Red Bull sta forse passando il periodo più nero dall’inizio della stagione ed a parlarne, ai microfoni di Motorsport.com, è proprio Christian Horner. Il manager britannico parla di cosa è andato storto e cosa ci sia da cambiare arrivati a questo punto di campionato.
Red Bull, per cambiare bisognava semplificare
A parlare è lo storico team principal della scuderia anglo-austriaca. La stessa figura chiave che ha portato la scuderia al successo per ben quattro stagioni consecutive, dal 2011 al 2013, con Sebastian Vettel. “L’auto è sbilanciata, dai dati lo vediamo. Il problema è che lo vediamo in pista, non in galleria del vento. Si tratta quindi di fare i conti con questo problema, perché ovviamente quando si verifica una cosa del genere significa che non ci si può fidare dei propri strumenti. Quindi bisogna tornare ai dati della pista e all’esperienza precedente”.
Come Horner lascia intendere, il grande lavoro fatto durante il periodo invernale dell’anno scorso è stato svolto nell’ottica di migliorare ancor di più la monoposto del 2023. Il risultato ottenuto invece è stato l’opposto, complici forse i troppi cambiamenti che hanno reso la RB20 ancor più complessa da gestire. Il timore, che ha spinto la squadra tecnica a rivoluzionare la passata monoposto, è stato quello che la concorrenza riuscisse a diminuire il gap con Red Bull. Per annullarne l’effetto la Scuderia ha adesso iniziato a fare una sorta di percorso inverso, tornando alle vecchie specifiche e rimuovendo alcuni dei nuovi elementi nel tentativo di scoprire la causa dello sbilanciamento che tanto hanno menzionato i piloti.
McLaren è l’esempio da seguire
Horner continua poi, sempre ai microfoni di Motorsport.com, citando il lavoro svolto da McLaren quest’anno. La casa di Woking è riuscita a migliorare e cambiare la passata monoposto senza cadere nelle problematiche che sta affrontando Red Bull. E’ stata protagonista di una forte ripresa che ha portato al potersi contendere il titolo Costruttori senza quasi più nessun vantaggio per la scuderia anglo-austriaca.
“Se si guarda la McLaren, sembra quasi un’evoluzione dell’auto dell’anno scorso, molto più semplice della nostra. Forse abbiamo scelto un approccio troppo complesso e dobbiamo semplificare alcune cose”. Verranno quindi riconsiderati molteplici aspetti della vettura, dal fondo al non corretto bilanciamento che impedisce ai piloti di spingere in ingresso in curva. Il progetto di sviluppo della RB20 ha dunque forse peccato di ambizione, dal momento che doveva estendere il dominio della RB19. E che invece da inizio stagione non ha fatto che svelare, weekend dopo weekend, problematiche già esistenti e che neanche la guida esperta del tre volte campione del mondo Max Verstappen ha saputo contrastare.
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Elisabeth Dosio
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