crollo red bull fia
Le modifiche al regolamento fatte dalla FIA potrebbero aver contribuito all'evidente crollo avuto in casa Red Bull.

Il crollo avuto dalla Red Bull non è più considerabile come un semplice fuoco di paglia, un calo che potrebbe avere come causa una modifica fatta dalla FIA. In particolare il tutto potrebbe essere dovuto ad una soluzione che Red Bull avrebbe usato sull’impianto frenante, quest’ultimo oggetto della rettifica regolamentare.

Crollo Red Bull: la FIA ha frenato i campioni in carica?

La Red Bull ha affrontato, e ancora affronta, un crollo ormai evidente, calo che potrebbe essere stato causato da una decisione presa dalla FIA. Le ipotesi fatte da alcuni addetti ai lavori pongono infatti l’attenzione su un’eventuale soluzione adottata per l’impianto frenante. In data 31 luglio la Federazione Internazionale ha ratificato alcune modifiche, tra cui quella dell’articolo 11.1.2 del Regolamento Tecnico, ossia quello relativo all’impianto frenante.

crollo red bull fia
Photo Credit: Red Bull Content Pool

“Il sistema frenante deve essere progettato in modo che, all’interno di ogni circuito, le forze applicate alle pastiglie dei freni siano della stessa entità e agiscano come coppie opposte su un determinato disco del freno. È vietato qualsiasi sistema o meccanismo che possa produrre in modo sistematico o intenzionale coppie frenanti asimmetriche per un dato asse – Art. 11.1.2 Regolamento Tecnico (modifica 31 luglio sottolineata)

Su una vettura di F1 è infatti possibile avere una maggiore pressione sul pedale del freno ad uno dei due assi, anteriore e posteriore, ma non ad una singola ruota. La storia, come spesso accade, presenta però un precedente, quello del “baker steer” comparso sulla McLaren del 1997. Si trattava di un terzo pedale utile a frenare di più solo una delle due ruote dell’asse posteriore. Così facendo la ruota maggiormente rallentata fungeva come da perno, dando modo alla monoposto di curvare con più precisione e praticamente senza sottosterzo.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

La modifica fatta dalla FIA ha così lo scopo di bloccare eventuali piani di sviluppo che, secondo alcuni rumors, avevano già trovato spazio. In particolare a destare sospetti è stata la Red Bull, protagonista di un evidente crollo da Miami in poi. A differenza dei primi 5 appuntamenti, dove sia Verstappen che Perez erano in grado di imporsi sulla concorrenza, la pista statunitense ha rivelato una nuova realtà. Trovare il corretto assetto è diventato complicato, così come la presenza del sottosterzo in pista non ha aiutato. Cosa potrebbe quindi essere successo?

L’ipotesi della valvola per la frenata asimmetrica

La più quotata delle ipotesi ha proprio a che fare con l’impianto frenante, teoria che si è poi rafforzata a seguito della modifica alle regole fatta dalla FIA. Il giornalista Peter Windsor, tramite il suo account X, ha infatti supposto quello che potrebbe essere accaduto in casa Red Bull. Per lui è infatti plausibile pensare che la RB20, fin da inizio anno, montasse già un qualcosa nell’impianto frenante in modo da favorire la frenata asimmetrica. Il “gioco del nascondino” è però terminato in fretta. Sempre secondo Windsor infatti, il ritiro di Verstappen in Australia ha portato la FIA a scoprire questa particolare soluzione.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

Craig Scarborough, noto esperto tecnico, ha poi dato credito a quanto supposto da Windsor. Tale opinione ha poi trovato eco anche in quanto scritto da Paolo Filisetti su Racingnews365.com. “Una valvola inerziale a T riceveva una pressione idraulica unica diretta all’asse posteriore dal sistema brake-by-wire e che poteva essere indirizzata a destra o sinistra, con una pressione maggiore, a seconda della curva”. Il giornalista ha poi specificato che tale valvola non è parte delle componenti fornite da Brembo e che non intacca la sicurezza del sistema. Il suo funzionamento inoltre si attiva solo quando la vettura è vicino all’ingresso in curva.

Il vantaggio di tale soluzione, oltre ad un consumo minore delle gomme come specificato da Windsor, è quello di avere una precisione assoluta in curva oltre alla scomparsa praticamente totale del sottosterzo. Da Miami in poi, senza la presunta valvola, la RB20 si è mostrata meno agile e agevolata. Una spiegazione quindi plausibile ai problemi sorti sulla macchina dei campioni in carica. Dalla prima gara statunitense in calendario la monoposto ha infatti sofferto il sottosterzo oltre che mettere in crisi il team nella ricerca di quel giusto assetto sempre trovato. La richiesta della FIA, poi trasformata in una modifica ufficiale alle regole, potrebbe quindi aver complicato il cammino in casa Red Bull. Gli sviluppi portati per provare a risolvere i problemi non hanno infatti funzionato, motivo per cui gli ultimi risultati non hanno soddisfatto pienamente.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

In merito a tale situazione è però necessario specificare due cose. La prima è che non vi sono ufficialità in merito alla soluzione che Red Bull avrebbe utilizzato per favorire la frenata asimmetrica. La seconda invece porta ad una domanda. Se così fosse, la RB20 di inizio stagione era da considerare non conforme al regolamento? La risposta, in questo caso, è no. La specifica regola, articolo 11.1.2 del Regolamento Tecnico, è infatti stata modificata alla fine del mese di luglio per chiarire, con tutta probabilità, quella che era una zona grigia che Red Bull ha sfruttato. Con l’ipotetica valvola presente fin da inizio 2024 la RB20 era dunque legale.

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Chiara Zambelli

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