Mirko Bortolotti
Mirko Bortolotti, pilota Iron Lynx, ha parlato a Rossomotori.it degli inizi della carriera, del rapporto con Lamborghini e dei suoi obiettivi.

Rossomotori.it ha avuto il piacere di partecipare al GT World Challenge Europe Endurance Cup a Monza e di intervistare Mirko Bortolotti. Il pilota Iron Lynx, che guida la Lamborghini #63, ci ha raccontato com’è stato il passaggio dalle monoposto Formula alle vetture GT, approfondendo i suoi obiettivi sia nel GTWC, sia nel FIA WEC con la casa italiana, concludendo con una riflessione sul campionato DTM.

Mirko Bortolotti e la sua carriera nel GT

Mirko Bortolotti, classe 1990, inizia molto presto ad avere contatti con il motorsport, grazie ai kart. Dopo i primi anni in monoposto, tra Formula Junior, Formula Azzurra e Formula 3 Italiana, il pilota trentino, nel 2009, arriva alla Formula 2, con MotorSport Vision. Le vittorie e il talento lo portano a partecipare ai test di Formula 1 per team come Ferrari, Toro Rosso e Williams. Nel 2012 avviene il passaggio alle vetture GT, dove arriva il vero successo. Proprio in questi anni, Bortolotti si lega a Lamborghini, un marchio a cui resta legato ancora oggi. Sono diversi i campionati a cui partecipa: dal Blancpain GT Series, al DTM, al GTWC Europe, fino al nuovo progetto Lamborghini nel WEC. Mirko Bortolotti ha approfondito, con Rossomotori.it, il passaggio più decisivo della sua carriera nel mondo delle 4 ruote.

Mirko bortolotti
Photo Credit: Iron Lynx X

Com’è stato passare dalle monoposto Formula alle GT? Cosa ti ha spinto? 

È uno shock culturale quasi, perché tutto il mondo Formula è molto diverso dalle vetture coperte GT. Quello che mi ha fatto portato a fare il passo è che in Formula, dopo aver fatto diciamo tutto il percorso necessario per cercare di arrivare in Formula 1, anche vincendo il campionato Formula 3 e il Formula 2, facendo anche i test poi con tre squadre diverse, sono arrivato a un punto dove ho dovuto prendere una decisione per me stesso. Voglio continuare a provarci con chance che non dipendono soltanto da te, ma anche da altri fattori oppure vuoi fare il pilota come professione? Per me è sempre stato il mio obiettivo essere un professionista, quindi era lo step naturale poi andare in quella direzione lì”.

C’è mai stato, finora, un momento in cui hai pensato di poter tornare alle ruote scoperte? 

No. Chiaramente, avendo avuto diverse esperienze e avendo guidato praticamente qualsiasi tipo di monoposto, la passione per la monoposto rimane sempre. Però devi anche essere realista e capire in che direzione stanno andando le cose. Quindi, dal momento in cui ho intrapreso questa strada, non ho più pensato di tornare in Formula. Anche se si fosse creata l’opportunità, sarebbe soltanto stata una perdita di tempo. Per me era importante concentrarmi su quello che era il futuro e il presente e farlo nel miglior modo possibile”.

Lamborghini: le aspettative nel WEC

L’unione tra Mirko Bortolotti e Lamborghini ha portato all’ambizioso progetto nel World Endurance Championship. La casa di Sant’Agata Bolognese ha realizzato una Hypercar, che da quest’anno ha preso parte al campionato mondiale. Mirko Bortolotti, insieme a Edoardo Mortara e Daniil Kvyat, guida la Lamborghini SC63, che, però, non sta avendo risultati del tutto positivi. Il pilota Iron Lynx ci ha raccontato le sue sensazioni a riguardo, dalle aspettative iniziali agli obiettivi futuri.

Lamborghini Mirko Bortolotti WEC
Photo Credit: FIA WEC Media

 Cosa ti aspettavi da Lamborghini nel WEC? 

