nation, proprio per queste ragioni, Max Verstappen ricorda le capacità che Michael Schumacher aveva negli anni Novanta.

Gara GP Italia Verstappen Horner Schumacher
Photo Credit: Alessandro Martellotta

Se scaviamo a fondo, credo che le difficoltà legate all’aerodinamica siano iniziati già nel 2023. Penso che Max, grazie alla sua capacità straordinaria di guidare intorno ai problemi, sia riuscito ad affrontarli, mentre Checo non ce l’ha fatta. Ricorda il modo in cui guidava Michael Schumacher negli anni Novanta. Lui era in grado di guidare quella macchina meglio di chiunque altro, mentre gli altri avevano difficoltà. Max ha la stessa capacità di guidare una macchina che ha quel tipo di problemi“.

Il punto più basso della stagione, come aveva già accennato anche Verstappen, è stato al GP d’Italia. Ma da quel momento in poi, il team ha avuto la possibilità di capire meglio i problemi della monoposto: “Credo che abbiamo visto la vera portata dei problemi solo a Monza. Lì abbiamo visto quanto l’asse anteriore fosse disconnessa da quella posteriore. I numeri che ci aspettavamo di vedere in pista erano lontani anni luce da ciò che emergeva nelle nostre simulazioni“.

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Katia Albergo

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