Altre gare Sprint potrebbero essere in arrivo ma niente da fare per Las Vegas. Nell’esclusiva a Motorsport.com, Emily Prazer discute le motivazioni legate alla scelta e quali potrebbero essere i futuri scenari nel calendario della categoria regina.
No alla possibilità di una gara Sprint a Las Vegas
Diventa sempre più improbabile la possibilità che la tappa americana diventi protagonista anche di un formato Sprint. Sono proprio gli organizzatori a prenderne le distanze, complici forse proprio le due Sprint di Miami ed Austin vinte entrambe dal campione in carica Verstappen contribuendo ad allungare il gap dagli avversari. “Siamo abbastanza tranquilli nel lasciare che Austin e Miami mantengano le sprint, perché abbiamo ancora molto da fare e siamo in una posizione davvero buona“. Ha affermato Emily Prazer in merito all’organizzazione del formato Sprint.
“Stiamo aggiungendo gare di supporto e speriamo di continuare a farlo nei prossimi anni. Non credo che le persone capiscano la complessità di questa gara rispetto ad altre gare di strada, e penso che la realtà sia che stiamo aprendo e chiudendo quella pista. Abbiamo circa 46 aperture di pista di cui la gente non si rende conto della complessità rispetto a qualsiasi altro Gran Premio. Penso che aggiungere uno sprint creerebbe anche un nervosismo del tipo ‘possiamo sistemare la pista se qualcosa dovesse accadere abbastanza velocemente?‘”.
Tempistiche e lavori
Altri fattori che hanno influito sulla decisione, come racconta Prazer a Motorsport.com, sono il tempo ed i lavori che richiede il GP di Las Vegas. Inoltre Prazer sostiene che non ci sarebbe molta differenza in termini di velocità dall’attuale GP.
“La complessità di Las Vegas rispetto a Singapore: ero a Singapore durante la gara e chiacchieravo con il promotore che mi ha detto: ‘Non capiamo come fai ad aprire e chiudere la pista in quel modo‘. Tenevano le strade chiuse per sette giorni. Riesci a immaginare noi e il consiglio che tenevamo le strade chiuse per sette giorni? Non succederebbe mai, letteralmente, mai. Quindi, se si pensa alla velocità a cui si sta andando, dal punto di vista della sicurezza, a quanto è veloce rispetto a quanto è veloce la pista, non ci sarebbe molta differenza tra la gara vera e propria e lo sprint in base alle prestazioni dell’anno scorso, l’abbiamo esaminato“.
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Elisabeth Dosio