Io sono in Lamborghini da 10 anni, quindi le cose sono cambiate in tutto questo tempo. Sono successe tante cose, siamo cresciuti dal nulla con un programma GT3 iniziato nel 2015. Questo credo che ci abbia fatto crescere molto e ci abbia permesso, nel nostro piccolo, di competere con i marchi principali. Quindi questo ci ha portato all’ingresso in campionati importanti come adesso DTM, come il WEC, in Hypercar. Però, allo stesso tempo, ci ha fatto crescere anche come struttura, come squadra. Chiaramente è il primo nostro anno nel WEC, sapevamo benissimo con chi ci saremmo confrontati ed è anche logico che non potevamo aspettarci dei miracoli. È la prima volta che Lamborghini costruisce un prototipo da corsa di quel tipo, la prima volta che siamo andati a Le Mans, la prima volta che Lamborghini compete nel campionato del mondo Endurance, quindi ci vuole del tempo, Roma non è stata costruita in un giorno”. 

Quali sono i tuoi obiettivi raggiungibili ad oggi nel WEC? 

Finire tutte le gare e avere una macchina affidabile. Quello comunque lo stiamo avendo, tranne qualche piccolo problema, che ci può stare, visto che una macchina nuova. L’obiettivo è crescere e migliorare, capire quali sono i punti deboli per muoversi in tempo e migliorare la macchina. È chiaro che la macchina non è ancora al livello che vogliamo, c’è ancora parecchio lavoro da fare e sappiamo quali sono anche le e aree dove dobbiamo andare a mettere mano. Però è un processo che, purtroppo, non è riproducibile da un giorno all’altro”.

Mirko Bortolotti: dal GTWC al DTM

Tra le diverse competizioni a cui Mirko Bortolotti ha partecipato, sicuramente spiccano il DTM e il GTWC Europe. Il pilota ha raccontato a Rossomotori.it quali siano gli obiettivi a bordo della Lamborghini Huracan GT3 Evo 2 #63 e le sue aspettative sul futuro del campionato DTM.

Mirko Bortolotti Iron Lynx GTWCE
Photo Credit: Fanatec GT World Challenge Europe

 Nel GTWC quali sono le tue ambizioni? 

Chiaramente  parti con una base ben diversa, perché siamo qui da 10 anni e abbiamo anche vinto il campionato in passato. Abbiamo avuto una stagione molto difficile. Però siamo partiti molto bene col podio, tra il secondo posto al Paul Ricard e la pole position. Purtroppo, poi, a Spa ci siamo dovuti ritirare per un incidente e anche al Nurburgring non abbiamo avuto la competitività che volevamo avere, per diversi motivi, soprattutto legati alla vettura. Quindi si è compromessa la stagione, che era iniziata molto bene. Nella fase attuale, credo che l’obiettivo primario sia tornare ai livelli che ci competono, sistemare i problemi che abbiamo sulla nostra vettura. Perché non è normale che il gap, come quello avuto a Spa, sia così grosso. Stiamo facendo di tutto per risolverlo. Sappiamo benissimo qual è il nostro potenziale, però prima dobbiamo risolvere i problemi”.

Pensi, inoltre, che il DTM abbia ancora molta strada avanti a sé?

È difficile da dire. Il DTM è un grande marchio, una categoria leggendaria. Credo che, guardando alla storia, il DTM abbia avuto delle fasi positive e delle fasi un po’ meno positive. Però, quello che posso dire è che credo che molte volte il campionato sia stato in una fase dove si diceva che fosse l’ultimo anno, che il DTM non sarebbe più esistito dopo qualche anno. Invece, in qualche modo, sono sempre riusciti a salvare il campionato, a migliorarlo e a portarlo anche all’evoluzione. Perchè non è lo stesso che è stato quarant’anni fa, è cambiato molto. Quindi, se avrà futuro non sta a me dirlo. Però, guardando il passato, sono sempre riusciti a trovare una soluzione per andare avanti”.

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Katia Albergo

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