Durante l’appuntamento di Monza del GT World Challenge Europe Endurance Cup, Alessio Rovera ha incontrato Rossomotori.it. Attivo nel GTWC Europe e nel FIA WEC con Ferrari, tra gli altri, Rovera ci ha raccontato le sue sensazioni sui successi del team e il duro lavoro per il futuro, facendo anche un confronto tra i due diversi campionati.
Alessio Rovera in Ferrari: i successi e le ambizioni
Nato a Varese nel 1995, Alessio Rovera fa il suo esordio su una monoposto nel Campionato Italiano Formula Abarth, vincendolo, nel 2013. Dopo diversi anni, tra Formula Renault 2.0 Alps e Euroformula Open, il pilota italiano passa alle vetture GT, con il Porsche Carrera Cup italiano, prima di arrivare all’Endurance. L’unione tra Rovera e Ferrari avviene nel 2020, nel GT italiano, ma continua poi nel WEC l’anno seguente, quando il pilota diventa parte dell’equipaggio della Ferrari 488 GTE Evo. Alessio Rovera, che attualmente corre con Ferrari in diversi campionati, ha raccontato a Rossomotori.it cosa significhi essere parte del successo della scuderia e alcune differenze tra il WEC e il GTWC Europe.
Alessio, vieni da una pole al Fuji e dalla vittoria dei tuoi compagni della #54, prima della 296 LMGT3 nel WEC. Come ti senti a far parte di questo doppio successo?
“Finalmente siamo arrivati alla vittoria con la LMGT3. È stato un anno di alti e bassi nel WEC. Il mio compagno di squadra (François Heriau, ndr.) è riuscito a conquistare l’Hyperpole, quindi anche lì partivamo da un buonissimo punto. Non siamo riusciti a concretizzare per un problema tecnico nei primi giri, altrimenti penso che avremmo potuto fare un uno due importantissimo, storico. Però, siamo contenti per la vittoria della #54, vuol dire che stiamo lavorando nel modo giusto e nella direzione esatta. Nell’appuntamento in Bahrein, in cui cercheremo, come minimo, di conquistare un podio. speriamo di essere un po’ più fortunati, perché ce ne è sempre capitata una, quindi speriamo che fili tutto liscio. Poi la velocità e la macchina ci sono”.
E rispetto al GTWC, quali sono le aspettative in questo campionato? Credi che il team riuscirà a salire di qualche posizione?
“L’idea, ovviamente, è di cercare di vincere per rimetterci un po’ più vicini alla vetta. Poi a Jeddah ci sarà una gara più lunga con più punti a disposizione, quindi lì si vedrà come approcciare la gara. In generale, dobbiamo mettere in chiaro che ci siamo anche noi”.
Il GTWC e il WEC sono diversi come campionati: nel primo abbiamo tante classi diverse di vetture GT e diversi equipaggi Pro-Am che rendono la griglia folta complicando anche le gare. Mentre nel WEC sono tanti i doppiaggi a cui siete soggetti voi della LMGT3 per le vetture Hypercar e anche questo rende complicate le gare. Ma in quale dei due campionati pensi che ci sia maggiore difficoltà?
“Come hai detto tu sono due campionati completamente diversi, perché il GT World Challenge lo vedo un po’ più come una giungla. Ci sono tutte le macchine della stessa categoria, è veramente impegnativo anche effettuare doppiaggi, perché ogni pilota cerca di guadagnare più posizioni possibili. Avendo 50 macchine della stessa categoria è veramente una lotta ogni giro. Nel WEC, invece, bisogna stare un po’ più attenti ai prototipi e a gestire bene i sorpassi. Quello è un punto critico, perché è un momento in cui puoi guadagnare tanto tempo, quindi sono due approcci diversi. Nel GTWC apprezzo molto il fatto che ci siano tre qualifiche, così tutti i piloti possono partecipare e questo è interessante. Sono due campionati di altissimo livello. Onestamente non so quale sia il migliore, a me piacciono molto tutti e due“.
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