Si è concluso il Campionato ACI eSport Formula 4 Italiana, con l’ultima tappa che ha visto le vetture correre sul circuito del Mugello. Il campione italiano è Tommaso Zappalà, pilota di Tatum Racing Team, che vince il suo primo campionato disputato. Nell’esclusiva Rossomotori.it, Tommaso Zappalà ci ha raccontato le sue sensazioni dopo questo traguardo, come ci si allena per raggiungere gli obiettivi in questo sport e l’importanza della concentrazione.
Le parole di Tommaso Zappalà: la passione è essenziale
Con un totale di 234 punti guadagnati nel campionato, Tommaso Zappalà conquista il titolo italiano dopo le buone prestazioni del team nelle ultime gare, a cui va aggiunta quella del Mugello. Il giovanissimo pilota Tatum ora andrà a Valencia, dal 23 al 27 ottobre, per partecipare ai FIA Motorsport Games nella sua categoria. Nell’intervista esclusiva con Rossomotori.it, Tommaso ha parlato della sua carriera con Tatum Racing e, tra gli altri argomenti toccati, dell’importanza dell’allenamento in questo sport.
Come ti senti per questa vittoria?
“Sicuramente molto contento e soddisfatto del risultato. Devo dire che non me l’aspettavo assolutamente, dato che è stata la mia prima volta in un campionato e la prima esperienza in un team. Amos [Laurito, fondatore del team ndr.] ha sempre parlato di crescere lentamente, però così non è stato perché abbiamo vinto subito dal debutto sia il campionato piloti, sia quello costruttori. Ora mi ritrovo a dover andare a Valencia a competere contro i migliori al mondo praticamente”.
Cosa ti aspetti da Valencia e come pensi di allenarti?
“Ho visto i primi ragazzi che si sono qualificati per Valencia e devo dire che sono molto veloci. Io non sono al loro al loro livello attualmente, quindi spero davvero di riuscire a raggiungerlo per ottobre. Su iRacing Valencia non c’è ancora come circuito, quindi non potrò allenarmi fin da subito. Continuerò a girare con la F4 facendo anche le gare pubbliche con i miei compagni di squadra e continuerò a prendere sempre più feeling con questa macchina”.
Parliamo di Tatum Racing: qual è il tuo rapporto con il resto del team?
“Io sono entrato nel team fin dall’inizio, già tra dicembre e gennaio. All’inizio faccio sempre molta fatica a relazionarmi con le persone, poi però grazie a questo campionato che abbiamo fatto insieme ho conosciuto alcuni ragazzi, anche Amos, e quindi possiamo dire di essere anche amici”.
Spesso in questo sport viene sottovalutato l’allenamento, tu come sei arrivato a questo grande risultato?
“Da qualche anno mi sono dedicato completamente a iRacing. Ho abbastanza esperienza in generale sul simulatore, ma per prepararmi al campionato in particolare ho smesso di correre con tutte le altre auto che guidavo e mi sono focalizzato solo sulla F4. Nei giorni prima dell’inizio del campionato ho girato solamente nei due circuiti delle qualificazioni, poi passavo tutta la settimana prima della gara a girare su il circuiti e stavo con i miei compagni, giravamo insieme e ci aiutavamo“.
Tomaso Zappalà: l’aspetto psicologico dello sport
Come in tutti gli sport, anche nel SimRacing è importante l’aspetto psicologico. L’allenamento è essenziale per potersi concentrare in gara, così come lo studio e la capacità di gestire lo stress: Tommaso Zappalà ci ha raccontato la sua esperienza in pista.
A livello mentale, come si gestisce lo stress in uno sport del genere?
“Il mio caso è un po particolare, perché soffro tanto l’ansia, infatti non sono mai riuscito a fare una qualifica pulita. Quelle poche volte che è uscito un giro decente, c’era comunque qualche imperfezione o, addirittura, qualche volta andavo apposta più piano per evitare di fare errori. Quindi principalmente la qualifica è stato il problema, mentre nelle gare dopo la partenza poi stai tranquillo“.
Tu sei molto giovane, quando è iniziata questa tua passione?
“La passione per le corse c’è l’ho da sempre, però non avendo mai avuto il budget, non ho mai corso nella vita reale, a parte un anno che ho fatto qualche gara con i kart. Ho scoperto iRacing durante il lockdown, però non è molto economico, quindi non riuscivo a girarci tantissimo. Usavo tutti gli altri giochi di auto da corsa, poi ho comprato un volante, l’ho attaccato alla scrivania ed era un po’ come vivere il mio sogno di correre nella vita reale“.
Poi c’è anche bisogno di uno studio a livello tecnico, uno studio più preciso?
“Sì, infatti dopo ogni sessione di allenamento che facevamo insieme tra noi compagni, con l’ingegnere guardavamo spesso la telemetria, le traiettorie, la frenata. Grazie al loro aiuto ho cambiato molte cose della mia guida, che avrei fatto diversamente e, perché no, magari avrei anche potuto perdere il campionato se non avessi fatto quelle cose“.
ll feeling con la macchina, le parole di Tommaso Zappalà
Un altro fattore estremamente rilevante è il feeling con la monoposto. Tommaso Zappalà ci ha raccontato di come bisogna adattarsi alla macchina, in questa categoria, e come si gestiscono gli imprevisti.
Nel caso di un contatto cosa succede da parte tua sia a livello mentale sia nel modo in cui reagisci?
“Al Mugello, per gara due, in cui avevo già vinto il campionato, ero comunque più libero e ho provato a guidare in un modo un po’ più aggressivo, provando a vincere. Sono stato coinvolto in un contatto, quindi non è andato come come speravo, pur vincendo il campionato. Mi è successo solamente due volte durante tutto il campionato di essere coinvolto in dei contatti importanti e ti crolla il mondo addosso. Ti sei allenato davvero tanto per quella gara, per poi avere un ritiro in una gara per cui magari non era neanche colpa tua“.
Per migliorare il feeling con questa macchina cosa credi che serva?
“Essendo una macchina molto lenta rispetto a una F3, si passa molto più tempo in curva, quindi il controllo della macchina risulta essere molto più importante. Oppure magari essendo anche poco potente, è molto più importante sacrificare una curva per quella successiva e sono delle caratteristiche che ancora faccio fatica a esprimere. Nel campionato non si poteva modificare il setup e dovevamo essere noi ad adattarci in base anche alla pista alle condizioni del tracciato. A Valencia non so se il setup sarà aperto o chiuso, però sarà davvero importante rendere la macchina veloce anche col mio stile di guida“.
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