La F1 ha annunciato la nascita della Carta sulla Diversità e sull’Inclusione, un documento firmato da tutti i team attualmente partecipanti al Mondiale. Questa nuova iniziativa mira a creare opportunità per tutti, in ogni singolo contesto del campionato, senza escludere nessuno. L’organizzazione ha collaborato con la FIA e l’associazione di Lewis Hamilton, Mission 44, per la realizzazione del progetto.
La F1 pubblica la Carta sulla Diversità e l’Inclusione: quali sono gli obiettivi
F1, insieme a FIA, Mission 44 e alla Royal Academy of Engineering, ha reso nota la nuova iniziativa promossa a favore dell’integrazione delle persone nel contesto della competizione mondiale. La Carta sulla Diversità e l’Inclusione, così chiamata, stabilisce principi chiari e condivisi per mantenere lo slancio e massimizzare la diversità nella Formula 1, adottando un approccio collaborativo per proseguire i miglioramenti nei mesi e anni futuri.
Nel recente passato, il campionato che si muove in tutto il globo ha aperto le porte ad opportunità interessanti e decisamente importanti, come le borse di studio per consentire a studenti con difficoltà economiche di proseguire negli studi ingegneristici. Ma il progetto più grande di tutti è stata la F1 Academy, campionato interamente dedicato a pilote, sostenuto direttamente dai dieci team del Campionato del Mondo.
L’organizzazione ha basato questa iniziativa, abbreviata come D&I, su quattro pilastri: “attrarre” sostenendo iniziative che puntano ad attrarre gruppi sottorappresentati nel motorsport; “trattenere” creando una cultura inclusiva in cui una diversità di persone possa crescere; “creare” incoraggiando nella progettazione e nello sviluppo dei prodotti e servizi anche con catene. Infine, “coinvolgere” stakeholder esterni, ascoltando, imparando e migliorando per offrire un’esperienza più inclusiva.
Il CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, ha detto a riguardo: “Il nostro sport è giustamente riconosciuto per le sue prestazioni d’élite e innovazione, ed è chiaro che l’unico modo per mantenere e migliorare questi standard eccezionali è accogliere la diversità di pensiero, idee ed esperienze. La Carta è il prossimo passo importante in questo percorso, e siamo tutti impegnati a rendere il nostro sport più aperto e inclusivo“.
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