Il campionato di Formula 1 è quasi giunto alla fine, con un solo round rimanente, il GP di Abu Dhabi. È l’ora di tirare le somme all’interno del Circus, dove diversi team hanno mostrato una crescita esponenziale. Uno tra questi è certamente Alpine, che, tra altri e bassi, ha dimostrato di poter essere competitiva, fino ad arrivare ad un podio per entrambi i piloti al GP del Brasile. Ci sono stati tanti cambiamenti all’interno della scuderia durante la stagione, soprattutto con l’arrivo di Flavio Briatore. Di chi è il merito di tutti questi passi avanti per Alpine?
Alpine: un inizio di stagione negativo
Non si può certo dire che questa sia stata una stagione facile per il team francese, i cui equilibri sono cambiati continuamente. Sulla superficie, sono emersi già da tempo i problemi nel rapporto dei due piloti ufficiali, Esteban Ocon e Pierre Gasly, fino ad arrivare allo scontro diretto nel GP di Monaco. La crisi all’interno della scuderia di Estone, però, va ben oltre i due piloti e le sue radici sono da cercare più in profondità.
Il crollo di prestazioni già a metà del 2023 è stato un forte segnale per il team, che ha poi continuato questo trend anche nei primi mesi della stagione in corso. Nelle prime 5 gare disputate, infatti, Alpine non è riuscita a portare a casa neanche un punto e questo è un dato fondamentale per capire le dinamiche della squadra. I cambiamenti a livello interno effettuati all’inizio non hanno portato grandi risultati, come si è visto dalle prestazioni in gara.
Le difficoltà, aggravate da diversi addii da parte di membri importanti del team, sono arrivate al loro culmine con la possibilità di un ritiro della scuderia dalla Formula 1. Proprio nei primi mesi del 2024, infatti, si vociferava di una probabile vendita del team, indiscrezioni che non hanno sorpreso il mondo della Formula 1. È iniziato, in seguito, un periodo di rivoluzione all’interno della squadra. Dall’arrivo di Flavio Briatore nel ruolo di consulente esecutivo, alla sostituzione del Team Principal con Oliver Oakes, qualcosa si è mosso.
La rivoluzione di Briatore in Alpine
Flavio Briatore è tornato nel mondo della Formula 1 proprio nel team che già lo aveva accolto in precedenza, ovvero Renault, che dal 2021 è diventato Alpine. La sua esperienza, iniziata con Benetton nel 1986, è certamente d’aiuto al team francese, di cui è consulente esecutivo da giugno di quest’anno. Con il suo arrivo, infatti, sono iniziati i cambiamenti all’interno della scuderia di Enstone, cambiamenti che hanno dato i loro frutti.
Il lavoro di ricostruzione totale è iniziato con la riduzione dei dipendenti della fabbrica, per spostare tutta l’attenzione sulla monoposto. Poi l’arrivo di nuovi tecnici ha influito positivamente sul percorso della squadra, che ha mostrato di poter avere buone prestazioni. Inoltre, la nuova line-up prevista nel 2025 sarà un nuovo inizio per il team, guidato da Oliver Oakes dall’agosto di quest’anno. A questo si aggiungerà il cambiamento più radicale, che si realizzerà dal 2026, è il passaggio dal motore Renault a quello Mercedes. Un salto che, certamente, aiuterà l’evoluzione di Alpine.
Nelle ultime gare sembra che qualcosa sia cambiato ulteriormente nel team. Il doppio podio al GP del Brasile, una gara particolarmente movimentata, è stato un indicatore del livello a cui Alpine può arrivare. Come più volte ha dichiarato lo stesso Briatore, l’obiettivo è arrivare ai top team nel 2027, quindi bisogna puntare tutto su una crescita lenta, bilanciata e stabile. Fino ad adesso la scuderia ha avuto tanti alti e bassi, ma è chiaro il progetto rivoluzionario. Si iniziano a vedere i risultati e, certamente, l’imprenditore ha posto le basi per la realizzazione di tutti i cambiamenti, stravolgendo l’organizzazione interna e dando vita a nuove dinamiche positive nel team.
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