Le giornate dedicate alla storia del motorsport hanno visto ospiti incredibili, tra cui Giorgio Serra. Rossomotori.it ha avuto l’onore di prendere parte all’Historic Minardi Day e poter intervistare “Matitaccia”, uno dei più grandi vignettisti nella storia del motorsport. L’illustratore ci ha raccontato di come nasce il suo nome d’arte, parlando poi del suo lavoro nel libro Formula 1. Campionissimi e grandi record, delle sue passioni e di cosa lo spinge a disegnare.
“Matitaccia” all’Historic Minardi Day: l’unione tra le sue passioni
All’Historic Minardi Day, che ha avuto luogo lo scorso weekend nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, non poteva mancare “Matitaccia”, un protagonista del racconto del motorsport. Una personalità esuberante quella di Giorgio Serra, che con le sue vignette divertenti e provocatorie riesce sempre a strappare un sorriso e una riflessione in chiunque le guardi. Dopo la presentazione del libro “Formula 1. Campionissimi e grandi record“, scritto da Mario Donnini con il contributo delle vignette di “Matitaccia”, Giorgio Serra ha risposto ad alcune nostre domande.
Per il libro “Formula 1. Campionissimi e grandi record” com’è nata la collaborazione con Mario Donnini?
“È nato dall’amicizia con Mario Donnini, da una collaborazione al giornale, perché eravamo insieme in redazione per anni. Un bel giorno Donnini mi ha guardato e mi ha detto «fammi qualche vignetta di personaggi del libro». Non mi è parso vero, perché è roba che risale nel passato, quindi c’è il gusto delle cose antiche, di quelle cose conosciute quasi in forma diretta, che è tutto un altro piacere e gusto di fare.”
E a questo proposito, le passioni che hai per il disegno e per i motori quando sono nate e quando si sono unite?
“La passione per il disegno, come tu la chiami, è nata con me. Nel senso che mia mamma raccontava che io tre anni avevo già caricatura di un amico, non ricordo nulla. Poi a scuola ero la dannazione dei quaderni e dei libri, perché io disegnavo ovunque trovassi uno spazio. Da lì è diventata, anzi, si è sposata con la passione dei motori e delle corse perché, come tutti i ragazzini, volevo correre in motocicletta, pur senza averne nessuna attitudine. Però unisci la passione per i motori e un po’ di mano agile ed è tutto lì. È un connubio nato da solo, quasi automaticamente“.
Giorgio Serra: il nome di “Matitaccia”
Conosciamo tutti Giorgio Serra come “Matitaccia”, ma questo è ovviamente, un nome d’arte. Un nome che, in parte, rappresenta ciò che fa: questo dispregiativo quasi simboleggia la vena mordace delle sue vignette. Il vignettista a spiegato a Rossomotori.it come è arrivato questo nome e come se lo è, poi, cucito addosso.
Il nome “Matitaccia” da dove arriva?
“Dunque, innanzitutto è un nomignolo che non mi piace. Non mi piace nella maniera più assoluta ed è venuto fuori quasi per caso. Nel senso che io avevo fatto un trascorso di collaborazione con la rivista Rombo, che era composta dagli stessi giornalisti della Conti Editore, per cui non avevo avvertito alcun cambiamento, ma avevo cambiato il nome. Tornando ad Autosprint, non potevo rimanere ‘Rombaccio‘, perché è il nome della rivista precedente. È saltato fuori ‘matita‘, da cui ‘Matitaccia’. Non mi è mai piaciuto, ma me lo sono beccato ormai e me lo tengo stretto“.
“Matitaccia”: cosa c’è dietro le sue vignette
Giorgio Serra ha lavorato e lavora tuttora come vignettista per giornali importanti, come Autosprint e Motosprint, creando le vignette più iconiche del mondo del motorsport, arrivate fino in Giappone. “Matitaccia” riesce sempre ad avere l’idea giusta per ogni persona che rappresenta, ne coglie l’essenza e la trasmette in chiave satirica, portando alla riflessione. Come ci riesca, però, rimane un mistero, perché, per lui, è un clic, qualcosa che scatta al momento giusto.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi disegni?
“Non esiste. Bella la tua ultima domanda. Io mi metto a ridere tutte le volte che sento parlare della famosa ispirazione. Ma non esiste assolutamente. L’occasione sì, la voglia sì e quelle vengono. Ma cos’è l’ispirazione? Cioè io giro e di colpo mi viene in mente di disegnare un pilota, Vettel ad esempio. Che ispirazione è quella? No, è un piccolo clic nel cervello che ti fa venire la voglia di creare qualcosa in occasione di un qualcosa che è avvenuto. La vignetta sottolinea, cioè non vuole strappare risate, deve provocare delle reazioni cerebrali a chi la guarda, tutto lì. Un po’ di allegria, possibilmente, ma non è ispirazione. Io ho fatto anche il pittore, ho fatto un migliaio di quadri a olio, dai grandi e piccoli, ma cos’è l’ispirazione? Io ne ho sempre sentito parlare, ma nel mio caso non esiste, poi esisterà nel caso degli altri. Nel mio non c’è, la vignetta nasce così, con un clic“.
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