Noah Formula 1
Durante l'ACI Racing Weekend, Noah ha raccontato la sua storia ai nostri microfoni, parlando con noi della sua passione per la Formula 1.

Durante l’ACI Racing Weekend ad Imola, abbiamo avuto il piacere di incontrare Noah, il cui entusiasmo contagioso e la preparazione approfondita sulla Formula 1 hanno catturato l’attenzione del web, dimostrando che questo sport può essere raccontato in maniera semplice anche ai meno esperti.

Noah e la Formula 1 vista dai suoi occhi

Fin da quando aveva solo tre anni, Noah ha mostrato un interesse unico per la Formula 1 distinguendosi subito per la sua scelta originale: la sua prima auto disegnata non era rossa, come ci si aspetterebbe, ma nera, ispirata alla Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. Questo amore per la Formula 1 è esploso durante il lockdown, da quel momento, la sua curiosità si è trasformata in una vera e propria esplorazione, che lo ha portato a studiare non solo i piloti e le auto, ma anche i concetti scientifici e tecnici legati all’azione in pista.

Noah Formula 1
Photo Credit: Noah

Progetti come ‘Noah Explains F1 to Kids’ testimoniano la straordinaria capacità di Noah di rendere la Formula 1 accessibile e interessante per tutti, con un linguaggio semplice e coinvolgente che affascina tanto i suoi coetanei quanto gli adulti. Le sue spiegazioni chiare e appassionate sono un vero e proprio ponte tra il mondo delle corse e le nuove generazioni.

Inoltre, esperienze indimenticabili, come l’incontro con Stefano Domenicali, CEO della Formula 1, e la visita al quartier generale di Aston Martin a Silverstone, hanno ulteriormente arricchito il suo percorso, offrendogli una visione diretta del dietro le quinte di questo sport. Durante l’ACI Racing Weekend ad Imola, Noah ha condiviso con noi la sua passione travolgente per la Formula 1, raccontando com’è nata e come si è sviluppata nel tempo.

Noah, sappiamo che la Formula 1 è una passione che hai scoperto da solo. Spiegaci com’è nata.

“Durante il lockdown, ho iniziato a creare delle carte da gioco con i piloti e i loro compagni di squadra. Nel frattempo, vedevo che mio papà guardava molto spesso la Formula 1, ma il primo Gran Premio che ho seguito da solo, dall’inizio alla fine, è stato quello di Monza 2019. Ricordo che controllavo i nomi di ogni pilota: Leclerc era primo, poi Hamilton e Bottas. All’inizio ero un grande tifoso della Mercedes, e il mio pilota preferito era Valtteri Bottas. Nel 2021 ho avuto la fortuna di incontrarlo e mi ha regalato il suo cappello. Ero molto emozionato! Gli ho fatto tantissime domande”.

Noah Formula 1
Photo Credit: Noah

Tu sai già tutto sulla storia della Formula 1, ma chi è il tuo pilota preferito di sempre? Ed invece la tua macchina preferita?

“Di tutta la storia della Formula 1, il mio preferito è Senna. Io non ero ancora nato quando correva, ma secondo me era una persona simpatica e gentile, ed era anche molto forte! Della griglia attuale, Bottas mi piace ancora molto; poi direi Leclerc e anche Hamilton. Invece la mia macchina preferita di sempre è la Ferrari del ’79! Tra l’altro, la guidava Jody Scheckter ed ha vinto anche il mondiale quell’anno”.

Se fossi il team principal di un team, quale pilota sceglieresti per e perchè?

“Verstappen e Hamilton. Mi piacerebbe vedere come si comporterebbero in pista se fossero compagni di squadra; entrambi sono piloti eccezionali e fortissimi!”

Se dovessi spiegare a qualcuno che non ha mai visto una gara perchè ti piace tanto la Formula 1, cosa diresti? Qual è l’aspetto più emozionante?

“Mi piace molto la parte tecnica della Formula 1. Spiegherei che ci sono aspetti davvero difficili, come l’analisi delle qualifiche, che può essere particolarmente complicata, soprattutto quando si esamina la telemetria. Consiglierei di iniziare con gli pneumatici e con le basi fondamentali. Io fin da subito, sono stato attratto dai vari tipi di pneumatici con tutti i colori diversi. Mario Isola mi ha aiutato molto in questo”.

Noah Formula 1
Photo Credit: Noah

Hai detto che ti piace molto la parte tecnica. Se tu potessi diventare un ingegnere, ti piacerebbe di più curare la strategia o stare vicino alla macchina?

“Direi che preferirei stare vicino alla macchina e cambiare l’assetto. Anche con una macchina perfetta, si cerca sempre di modificare l’assetto, perché se un altro team porta cambiamenti e ha prestazioni migliori, non avrai più la possibilità di farlo. Però, durante i Gran Premi, a volte mi arrabbio con il muretto per le scelte strategiche!”.

Se potessi avere una conversazione con un ingegnere di F1, che domanda faresti per capire meglio come funzionano le monoposto?

“Prima ho parlato di assetto e devo dire che rimane una delle poche cose che non conosco ancora bene. È un argomento davvero complesso, e un ingegnere sarebbe in grado di spiegare bene come funziona. Io so solo come si spostano gli alettoni, alti e bassi, ma non conosco tutti i dettagli. Infatti, quando sono stato a Silverstone in Aston Martin, questa è stata la prima domanda che ho fatto all’ingegnere”.

Hai incontrato il presidente della F1, Stefano Domenicali. Eri emozionato quando lo hai visto per la prima volta? Di cosa avete parlato?

“Il giorno prima, mi ero preparato un disegno della pista di Silverstone. Quando sono arrivato lì, ho chiesto a Domenicali di cambiare il rettilineo principale e le zone DRS, perché secondo me non vengono sfruttate al meglio. Domenicali mi ha risposto chiedendomi se fossi davvero sicuro di voler modificare un circuito come Silverstone, ma ha promesso che ne avrebbe parlato con i tecnici!”.

Noah Formula 1
Photo Credit: Noah

Da grande ti vedi a lavorare nel motorsport oppure hai altri sogni nel cassetto?

“Si! Vorrei lavorare in Formula 1, magari come chef nel catering oppure come ingegnere al muretto”. 

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Irene Barbaro

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